Coldiretti: pesce confiscato sulle tavole di 4 mln di nuovi poveri

(Pixabay)

ROMA - “Salgono a 4 milioni i poveri che con l’aggravarsi della situazione in autunno per le conseguenze dell’emergenza Covid-19 saranno costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari”. E’ quanto ha evidenziato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di destinare agli indigenti anche le dieci tonnellate di pesce illegale confiscate ogni anno in Italia, nell’ambito dell’incontro di presentazione del progetto “Ri- pescato” di Banco Alimentare e Intesa San Paolo.

Fra i nuovi poveri nell’autunno 2020 – sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la Penisola ma le maggiori criticità si registrano nel Mezzogiorno con il 20% degli indigenti in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia ma condizioni di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) secondo le proiezioni Coldiretti sugli ultimi dati del Fondo di aiuti europei agli Indigenti (Fead).

Salvare il cibo sequestrato sul mercato illegale per destinarlo agli indigenti – sottolinea la Coldiretti – è un contributo importante anche alla riduzione degli sprechi con un impegno importante dell’Italia in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari proclamata dall’ONU per il 29 settembre. In Italia si calcola infatti che vengano persi ogni anno circa 36 kg di alimenti a testa secondo Waste Watcher nonostante oltre la metà degli italiani (54%) abbia diminuito o annullato gli sprechi alimentari. Dal campo alla tavola – evidenzia la Coldiretti – gli sprechi costano 16 miliardi di euro in un anno. Il recupero del cibo non è solo una questione etica ma determina– precisa la Coldiretti – anche effetti sul piano economico e ambientale per l’impatto sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.

Per questo – afferma la Coldiretti – è importante il progetto “Ri-Pescato” per il recupero, la lavorazione del pesce confiscato in Sicilia e la sua distribuzione agli enti caritativi con un modello da estendere anche ad altre regioni costiere in Italia. Il piano di solidarietà anti spreco prevede che i prodotti ittici una volta sequestrati dalla Guardia Costiera vengano conservati in celle frigorifere messe a disposizione, a Catania, dal MASS (Mercati agro – alimentari Sicilia). Dopo le opportune verifiche igienico sanitarie – spiega Coldiretti – il pesce di piccola taglia, viene distribuito agli enti caritativi siciliani e calabresi che si occupano di assistenza e aiuto alimentare alle persone mentre per il pesce di grossa taglia è previsto il trasporto presso aziende o cooperative locali per la porzionatura, l’abbattimento termico, il congelamento e lo smaltimento dei rifiuti prima della distribuzione ai bisognosi.

“Il progetto rappresenta anche un contributo alla lotta contro il cibo illegale per la quale è importante la riforma dei reati in materia agroalimentare con il testo predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti per aggiornare le norme risalenti anche agli inizi del 1900, dalla lotta all’agropirateria e al falso made in Italy all’introduzione del reato di disastro sanitario fino alla possibilità di assegnare in beneficenza, alimenti confiscati” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere che anche sul pesce “occorre garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria “carta del pesce’” oltre ai passi avanti già fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, che devono però essere accompagnati anche dall’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato”.

Il progetto di aiuti agli indigenti con il recupero anti spreco del pesce illegale affianca quindi l’impegno di quasi 4 italiani su 10 (39%) che dall’inizio dell’emergenza Covid secondo l’indagine Coldiretti/Ixè hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori. Infatti con l’iniziativa della spesa sospesa degli agricoltori di Campagna Amica – sottolinea la Coldiretti – 2 milioni di chili in frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero sono stati consegnati ai più bisognosi. Si tratta – conclude la Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento.