19 luglio '43, Roma bombardata e confortata da Pio XII


NICOLA ZUCCARO - Roma, 19 luglio 1943. E' un lunedì di piena estate quando, verso le 11.30, circa trecento bombardieri statunitensi sganciano le prime bombe sulla Capitale d'Italia, colpendo in particolare i quartieri Tiburtino, Tuscolano, Prenestino, Casilino, Nomentano e San Lorenzo. Presso quest'ultimo, non appena informato, si recherà nel pomeriggio della stessa giornata Papa Pio XII per una delle sue rare uscite dal Vaticano.

(ACI Stampa)
Il Santo Padre accompagnato dal sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede, Monsignor Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI), fu accolto dalla disperazione dei residenti. Dopo aver recitato il De Profundis a braccia aperte (questo gesto fu immortalato da uno degli scatti di macchina fotografica rimasti nella storia) e dopo aver benedetto i corpi delle vittime presso il vicino Cimitero del Verano, Pio XII distribuì a dei sacerdoti del luogo degli aiuti in denaro da destinare alla popolazione colpita dal pesante evento bellico.

Un gesto (anch'esso immortalato da uno scatto fotografico) che consegnò alla storia del Papato il volto umano e il lato caritativo di un Pontefice giudicato come schivo e severo per il suo portamento ma dotato di una profonda sensibilità, emersa durante il drammatico periodo bellico che Roma attraversò dal 1943 al 1944.
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