BARI - Formazione, nuove competenze e nuove economie: la ricetta di Elena Gentile, candidata con il Pd al consiglio regionale pugliese, per il rilancio dell’occupazione, passa da un semplice binomio. “Oggi la formazione professionale in Puglia è ferma a un mondo che non c’è più - denuncia - è indispensabile cambiare, bisogna incrociare le nuove economie che rappresentano un orizzonte nuovo, in accordo con le mutate suggestioni europee. Mi riferisco all’economia circolare, la sharing economy, l’economia verde e l’economia del mare, driver di sviluppo che presuppongono un modello di sostenibilità da adottare, anche attraverso il contenuto della formazione professionale, proiettandola verso il mondo che verrà ”. E in questa sfida il ruolo della politica è quello di “utilizzare risorse e spunti europei per promuovere le nuove imprese, ma anche le startup - avverte l’ex assessore ed europarlamentare- devono essere orientate verso il mondo che verrà , devono inevitabilmente tenere conto di quello che c’è in Europa”.
Il rischio, in caso contrario, è quello di esaurirsi in breve tempo: “Non tutte le startup possono avere un’aspettativa di vita lunga, alcune nascono su filoni dell’economia già consumati e che poi si estinguono. Ecco che la formazione assume un’importanza rilevante anche per il giovane imprenditore, a lui devono essere rappresentate le occasioni vere per fare sviluppo e creare, di conseguenza, altra occupazione”. Un esempio pratico? “Siamo abituati a pensare al ‘rifiuto’ come possibile oggetto di riciclo. Ma dobbiamo spostare l’obiettivo e considerare, ad esempio, come il grande parco del rifiuto tecnologico può essere oggetto di ripresa e fonte di nuova occupazione, sfruttando competenze di alto contenuto per la progettazione e usando in parallelo nuovi materiali”.
A sostegno della parte progettuale, i finanziamenti europei. “C’è il nuovo Fondo sociale europeo che sta per essere approvato - spiega Elena Gentile - sta concludendo il suo iter di approvazione, è già strutturato, ci ho lavorato anche io, e sarà molto orientato a promuovere le politiche attive per il lavoro, finanziando la nuova formazione ma fornendo anche strumenti per l’emersione dal nero”.
Va in sostanza evitato uno sterile assistenzialismo: “Alle nuove imprese non servono solo gli incentivi, va incoraggiata la formazione aprendo scenari che in Europa ormai si stanno affermando. Per superare la crisi bisogna accompagnate le imprese sulla strada di innovazione, di processo e di prodotto. Digitalizzazione e robottizzazione, questa è la mia ricetta”.
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