Recensioni: il Vascello di San Ferdinando di Puglia




DELIO DE MARTINO - Alle soglie della ripartenza scolastica del nuovo anno si ricomincia a interrogarsi sulla rivoluzione didattica che a partire da marzo ha investito la scuola oltre che l’università. Non a caso l’ultimo numero de Il vascello (Anno VII n. 13 – Giugno 2020), rivista semestrale dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “Dell’Aquila-Staffa” di San Ferdinando di Puglia, è in gran parte dedicato proprio alla DAD¬¬, acronimo di “Didattica A Distanza”, che tutti i docenti, italiani e non solo, sono stati costretti ad utilizzare.

La didattica a distanza in una nazione tradizionalmente conservatrice e non particolarmente aggiornata sulle nuove tecnologie fino allo scorso anno era un tema quasi considerato di nicchia e almeno nell’immaginario collettivo appariva relegato soprattutto alle università telematiche e a pochi sperimentatori di nuove tecnologie. Ma l’emergenza sanitaria ha costretto a un enorme aggiornamento pratico e metodologico. In quest’ultimo numero Il vascello fa il punto della situazione dalla visuale di un piccolo centro pugliese ma animato da grande spirito di adattamento e interesse all’innovazione. È particolarmente interessante il punto di vista di un istituto di un piccolo comune se si pensa che le prime forme di formazione a distanza in Italia affondano le radici già ai tempi di Radio rurale, durante il fascismo, proprio per raggiungere, attraverso la radio, gli studenti nei più remoti centri rurali. D’altronde l’Istituto di San Ferdinando non dista molto dall’Università di Foggia e dal suo laboratorio di punta, il prestigioso CEA (Centro E-learning di Ateneo), un punto di riferimento fondamentale a livello nazionale per la formazione a distanza.

La rivista - attraverso gli articoli di Ruggiero Isernia, Carmine Gissi, Rita Azzolini e Fortunata Russo, Francesco Procida, Alessandro Porcelluzzi, Antonio Dipace e Rino Mutarelli e Vincenzo Gallo - analizza i paradigmi didattici, opportunità e limiti, l’uso di internet e la costruzione degli ambienti di apprendimento digitale oltre al problema ancora aperto della valutazione ai tempi della DAD, i problemi dell’inclusione e della disabilità a distanza. Tra apocalittici e integrati la DAD appare come un’ancora di salvezza, una scelta obbligata, ma è stata comunque una vera rivoluzione.  ¬
Oltre alla tematica della DAD una consistente sezione della rivista è dedicata a un OMAGGIO A JOSEPH TUSIANI, intellettuale di San Marco in Lamis che ha fatto il giro del mondo arrivando oltreoceano dall’Italia negli Usa per conoscere il padre all’età di ormai 23 anni. Figura poliedrica, Tusiani ha esportato Dante e la cultura italiana in America. La figura dell’autore è ben riassunta in un primo articolo di Grazia Stella Elia, autrice anche di una commovente lettera a Tusiani in cui ripercorre la fitta relazione di amicizia e di poesia con exempla di alcune liriche in italiano, dialetto e latino. In particolare si sofferma sugli ultimi anni di vita e sugli ultimi ricordi. Cosma Siani invece approfondisce “Tusiani musicologo” che alla poesia affiancava la passione per la musica sia a livello teorico che pratico. Antonio Di Domenico a sua volta approfondisce l’aspetto poetico e Stefania Bafunno si sofferma sulla “guida alla poesia di Tusiani”, che, come sottolinea Antonio Di Domenico, aveva vissuto tutta la vita “per la poesia”. La parte dedicata a Tusiani termina con gli articoli di Michele Galante sul primo convegno internazionale sull’autore organizzato in Italia (San Marco in Lamis, 7 maggio 1999) e di Luigi P. Marangelli sul mondo fantastico dello scrittore. L’OMAGGIO si conclude con “Il Necrologio di Tusiani sul New York Times”.

Nella sezione STUDI E SAGGI figurano gli interessanti contributi sul “giovane Marx” (Alessandro Procelluzzi), “Armonia e disarmonia nella natura” (Tina Ferreri Tiberio), su “Vincenzo Valente dialettologo e filologo di rango” (Marco de Santis) e sui “Buchi neri supermassicci” (Michele Distaso).

Completa la rivista la sezione storica STORIA E MEMORIA con saggi su Di Vittorio (Gianni Sardaro) sul piano Marshall e i paradigmi sociali ed educativi (Maria Teresa Santacroce), che ripercorre un periodo il quale, proprio come quello attuale, ha segnato una pietra miliare nella storia della pedagogia, sulla “Giunta provinciale di Sabino Vania” (Nunzio Todisco) e su L’idea del popolo, un periodico politico di San Ferdinando di Puglia dei primi del ‘900 (Michele Ferri).

Negli ASTERISCHI vi è il racconto dell’udienza papale della scuola di San Ferdinando e l’omelia del Cardinale Angelo Comastri a cura di Silvia Dipace. Dopo lo SCAFFALE DELLA POESIA, a cura di Silvia Dipace, dedicato alle poesie di Alessandra Stella, il fascicolo si chiude con sei recensioni nelle quali sono analizzati il volume sulla storia della scuola e sul vuoto come svuotamento di significato e perdita della “nostra migliore tradizione culturale” (L’aula vuota di Ernesto Galli della Loggia. Come l’Italia ha distrutto la scuola), alcune testimonianze letterarie del territorio pugliese (Martina Franca di Cesare Brandi, Prefazione di Vittorio Sgarbi, La nave di Teseo 2019 e Terre d’Italia. Poesie e dintorni delle terre di Bari a cura di Massimo Massa e Teresa Infante, Oceano 2019), il suggestivo romanzo montaliano Io non sono Clizia di Valeria Traversi (Raffaelli 2019), con quel malizioso “non” secondo l’antico modulo dell’“io non sono”, l’annuario 2020 dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di San Ferdinando di Puglia. La recensione finale è dedicata all’ultima pregevole silloge poetica di Grazia Stella Elia, Alle radici dei versi (Progedit 2020), incentrata sull’affascinante binomio piante e poesia e con l’attenta e puntuale Prefazione di Pietro Sisto.
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