Bitetto, raccolti i carretti del maestro Martire Rocco Cianciotta
BITETTO - L'Associazione culturale 'Il carro del tempo nel tempo del carro', in un percorso di recupero artistico unico nel suo genere, ha raccolto alcuni dei carretti e degli attrezzi che la civiltà contadina di Bitetto e del territorio utilizzava nella vita quotidiana. Il maestro carradore Martire Rocco Cianciotta ha voluto riprodurre con fede e nei dettagli una collezione in miniatura interamente fatta a mano. Tutto questo per far conoscere ai nostri giovani quello che utilizzavano i nostri nonni fino al dopo guerra.
“Il pregio e il privilegio di saper lavorare e gestire meticolosamente il materiale acerbo offertoci dalla natura hanno da sempre contraddistinto la spiccata e talentosa passione di mastro Rocco Cianciotta, anima buona, generosa, gentile e al contempo determinata nel voler preservare intatti i valori onesti del duro lavoro e della lealtà di spirito della nostra tradizione contadina". Sono le parole dell'avv.Alessandro Amendolara, che commenta l'iniziativa.
"Originario di Bitetto - prosegue Amendolara -, si è sempre prodigato per l’amore della famiglia che lo ha incoraggiato nella sua passione, nella sua rara maestria conducendolo a riprodurre, con smisurata pazienza e abnegazione, gli antichi attrezzi e i mezzi del retaggio contadino. Chiunque abbia avuto l’opportunità di ammirare dal vivo i suoi capolavori in miniatura, ha potuto apprezzare immediatamente la sensibilità, la cura e la premura che mastro Rocco ci metteva nell’impostare l’esatta proporzione delle forme, frutto, prevalentemente della sua intuizione e di un suo calcolo che avveniva quasi ad occhio! Mastro Rocco aveva il dono dell’equilibrio e dell’armonia delle forme che prendevano volume e sostanza in modo da poter tramandare gli autentici valori dei nostri avi, grazie ai sacrifici dei quali le generazioni future sono state in grado di ergersi, contribuendo al progresso della società. Grazie, grazie ancora, mastro Rocco, avremo il privilegio di conservare i tuoi doni a memoria delle prossime generazioni”, conclude Amendolara.
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