La scrittrice palermitana Maria Tronca presenta “L’ultima punitrice”, un misterioso romanzo ambientato nell’assolata Sicilia, terra di tradizioni arcaiche tramandate di generazione in generazione. Una storia di inganni e di verità svelate a caro prezzo, in cui si racconta dell’esistenza non convenzionale di Ninfa Cusimano - punitrice, “maara” e guaritrice - e del suo difficile percorso di accettazione del proprio destino. Una prova di raffinata narrativa da parte di un’autrice esperta, che sa descrivere lucidamente i profondi abissi dell’animo umano.
“Io sono l’ultima punitrice della mia stirpe, non ho figli e non avrò nipoti a cui tramandare la mia arte, il mio segreto e il mio destino”. Sono le enigmatiche parole di Ninfa Cusimano, l’intensa protagonista del romanzo L’ultima punitrice di Maria Tronca. Nell’opera viene narrata la storia di Ninfa a partire dagli otto anni fino ai quarant’anni: un arco vitale denso di avvenimenti sullo sfondo di una Sicilia incantevole, carica di profumi, di colori e di misteri. Da bambina Ninfa si innamora perdutamente del suo migliore amico, Nino, e questo amore disperato e ossessivo l’accompagnerà per tutta la sua esistenza: “Fu un incantesimo, un sortilegio. Una maledizione”. Ninfa vive con i genitori a Palermo, ma trascorre tutte le sue estati a Mondello, ospite degli amati nonni Giacomino e Dorina. E proprio Dorina diventa per Ninfa un imprescindibile punto di riferimento, perché sarà lei ad aprire gli occhi della nipote su un mondo sconosciuto e ancestrale, vecchio di tre secoli, parte integrante del suo destino. Dorina è conosciuta in paese come una guaritrice: sa preparare rimedi naturali con le erbe per ogni malanno dello spirito e del corpo. In casa si è ritagliata un “antro magico” in cui ogni giovedì presta consulenza a chi ha bisogno di aiuto con la sua caratteristica sciarpa nera e oro e la sua clessidra.
Ninfa comprende crescendo che questo aiuto non è solo atto a guarire dai mali ma anche a riparare alle ingiustizie. Dorina è una Punitrice, e sa che un giorno sua nipote dovrà imparare a seguire le sue orme. E questo avviene prima del previsto, perché Ninfa riceve la visita dello spirito della Vecchia, sua antenata e Punitrice, uccisa dalla gente del suo paese perché ritenuta erroneamente una strega responsabile di una morte innocente. La Vecchia diventa una costante nella vita di Ninfa; a volte appare nei suoi sogni e le offre consigli sul suo misterioso cammino, altre volte la rimprovera per le sue scelte discutibili. Ninfa è infatti combattuta tra la luce e l’oscurità: il potere che ogni anno cresce dentro di lei la spinge a non essere solo una guaritrice e una giustiziera dalla parte del bene, ma anche una strega pronta a scagliare anatemi, o come li chiama lei “attassi”, che possono recare molto male, perfino portare alla morte. È un potere troppo grande quello che si ritrova Ninfa tra le mani, e nonostante l’aiuto della nonna, della stravagante Marlene e degli amici Nino e Antonella, la giovane perde a volte l’orientamento e sceglie strade controverse e maledette. La morte improvvisa di Dorina, investita da qualcuno che è poi scappato, e la perdita della sua illusione d’amore a causa di una serie di inganni, portano Ninfa ad approfondire i lati oscuri della sua arte, in attesa di castigare i colpevoli. L’ultima punitrice racconta della discesa della protagonista negli abissi della vendetta e della rabbia, ma anche della forza dell’amicizia vera e dell’amore sincero, unici motivi di risalita, portatori instancabili di perdono.
Ninfa comprende crescendo che questo aiuto non è solo atto a guarire dai mali ma anche a riparare alle ingiustizie. Dorina è una Punitrice, e sa che un giorno sua nipote dovrà imparare a seguire le sue orme. E questo avviene prima del previsto, perché Ninfa riceve la visita dello spirito della Vecchia, sua antenata e Punitrice, uccisa dalla gente del suo paese perché ritenuta erroneamente una strega responsabile di una morte innocente. La Vecchia diventa una costante nella vita di Ninfa; a volte appare nei suoi sogni e le offre consigli sul suo misterioso cammino, altre volte la rimprovera per le sue scelte discutibili. Ninfa è infatti combattuta tra la luce e l’oscurità: il potere che ogni anno cresce dentro di lei la spinge a non essere solo una guaritrice e una giustiziera dalla parte del bene, ma anche una strega pronta a scagliare anatemi, o come li chiama lei “attassi”, che possono recare molto male, perfino portare alla morte. È un potere troppo grande quello che si ritrova Ninfa tra le mani, e nonostante l’aiuto della nonna, della stravagante Marlene e degli amici Nino e Antonella, la giovane perde a volte l’orientamento e sceglie strade controverse e maledette. La morte improvvisa di Dorina, investita da qualcuno che è poi scappato, e la perdita della sua illusione d’amore a causa di una serie di inganni, portano Ninfa ad approfondire i lati oscuri della sua arte, in attesa di castigare i colpevoli. L’ultima punitrice racconta della discesa della protagonista negli abissi della vendetta e della rabbia, ma anche della forza dell’amicizia vera e dell’amore sincero, unici motivi di risalita, portatori instancabili di perdono.
TRAMA. Le estati di Ninfa sono il villino dei nonni a Mondello, la casa principesca di Barbara, gli occhi di velluto di Nino, l’eleganza di Marlene al manicomio, e poi gli amici in motorino, i fuochi sulla spiaggia, l’amore intramon¬tabile per Nino e la lite con Barbara, il suo sguardo di marmo. L’estate diventa il periodo dell’apprendistato da Punitrice, un destino che scorre nel sangue di Ninfa e di nonna Dorina sin dai tempi della Vecchia e della minaccia che rappresenta. Ninfa impara il potere delle erbe e la capacità di ascoltare, ma raccoglie l’eredità di famiglia a modo proprio, con nuove regole e con la complicità di Antonella, decidendo che le sue punizio¬ni potrebbero anche essere terribili. Un giorno potrebbe averne bisogno. Con L’ultima punitrice, Maria Tronca conferma le sue qualità di tessitrice di trame e destini e di narratrice in grado di ricostruire attorno al lettore una Sicilia meravigliosa.
Maria Tronca è nata a Palermo, dove vive e lavora. Lau¬reata in Lingua e letteratura inglese, ha lavorato all’U¬niversità degli studi di Palermo come bibliotecaria per dodici anni. Ha inoltre curato una collana di letteratura erotica moderna e contemporanea per Mondadori. Pubblica sotto pseudonimo la raccolta di racconti “L’isola delle Femmine” (Mondadori, 2005). Nel 2010 esce il suo primo romanzo “Rosanero” e nel 2011 “L’amante delle sedie volanti”, entrambi pubblicati con Baldini & Castoldi e Dalai. Ha inoltre pubblicato il mini romanzo “A occhi aperti” (Qanat edizioni, 2016) e “Le fate di Palermo” (DOTS, 2018). Organizza eventi di social eating: “A tavola dalla cu¬ciniera narrante”, coniugando la sua passione per la scrittura, il racconto e la cucina tipica siciliana, etnica e storica. Da novembre 2017 a dicembre 2018 ha curato la pagina Facebook di D Ricette (la Repubblica) e il blog “Il mestolo e la penna”, sempre per Repubblica, dove parlava di cucina, in tutte le sue sfaccettature, ma anche di vita. Vera.
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