Sotto assedio degli incendi in California ci sono anche i pregiati vigneti della Napa Valley e di Sonoma County in piena vendemmia con vigneti e cantine danneggiati ed evacuati nonostante si trovino in piena raccolta. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla dichiarazione di disastro nazionale del presidente Usa Donald Trump per i roghi devastanti che hanno colpito la California dove si è sviluppata la produzione di vino degli Stati Uniti che ha raggiunto quasi il 10% del totale mondiale.
Il risultato – sottolinea la Coldiretti – di una crescita vorticosa delle coltivazioni che hanno consentito agli Usa di diventare il quarto produttore di vino a livello globale dopo Italia, Francia e Spagna con una quantità di 24 milioni di ettolitri. In tutta la zona colpita dal fuoco – sottolinea la Coldiretti – è stata bloccata la vendemmia e sospese le visite turistiche ma anche chi riesce a restare aperto deve fare i conti con la mancanza di corrente, per cui a “sopravvivere” è solo chi entra in possesso di generatori di emergenza.
I primi vigneti negli Usa sono stati piantati proprio nella Napa Valley negli anni 60 e da allora si è verificata una crescita ininterrotta nella produzione e nella domanda tanto che gli Stati uniti sono diventati il primo consumatore mondiale di vino con 33 milioni di ettolitri che solo in parte vengono soddisfatti dalle importazioni. La California – continua la Coldiretti – è la zona vitivinicola più famosa di tutti gli Stati Uniti d’America, tanto da essere considerata come sinonimo di vino americano con una produzione basata soprattutto su vitigni “internazionali” e tecnologie avanzate.
L’Italia – conclude la Coldiretti – è il principale esportatore di vino negli Stati Uniti in quantità per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro nel 2019 e un andamento praticamente stabile nel 2020 nonostante l’emergenza coronavirus anche per i superdazi imposti da Trump che hanno risparmiato il nettare di Bacco Made in Italy ma non quello dai principali concorrenti francesi.
Il risultato – sottolinea la Coldiretti – di una crescita vorticosa delle coltivazioni che hanno consentito agli Usa di diventare il quarto produttore di vino a livello globale dopo Italia, Francia e Spagna con una quantità di 24 milioni di ettolitri. In tutta la zona colpita dal fuoco – sottolinea la Coldiretti – è stata bloccata la vendemmia e sospese le visite turistiche ma anche chi riesce a restare aperto deve fare i conti con la mancanza di corrente, per cui a “sopravvivere” è solo chi entra in possesso di generatori di emergenza.
I primi vigneti negli Usa sono stati piantati proprio nella Napa Valley negli anni 60 e da allora si è verificata una crescita ininterrotta nella produzione e nella domanda tanto che gli Stati uniti sono diventati il primo consumatore mondiale di vino con 33 milioni di ettolitri che solo in parte vengono soddisfatti dalle importazioni. La California – continua la Coldiretti – è la zona vitivinicola più famosa di tutti gli Stati Uniti d’America, tanto da essere considerata come sinonimo di vino americano con una produzione basata soprattutto su vitigni “internazionali” e tecnologie avanzate.
L’Italia – conclude la Coldiretti – è il principale esportatore di vino negli Stati Uniti in quantità per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro nel 2019 e un andamento praticamente stabile nel 2020 nonostante l’emergenza coronavirus anche per i superdazi imposti da Trump che hanno risparmiato il nettare di Bacco Made in Italy ma non quello dai principali concorrenti francesi.
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