Santa Sofia, il tardivo dolore di Francesco

(credits: Vatican Media)
NICOLA ZUCCARO - "Sono addolorato per la conversione della Basilica di Santa Sofia in Moschea". Dalla serie "meglio tardi che mai", Papa Francesco ha così esternato in apertura dell'Angelus di domenica 12 luglio il proprio dolore per una scelta che lo ha visto per troppo silente, a causa delle sue frequenti aperture di dialogo all'Islam.

Dolore di facciata per recuperare quella fetta di cattolici poco inclini al dialogo con le altre religioni monoteistiche e che da mesi si ritrovano sempre più vicini al Papa Emerito Benedetto XVI? Chissà... Fatto sta che dalla vicenda sulla trasformazione del tempio di Istanbul, il pontificato di Francesco subisce un duro colpo provocato dall'assenza di una Santa Sede quale entità diplomatica capace di dialogare con Erdogan e con il Governo turco, pur ricorrendo all'intransigenza e pur a costo di sfiorare lo scontro con essi.

Quale altro dolore esternerà Francesco con l'arrampicata sugli specchi da egli praticata nelle domeniche del post lockdown dalla finestra del Palazzo Apostolico?
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