LANZAROTE - Il 6 agosto, un video girato con uno smartphone in una fattoria a Teguise sull'isola di Lanzarote in Spagna è stato pubblicato su Facebook ed è diventato rapidamente virale. Durante i pochi minuti di riprese spaventose, Timple, un cane gentile e socievole, amato da molti abitanti del villaggio che lo hanno nutrito e coccolato per diversi anni, muore di crudeli atti umani. Nelle immagini vediamo l'animale con gli arti legati e la bocca chiusa con diversi strati di nastro adesivo. La povera bestia respira a fatica e striscia sotto un sole cocente. Le sue grida possono essere ascoltate attraverso i pochi sbuffi d'aria che riesce ancora a prendere dolorosamente prima di soccombere. Gli autori sono un uomo di 39 anni di nazionalità argentina, Pedro Borrelli, e una donna di 41 anni, Miriam Coll, dell'isola di Lanzarote. Sono stati processati dopo un processo giudiziario di rapidità storica.
Se la Spagna oggi è indignata è perché in molti credono che la condanna della coppia, accaduta quest'estate, non sia all'altezza della gravità dei fatti, riporta un redattore del quotidiano La Provincia. Fu in questo momento che la notizia decollò. La popolazione ha appreso che il consiglio comunale non aveva informato le associazioni per la protezione degli animali dei fatti, né si era si era costituita nel processo. L'accusa è stata avanzata solo dal pubblico ministero che ha optato per la pena minima di 6 mesi di carcere per abusi sugli animali con conseguente morte, che può arrivare fino a 18 mesi di reclusione. I torturatori hanno anche beneficiato di una riduzione di un terzo della pena. E poiché la coppia non aveva precedenti penali, il giudice ha concesso una sospensione dell'esecuzione della pena.
Pedro e Miriam non saranno quindi in prigione. Inoltre, diversi quotidiani spagnoli hanno rivelato che gli accusati provenivano da una famiglia con forte influenza sull'isola, proprietaria di diversi media e diverse attività commerciali. Lo stesso Pedro accusato avrebbe ammesso in pubbliche spiegazioni che sua moglie aveva chiamato il giorno della sua accusa una persona influente per abbassare la pena. In loro difesa, la coppia afferma di aver deciso di legare l'animale perché ha morso l'uomo. Perché hai filmato l'agonia dell'animale? Gli imputati avrebbero risposto che non sapevano cosa fare. Da allora, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono state organizzate diverse manifestazioni di cittadini indignati per inasprire le leggi relative agli abusi sugli animali.
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