VITTORIO POLITO - Saverio La Sorsa (1877-1970) nel 1950 pubblicò una relazione relativa ai primi venticinque anni dell’Ateneo barese, nella quale si legge: «Oggi è la festa della tua nuova civiltà, è la festa di tutti, dei più umili artigiani e contadini, come dei più nobili e dei più potenti: perché tutti hanno dato il loro obolo materiale, tutti il loro consenso di fede e di volontà alla realizzazione di ciò che dovrà nobilitare e rivelare lo spirito tuo agli occhi del mondo, la tua “Universitas studiorum”». Parole pronunciate dal primo Magnifico Rettore della nostra Università, Nicola Pende. Ma questa è un’altra storia.
Prima dell’Università c’erano i Licei e un decreto del 14 gennaio 1817 istituì 4 ‘università’ nelle regioni meridionali, in cui furono attivate altrettante facoltà ‘laiche’, dotate di ampie strutture didattiche e furono anche regolamentate le modalità di accesso, dando ampio riconoscimento alla preparazione filosofico-letteraria, previa esibizione dell’attestato di compimento di quegli studi.
Per i 4 ‘Licei’ si cominciò a chiamare i docenti, alcuni nominati direttamente dal sovrano, altri assunti per concorso, i cui bandi erano pubblicati sui “Giornali delle Intendenze”. Per il ‘Liceo’ di Bari il 15 luglio 1817 furono banditi alcuni concorsi (diritto del regno e procedura civile e di storia naturale); il 26 dicembre dello stesso anno quello di “diritto e procedura criminale”; il 30 luglio il sovrano nominò “proprietario” della cattedra di “chimica e farmacia” il professore Giosuè Mundo” e il 30 settembre 1810 fu nominato professore “interino” di “matematica sublime e fisica matematica”, Giuseppe Paradisi. In pari data furono nominati amministratori del Liceo, Girolamo Sagarriga e Nicola Signorile.
Un decreto del 10 aprile 1848, che regolava le modalità di assegnazione degli incarichi ai docenti per coprire i posti vacanti, si riunì la Commissione Provinciale per assegnare gli incarichi. Per una delle cattedre (la quarta), la terna era composta da Marcello Maffei di Modugno, già maestro di francese; dal sacerdote Francesco Paolo Mele di Gioia, antico professore del Seminario di Bari, e il Canonico Francesco Saverio Abbrescia di Bari (noto come primo poeta dialettale barese), “il quale ha esercitato per qualche tempo da sostituto in tale cattedra, non con soddisfazione dell’universale”, ma fu incaricato ugualmente dell’insegnamento.
Le notizie di cui sopra sono riprese in parte dalla pubblicazione “Storia dell’Università di Bari” (Vol. I) di Ernesto Bosna.