ROMA - “Capiamo che in un momento di grande difficoltà ci si possa giocare la carta del capro espiatorio, ma il vizietto di attribuire ad altri responsabilità proprie, anche dopo cinque anni, è francamente insopportabile e non paga nemmeno. Il Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 infatti è stato approvato dal Presidente Michele Emiliano e non da chi c'è stato prima”. Lo scrive in una nota il senatore Dario Stefàno, già assessore all’agricoltura della Regione Puglia, ascoltando le parole del governatore uscente Emiliano a seguito di un’iniziativa organizzata da Copagri.
“Non si ricordano così tanti ricorsi per dei bandi a valere su risorse comunitarie, come in questo quinquennio appena trascorso – prosegue Stefàno. Lo avevamo previsto, detto e ridetto: quelle graduatorie sono frutto di criteri di selezione che Emiliano ha prima concepito e poi approvato, e si basano su dichiarazioni personali dei singoli partecipanti senza alcuna comprovata certificazione. Una trovata che non poteva produrre nulla di buono. Ed ora la probabile restituzione di centinaia di milioni di euro di fondi europei in una regione che aveva l’obbligo di rispondere, con tempestività, al flagello Xylella è l’epilogo inevitabile e disastroso, che descrive perfettamente ciò che è stata l’attività dell’assessorato all’agricoltura nell’ultimo quinquennio”.
“Eppure l’eredità che abbiamo lasciato nel 2015 è quella di un’agricoltura messa al centro dello sviluppo economico della regione, con cento masserie didattiche riconosciute, 2500 giovani insediati come nuovi agricoltori e un PSR 2007/2013 chiuso con un overbooking di impegni di oltre 200 milioni di euro, che ha consentito ad Emiliano di attutire il disastro”.
“Ormai è chiaro il modus operandi. Ma, se da un lato c’è l’ego smisurato di chi cerca di condonare i propri fallimenti screditando chi c’era prima, dall’altro, resta un intero mondo agricolo che ha pagato - continua Stefàno - di tasca propria e sulla propria pelle cinque anni di ritardi e di ricorsi. Cinque anni sono un tempo sufficiente per riscrivere il PSR, qualora le esigenze e le necessità lo dovessero imporre. Una gestione preparata ed elastica avrebbe saputo rispondere alle mutate esigenze del comparto”.
“Emiliano - conclude il senatore salentino - ha ragione solo su un punto: il rinnovamento del PSR. Infatti, la regia politica e la guida tecnica non sono state all’altezza della situazione e vanno assolutamente riviste”.