BARI - "Nel primo semestre 2020 la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19 ha contribuito alla flessione delle compravendite e al conseguente allungamento dei tempi di assorbimento del mercato. Un peggioramento che affligge in misura ancora maggiore il comparto non residenziale, dal momento che la crisi da Covid-19 si è innestata sugli effetti ancora non esauriti dalla crisi precedente.” – è quanto emerge dall’analisi del 2° Osservatorio Immobiliare 2020 di Nomisma.
Il mercato immobiliare residenziale sconta nel primo semestre 2020 le ricadute del lockdown del mese di marzo, presentando un calo tendenziale delle compravendite del 19,5%. La domanda è rivolta all’acquisto nel 55% dei casi che transitano in agenzia, contro il 45% della locazione. Tuttavia, nelle previsioni degli operatori per i prossimi mesi, la domanda di locazione tornerà a superare quella di compravendita. Tra le dinamiche peculiari del periodo attuale, gli operatori riferiscono che dopo la fine del lockdown si è registrato un aumento di domanda di acquisto di seconde case a scopo investimento. Nel primo semestre 2020 a seguito degli effetti della pandemia si assiste a una flessione dei prezzi (-2,1% annuo), che conferma il rimbalzo negativo già evidenziato nel 2019. Gli sconti medi sul prezzo iniziale richiesto confermano le forti differenze a livello di zona urbana: nelle zone di pregio e nel centro lo sconto rimane stabile rispetto al semestre precedente, tra i 13-15 pungi percentuali, mentre aumenta di due punti percentuali in semicentro e in periferia, dove raggiunge il 20% medio. La domanda di locazione è in forte aumento, ma l’offerta rimane fredda a causa dei timori dei proprietari sulle garanzie di solvibilità dei conduttori, dovute all’attuale momento economico. Con riferimento alle quotazioni, dopo due semestri in crescita, e l’ultimo – il secondo del 2019 – stazionario, il primo semestre 2020 vede un peggioramento delle quotazioni (-1,4% la variazione annuale). Il rendimento medio lordo rimane stazionari al 5,2%. Il lockdown totale nel mese di marzo ha senza dubbio allungato i tempi medi di assorbimento del mercato rispetto alla situazione pre-Covid, nella misura di 3,5 mesi per la compravendita e di 3 mesi per la locazione.
Il comparto non residenziale nel primo trimestre 2020 ha registrato una crescita delle compravendite dell’1,6% rispetto al primo trimestre 2019. Il dato è imputabile in particolare alle transazioni dei negozi (+18,2%). In calo le compravendite di magazzini e depositi commerciali (-35%), mentre performano in modo positivo sia uffici sia capannoni logistici industriali. Considerando il mercato degli uffici, gli operatori segnalano un’offerta in aumento sia per compravendita sia per locazione e domanda in calo. La flessione media dei prezzi degli uffici è ancora rilevante (-2,4% su base annua e -1,3% semestrale). Aumenta contestualmente lo sconto medio sul prezzo iniziale, soprattutto in periferia (oltre 22%). Sul fronte locazione si registra un ripiegamento dei canoni e il rendimento medio lordo annuo da locazione è pressoché stabile sul 5,2%.
I tempi medi di vendita e locazione, assestati rispettivamente su 11 e 6,5 mesi mostrano – a causa del lockdown – un allungamento di circa 4 mesi. Nel mercato dei negozi, l’incoraggiante performance semestrale dei prezzi registrata nel secondo semestre 2019 ha lasciato il posto a flessioni medie rilevanti in centro (-2,6% semestrale e -2,8% annuale). Cresce l’offerta a fronte del forte rallentamento della domanda, dinamica che ha contribuito all’aumento dello sconto medio sul prezzo iniziale richiesto di circa 2 punti percentuali, raggiungendo quasi il 24% in periferia e il 17% in centro. Le quotazioni medie dei canoni mostrano una flessione più rilevante in semicentro (-2,3% semestrale e -2,8% annuale). A causa del lockdown i tempi di assorbimento mostrano un allungamento di circa 4 mesi e mezzo per la vendita e di 4 per la locazione.