Tamponi, Fitto: "Finalmente Emiliano cambia strategia e scarica sul Governo la colpa della Puglia ultima regione in Italia"


ROMA - “Delle due l’una: la strategia dei tamponi finora adottata in Puglia (e che noi abbiamo fortemente contrastato) era quella giusta o è sbagliata? Lo chiediamo dopo l’improvvisa odierna giravolta di Emiliano che oggi scarica incredibilmente sul Governo il dato che vede la Puglia ultima regione d’Italia per numero dei tamponi. Le sue testuali parole a SkyTg24 questa mattina sono state: ‘Avrebbe dovuto dirci il Governo quanti tamponi fare…’, sono semplicemente imbarazzanti". Così in una nota il co-presidente del gruppo europeo ECR-FdI, Raffaele Fitto.

“Se la situazione non fosse realmente così tragica - prosegue Fitto - potremmo dire che sarebbe comica! Ma siccome le nostre preoccupazioni, rappresentate da tempo, ora sembrerebbero essere diventate anche quelle di Emiliano, almeno a parole, non possiamo che esprimere soddisfazione per l’annuncio (speriamo si trasformi finalmente in azione) da parte della Task force regionale del cambio di strategia! Sicuramente alla luce dei dati della Fondazione GIMBE, Istituto Superiore della Sanità e dell’Università Cattolica di Roma che danno la Puglia ultima in Italia per numero di tamponi. Questo significa che le questioni che ho sollevato ripetutamente da tempo non erano ‘polemiche politiche strumentali’, ma preoccupazioni reali che ora sono diventate tali anche per la Regione Puglia che sembrerebbe finalmente aver deciso di effettuare i tamponi a tutti gli operatori sanitari degli ospedali e delle RSA. Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia lo chiedeva da quasi 2 mesi, mentre dalla Task Force regionale veniva risposto che non servivano... Certo che se i nostri operatori sanitari non fossero stati lasciati a mani nude ad affrontare il Covid negli ospedali e nelle RSA avremmo avuto sicuramente meno contagi e meno focolai.

“E ora, però, si cambi strategia anche per le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale). Anche qui la Puglia ha un triste primato: non ne è partita neppure una (come dimostra la tabella che alleghiamo dell’Università Cattolica di Roma) perché mentre Emiliano va in tutte le TV italiane a sbandierare la sua solidarietà verso altre Regioni, alle quali ha inviato i DPI, ancora oggi leggiamo che i medici di base pugliesi denunciano di non essere messi nelle condizioni di sicurezza. Anche per questo motivo le USCA non partono mentre quasi l’83% degli ammalati Covid pugliesi è a casa. Parliamo - spiega - di circa 3.000 pugliesi che dovrebbero ricevere assistenza domiciliare e la Regione cosa ha fatto nel frattempo, visto che il decreto istitutivo delle USCA è del 19 marzo e che prevedeva la loro attivazione entro 10 giorni?

“Mi auguro che anche questa vicenda non venga derubricata a ‘strumentale polemica politica’ così come fu fatto all’epoca per i tamponi, ma che ci siano risposte chiare e nel merito”, conclude Fitto.