FRANCESCO GRECO - “Nui simu pane, simu fatica, / simu suduru cu tantu de core…”. “Meraviglia!”, ha subito esclamato su facebook Iskra Menarinis, corista storica di Lucio Dalla. Cosimo Negro, radiologo al “Daniele-Romasi” di Gagliano, abbagliato, è rimasto senza parole, per un quarto d’ora lui e la moglie si sono guardati in silenzio, poi, per l’emozione sono scoppiati in lacrime. L’imprenditore Fabrizio Manco (agriturismo “Le Serine”, Leuca) ha scritto di getto un lungo post su Facebook, come frastornato dalla bellezza, avvinto dall’energia, conquistato dalla solarità di “Nui simu…”, l’inno del Salento scritto e arrangiato dal maestro Francesco De Siena (Morciano di Leuca), che le radio trasmettono da mane a sera e sul suo profilo facebook sta facendo migliaia di visualizzazioni da ogni parte del mondo. A un primo ascolto, c’è qualcosa che rimanda all’inno del Regno delle Due Sicilie composto dal tarantino Giovanni Paisiello: stessa forza dirompente, magia, solarità.
“Simu radici trasute ‘ntra terra, / simu nu cantu ca vola luntanu…”. Vi sveliamo il retroscena di qualcosa che andrà molto lontano, che sta conquistando il cuore dei Salentini sparsi ovunque nei cinque continenti e che probabilmente resterà per sempre. Forse andrà il 28 agosto alla “Notte della Taranta”, a Melpignano. “E quannu scarfa lu sule / te senti un Re…”.
Nel cuore di tenebra del lockdown a primavera, spinto dall’urgenza di rilanciare l’immagine delle sue marine quando la quarantena sarebbe stata bypassata, il Comune di Morciano di Leuca ha commissionato al musicista De Siena una “base” da mettere in sottofondo al montaggio di un po’ di immagini di repertorio da far girare sul web per attirare i turisti. Una di quelle musichette alla Rondò Veneziano che i ph mettono come sottofondo ai video dei matrimoni. Eravamo in piena “clausura”, tutti segregati in casa, uscite motivate per comprare da mangiare, farmacie, altre urgenze legate alla salute.
“Guardavo il mio paese con le strade vuote – confida il maestro De Siena – e un nodo mi stringeva la gola. Mi dicevo: torneranno mai più le voci dei bambini che giocano, i ragazzini con la bicicletta, i vecchi che vanno nei campi? Ho avuto paura che tutto stesse per finire, la nostra antica cultura, le tradizioni, la memoria, come se fossimo arrivati al the end… Un senso di confusione e di stordimento mi faceva star male…”.
“Te senti Regina de sta terra mia…”. Questo è il background di “Nui simu…” (Gente de core). Con le cicale all’inizio e alla fine (“Non è stato facile trovarle…”, sorride Francesco con una luce di gioia nello sguardo). Poi spiega la filologia dell’arrangiamento: l’alba, il sole che nasce, perché ci ha messo la chitarra del maestro Enrico Duma (Galatina), i violini, la fisarmonica, le percussioni, la voce della figlia Elisa, 15 anni (col musicista nella foto).
Ad ascoltarla più volte (durata tre minuti e mezzo, testo e musica depositati alla Siae), un senso di vertigine, come succede con la vera poesia, la bellezza, il sacro, si ricava sempre più vividamente la stessa impressione: come se fosse stato scritto in trance, sospesi da terra, in uno stato di spleen, di euforia del cuore e dei sensi, rielaborando i ricordi di papà Antonio e nonno Cosimo (che non ci sono più), contadini per tutta la vita, un rapporto ancestrale, ombelicale con la terra, che hanno amato, da cui sono stati nutriti e di cui si sono sentiti una propaggine, un tutt’uno. E da Geo sono stati amati e ricambiati.
Altri retroscena; la musica composta da De Siena è stata usata dal Comune per il suo video promozionale, che ha fatto in pochi giorni 50mila visualizzazioni. Però il musicista voleva qualcosa di più originale, di esclusivo, così si è rivolto al filmaker Fabio Perrone, un salvese che vive a Perugia (fa il portiere d’albergo) e che nell’altro secolo su via Roma aprì il “Discobolo”, il primo negozio di dischi della zona, e fece conoscere i Rolling Stones, i Deep Purple, i Black Sabbath, i Pink Floyd, i Genesis, insomma, la storia del rock.
Fabio si è messo al lavoro e fra immagini estrapolate dal web e originali girate di suo è venuto fuori un lavoro di impressionante bellezza, di grande impatto emotivo, che montato col testo e la musica e rilanciato sui social sta spopolando su You Tube, Spotyfy e altre piattaforme e, come si diceva, alle radio libere di Puglia. Like, condivisioni e bellissimi commenti a valanga.
“Mi sono subito reso conto di aver scritto qualcosa di bello…”, sorride Francesco, che è un ragazzo modesto e quasi mai si lascia andare con le parole. Ma è la stessa sensazione che prova chi ascolta “Nui simu…”, una canzone che nasce dal cuore di una terra e dei suoi abitanti, che tiene avvinti con una strana energia che se anche parti ti fa tornare, una tenera, struggente dichiarazione d’amore, speranza, immensa gratitudine.
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