VITTORIO POLITO - Bari è famosa perché è la città nella quale insiste la Basilica in cui riposano le reliquie di San Nicola, conosciuta in tutto il mondo, e soprattutto in Russia, per la presenza della “Chiesa Russa”, oltre che importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo. A ciò si aggiunge la Fiera del Levante, il porto, il più grande scalo passeggeri dell’Adriatico.
Lo scopo di questa nota, a cui ne seguiranno altre, è quello di parlare dei “baresi”, di alcuni di quelli che hanno fatto la storia della nostra città .
Al rione Japigia è presente una strada intestata a certo Lupo Protospata (1030 circa-1102), cronista e forse figlio di Costantino Protospata, che fu catapano di Bari morto in esilio a Costantinopoli. Lupo, nato a Bari, fu scrittore elegante e storico attendibile, ebbe cariche pubbliche. Ma gli scrittori non sono tutti concordi delle sue origini baresi. Alcuni la attribuiscono a Brindisi, altri a Matera, ma molti assegnano per patria la città di Bari, dal momento che egli dimostra di essere preciso nel raccontare i fatti accaduti nella nostra città . Sta di fatto che tale Francesco Lombardi ne fece menzione nella prima parte delle “Vite de’ Vescovi di Bari”, parlando dell’Arcivescovo Romualdo nel 1035, che fu della famiglia Protospata, scrivendo “Romualdo Gentiluomo Barese della Famiglia Protospata originaria di Grecia…”.
Pasquale Sorrenti, storico e scrittore, autore de “I Baresi” (Tipolitografia Mare,1980), dubita che Protospata sia nato intorno al 1040 e morto nel 1102, dal momento che egli espose annualmente gli avvenimenti svoltisi dalla morte di Michele (860 d.C.) sino al 1102, anno in cui si interrompe la ‘Cronica’.
Il pregio principale della “Cronica” protospatiana era la brevità e la precisione e tale Auberto Mireo scrisse di essa “Breve quidem sed accuratum”.