LECCE - Come si partorisce negli ospedali leccesi ai tempi del Covid? Le mamme possono condividere questi momenti con il partner o una persona cara? Possono avere subito con sé il loro bambino, come raccomandato da enti nazionali e internazionali in questi mesi, anche per avviare bene l'allattamento?
È quello che si chiedono le donne prima di partorire negli ospedali del territorio. Per loro, alle normali ansie che accompagnano spesso le future mamme in questo delicato momento, in questi mesi si sono sommate le incertezze e le preoccupazioni date dalla situazione straordinaria. Anche perché, al contrario di quello che avviene in altri ospedali italiani, persino maggiormente esposti ai rischi di contagio, nelle strutture salentine non ci sono garanzie sulla presenza del papà durante il travaglio, il parto e le prime ore dalla nascita, né sul contatto della mamma con il bambino appena nato, per favorire l'adattamento alla vita. Non ci sono certezze e posizioni ufficiali neppure in queste settimane in cui la situazione sanitaria è nettamente migliorata e la vita sociale riprende su tutti i fronti.
Così un gruppo di future mamme ha deciso di scrivere una lettera per porre queste domande direttamente all'Azienda Sanitaria Locale e ai direttori dei punti nascita, chiedendo rassicurazioni e una comunicazione chiara e pubblica. Nel far questo si sono rivolte all'associazione Rinascere al Naturale, un gruppo di madri attiviste molto presente sul territorio pugliese e non solo, che ha accolto le loro istanze e si è fatta portavoce delle loro richieste.
L'associazione è uno degli enti che costituiscono il Comitato Percorso Nascita dell’Azienda Sanitaria leccese, in qualità di rappresentante delle madri utenti. Inoltre fa parte del Comitato Consultivo Misto, il gruppo di associazioni che rappresenta la voce dei cittadini all’interno della sanità pubblica.
Rinascere al Naturale ha dunque inviato tramite posta certificata la lettera scritta dalle madri in attesa, accompagnandola con un’ulteriore lettera con cui evidenziava l’importanza di mettere tempestivamente a disposizione delle madri e dei padri in attesa informazioni chiare.
“L’iniziativa di queste donne è motivata dalla necessità di prepararsi al meglio all’evento e, fattore non secondario, essere rassicurate sulla tutela del diritto di ognuna ad un’esperienza di parto positiva” dichiara Denise Montinaro, Presidente dell’Associazione. “Abbiamo accettato di fare da tramite perché riteniamo che la nostra Associazione possa e debba collaborare fattivamente con la ASL, in primis in qualità di mediatrice con l’utenza, con l’obiettivo condiviso di garantire il diritto alla salute delle madri e dei neonati”.
Recente è la notizia della riapertura delle strutture sanitarie pubbliche e private alle visite, annunciata dal direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro. Questa notizia fa sperare che non ci siano ulteriori ostacoli alla partecipazione attiva dei papà nel percorso nascita e al contatto precoce e prolungato tra le madri e i loro neonati. Tuttavia non è ancora arrivata una risposta ufficiale alla richiesta delle mamme e non è chiaro quali siano le procedure in atto nei reparti di maternità .
A seguito dell’invio della lettera e della pubblicazione come lettera aperta sui canali dell’associazione, sono arrivate invece nuove sottoscrizioni da parte di altre mamme e papà in attesa, ma anche da parte di madri, professionisti ed associazioni regionali e nazionali che hanno voluto esprimere, in questo modo, il proprio supporto all’iniziativa. Tra le realtà che hanno aderito vi è l’Osservatorio per la Violenza Ostetrica Italia, autore del documento Position Statement Covid-19 maternità e nascita, con cui si rimarca l’importanza dell’assistenza rispettosa alla maternità e nascita anche in tempi di pandemia, documento sottoscritto anche da Rinascere al Naturale, e l’associazione Voci di nascita – Birth Community, promotrice dell’iniziativa #insiemesiconcepisce #insiemesipartorisce, che ha inviato come forma di sostegno la risposta positiva dell’AUSL di Bologna alla loro richiesta, analoga a quella delle mamme leccesi. “Abbiamo inoltrato alla nostra ASL il documento redatto dall’azienda bolognese come segno di buon auspicio” spiega Denise Montinaro “Le donne che rappresentiamo si augurano che questo modello virtuoso possa essere seguito anche qui e che presto arrivi la risposta ufficiale che attendiamo”.
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