ROBERTO BERLOCO - Altamura. E la luce fu. Probabilmente non vi sarebbe modo più sensato d’annunziare quanto sia infine accaduto nei paraggi del Santuario della Madonna del Buoncammino, se non ricorrendo ad un noto passaggio dell’Antico Testamento, contenuto nel terzo versetto del primo capitolo della Genesi.
E come potrebbe esser diversamente, considerando i tempi, appunto biblici, impiegati affinché si verificasse quel che era stato oggetto di numerose, continue, esasperate richieste d’intervento, da parte del Rettorato del Santuario, all’indirizzo delle diverse Amministrazioni municipali andate succedute negli ultimi decenni?
Ebbene, dunque sì, per mano del Comune, dando attuazione ad una delibera di Giunta risalente al 21 Marzo dello scorso anno, finalmente il tratto della Provinciale 157 - nella porzione di competenza comunale - precedente per mezzo chilometro l’ingresso del religioso edificio, meta di culto non solo per altamurani, viene ora dotato di un impianto d’illuminazione, composto da quindici fari retti da altrettanti tralicci metallici. Tra i benefici, quello di veder rischiarato anche il versante della carreggiata dove, dall’imbrunire a notte fonda, contando fino ad oggi sul fattore d’una compiacente, inviolata oscurità, giovani coppie avevano l’abitudine di parcheggiare le proprie autovetture, per abbandonarsi al sollazzo di effusioni, lasciando poi, al loro termine, una nutrita varietà di rifiuti lungo il ciglio, serenamente incuranti del rispetto dovuto alla prossimità del luogo santo e a quello del ruolo della stessa strada, sentiero dal quale prende avvio, ogni terza Domenica d’Agosto, la visita della Venerata Immagine alla città.
Quello che, attualmente, si conosce come Santuario, nasce nel 1747 sotto forma di un’umile, minuscola cappella a croce greca. Questa venne eretta per volere di Don Giambattista De Nicolai, un Canonico altamurano appartenente al ramo pugliese di un’antica famiglia toscana, dalla quale emerse finanche una clamorosa promozione al lignaggio aristocratico in Francia, grazie al ben volere che, durante i primi del XIV secolo, un suo componente s’attirò da Papa Clemente V, alla nascita Bertrand de Got, dopo che questi ne fu scortato, appena eletto al soglio petrino, in un viaggio verso Poitiers, sede scelta dal neo Pontefice in vece di Roma e prima che si decidesse definitivamente per Avignone.
Il complesso odierno comprende appunto quel nucleo originario, ampliato nel 1844 dal Canonico Tommaso Carlucci. Da uno dei suoi fianchi, esso è collegato ad una importante struttura sanitaria, che ha occupato le mura d’un precedente istituto scolastico, sorto per volere dei Barnabiti negli ultimi decenni del passato secolo. Di fronte, un’ampia sala polifunzionale di recente costruzione, destinata prevalentemente al culto, s’estende circondata da aree a verde che s’evolvono in un boschetto alle spalle.
“Finalmente!” - esclama radioso l’attuale Rettore della sacra istituzione, il monfortano bergamasco Giacomo Paris. E commenta: “dopo tanti anni di progetti e attese deluse, l'illuminazione è arrivata, conferendo a tutta la zona una maggiore dignità! Nella speranza che questa novità possa incentivare la frequentazione del Santuario alla sera, e possa dare un colpo di grazia all'uso discutibile, nelle ore più tarde, da parte di coppiette in cerca d’intimità, causa di tanta sporcizia che si accumula lungo la strada, resa così un letamaio”.
Ad inaugurare il nuovo servizio d’illuminazione, nella serata del 20 Giugno scorso, tra una piccola folla di devoti, S.E. Monsignor Giovanni Ricchiuti, Vescovo della Diocesi locale, Padre Giacomo Paris, la Sindaca Rosa Melodia, i comandanti delle varie Forze dell’Ordine operanti sul territorio, alcuni dirigenti municipali, una rappresentanza del Gruppo imprenditoriale detentore della Bandiera devozionale, infine il Presidente del Consiglio comunale Gino Loiudice, al quale va il merito d’aver preso di petto la vicenda, seguendo personalmente la procedura amministrativa necessaria all’opera di palificazione da parte del Comune.
“Ora però” - riprende Padre Paris - “rimane il compito più difficile: riportare qui i tanti fedeli altamurani che, di fatto, hanno "abbandonato" il Santuario. Gli spazi e le condizioni ci sono, serve solo, da parte di tutti, una decisione di farlo tornare ad essere luogo di crescita spirituale e di vera devozione a Maria!”.
E che quest’ultimo monito sappia d’un augurio destinato ad esser avverato, sembrerebbe confermarlo l’intensità stessa della luce che, dopo un certo orario, adesso dà il cambio a quella naturale del giorno. Quasi che si voglia tener sempre luminosa la via verso quella speciale Protettrice, alla quale, ogni anno, s’affidano le Chiavi della Città e si elevano preghiere che, per quel divino istinto materno che le si riconosce proprio, si vogliono subito ascoltate.
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