ROMA - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Andrea Martella è intervenuto questa mattina in diretta ai microfoni di RTL 102.5 durante Non Stop News.
Cosa si sente di dire a tutti gli editori che investono nell’informazione e nell’intrattenimento e che stanno passando un periodo duro.
La radio è un patrimonio straordinario tra i media e in questo periodo è forse tra quelli che ha sofferto di più ma io ritengo che l’editoria, la stampa, l’informazione abbiano un ruolo fondamentale nella società contemporanea come presidio della democrazia e ritengo si tratti di fare quanto più possibile perché questo settore possa essere sostenuto. Durante l’emergenza coronavirus ha dato una prova di sé straordinaria con una informazione puntuale e affidabile che ha aiutato molti cittadini. Questa situazione ha sicuramente avuto delle conseguenze nelle mercato pubblicitario. In parte siamo già intervenuti con il primo decreto Cura Italia, interverremo anche con quello che si sta per varare per fare in modo che ci sia da parte delle imprese un interesse nel fare investimenti nelle pubblicità quindi aumenteremo il credito di imposta e la capienza delle risorse per questo credito di imposta, è un primo passo importante per tentare di organizzare un mercato che si sta riorganizzando.
Il decreto è in fase di finalizzazione, la percentuale di questo credito di imposta attualmente è al 30%, ma mi auguro possa arrivare al 50% ed è un differenziale consistente per chi investe in pubblicità ma faremo interventi anche nel digitale per sostenere l’offerta formativa online, interventi a favore delle edicole, altri per l’acquisto della carta. Faremo una variegata serie di interventi che risponde a questo momento di emergenza e che poi continueranno. La mia sensibilità verso questo settore e quella dell’intero Governo sarà costante. Questo entrerà nel decreto che credo verrà varato nel corso della settimana.
Come è stata accolta a Palazzo Chigi la vicenda dell’Alta corte tedesca che ha dato tre mesi alla BCE per motivare il massiccio acquisto di titoli di stato? Siamo preoccupati?
E’ una sentenza che sicuramente un po’ preoccupa, però, devo dire, è anche una sentenza che non determina nessun effetto immediato né può determinare effetti su quella che è stata la politica della BCE e su quello che è il programma che l’Europa deve mandare avanti per rispondere alla pandemia. Io sono sempre preoccupato quando possano prevalere idee legate in qualche modo ad un solo Paese piuttosto che una visione di insieme che sia fuori dagli egoismi, in un momento in cui c’è bisogno che ci sia il massimo della solidarietà. A livello europeo alcuni passi siano stati fatti ma mi pare che Gentiloni abbia detto che la BCE è un’istituzione indipendente, non è soggetta a interferenze esterne, nemmeno a quelle della corte tedesca, e la BCE ha detto che questi interventi fino al 2018 sono stati fatti nel rispetto del suo mandato. Ora avrà tre mesi di tempo per spiegare la proporzionalità dei suoi interventi. Mi pare che da parte della BCE sia venuto con chiarezza che il proprio programma rimane e è impegnata a fare qualsiasi cosa in suo mandato per la stabilità dei prezzi. Infine è stato molto fatto in Europa ma molto bisogna fare ancora a proposito del recovery fund, ma è qualcosa che non verrà intaccato da questa sentenza.
Tutti i giorni ci sono retroscena che riguardano la volontà di un nuovo governo. Secondo lei chi ha interesse in questo momento a far circolare notizie di questo genere? E non parliamo dell’opposizione che ovviamente fa il suo interesse.
Non percepisco che ci sia qualcuno che voglia traghettare verso lidi diversi per costruire nuove maggioranze.
Neanche Renzi?
No, vedo che Renzi ha un atteggiamento critico nei confronti del Governo e del premier Conte ma non mi pare che in questo momento ci siano le condizioni per costruire nuove maggioranze parlamentari e tantomeno nuove alleanze e maggioranze nel paese, un paese che in questo momento vuole un governo che governi e che realizzi cose importanti per rispondere all’emergenza sanitaria, economica e sociale, cosa per altro difficilissima, e non ha voglia di tanti retroscena, complotti,c ambi di governo. Certo, la sfida del Governo è fare meglio e ancora di più quello che sta facendo, anche valorizzando un clima di coesione, di unità tra le forze sociali e politiche. Per questo il governo sta incontrando i sindacati, oggi incontrerà le associazioni economiche e produttive, c’è un clima di coesione.
Poco fa è uscita la notizia che la Ministra Bellanova ha detto “No a regolarizzazione, rifletto su possibili dimissioni”.
Le dimissioni in queste occasioni non possono diventare un argomento per il dibattito politico, mi auguro che questo confronto politico continui, c’è questo tema della regolarizzazione che è in corso, è uno dei nodi su cui deve essere sciolta l’intesa del Governo, non credo che ci saranno dimissioni. Io condivido la posizione della Bellanova, nel senso che pone uN tema giusto che in qualche modo debba essere risolto, ma credo che possa essere affrontato nel corso della giornata e non credo si arriverà a uno scenario di dimissioni né tantomeno che queste dimissioni possano prefigurare una crisi di questo governo che è chiamato a governare e fare il proprio lavoro.
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