Crolla il lavoro nei campi senza braccianti stranieri

Agricoltura Aratura Aratro - Foto gratis su Pixabay
(Pixabay)
 
ROMA - Crollo record del 7% delle ore lavorate anche in agricoltura per effetto del blocco delle frontiere a molti dei 370mila lavoratori stranieri dai quali dipende quasi ¼ dei raccolti Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati sul mercato del lavoro divulgati dall’Istat relativi al secondo trimestre 2020. Nonostante il lockdown, nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma – sottolinea la Coldiretti – a pesare sui raccolti è stato il mancato arrivo di braccianti dall’estero che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. 

Una mancanza che non è stata accompagnata – denuncia la Coldiretti – da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. Una esigenza che vale anche oggi con l’inizio delle campagne di raccolta della frutta autunnale e la vendemmia in piena ripresa della pandemia in Europa e il vincolo della quarantena che frena l’arrivo dei lavoratori stranieri. “L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia” afferma il presidente la Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore agile e flessibile che tagli la burocrazia e risponda soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa considerato il periodo di crisi”.