ROMA - Si divide il fronte dei governatori sulle riaperture delle regioni. Il fronte del no, sostenuto soprattutto dalle regioni del Sud, è capeggiato dal presidente della Sardegna, Christian Solinas. Il "passaporto sanitario" non sembrerebbe essere una misura applicabile, sopratutto dopo le polemiche del ministro Francesco Boccia che l'ha definita una misura "incostituzionale".
Analoga iniziativa è stata infatti già accantonata dalla Sicilia che si prepara dunque alla riapertura, anche se è ancora in vigore l'ordinanza che vieta spostamenti nelle altre regioni fino al 7 giugno. Tra i più critici ci sono Campania e Toscana che, per voce dei propri governatori, Vincenzo De Luca ed Enrico Rossi, non nascondono il "caso Lombardia". "Se ci sono situazioni di regioni dove ancora il livello di contagio è più alto, tenerne conto non è sbagliato", ha detto Rossi.
Più diretto, come sempre, De Luca. "In presenza di contagi elevati è ovvio che in un territorio debbano esserci limiti alla mobilità", ha detto. "Davvero non si comprende - attacca De Luca - quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio". "Adotteremo - avverte - senza isterie e in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti - annuncia - controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici".
Invita alla cautela anche la Regione Lazio. "Ci sono troppe pressioni perché riparta il Nord, bisogna basarsi su evidenze scientifiche", ha spiegato l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.
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