di PIERO LADISA – Il lockdown forzato, che ha accompagnato tutta la nostra nazione nei mesi scorsi, ha privato la città di Bari di celebrare tra il 7 e il 9 maggio il proprio santo protettore: San Nicola. Un trittico di festa dove la città si è sempre ritrovata per rendere omaggio al grande taumaturgo di Myra e all’impresa dei 62 marinari.
Nel corso degli anni su San Nicola sono stati scritti innumerevoli libri, tra i quali figura anche quello di Vito Maurogiovanni dal titolo “Un gran Santo…” (Levante editore 2005). Il titolo breve, ma significativo, fotografa l’importanza che Nicola ha avuto, che ha e che continuerà ad avere nella cultura occidentale e orientale: un autentico ponte tra due mondi che si ritrovano proprio attorno alla sua figura e alla sua intercessione.
L’opera del compianto Maurogiovanni consta di un centinaio di pagine, nelle quali l’autore con dovizia di particolari ripercorrere tutte le tappe che hanno scandito la vita di Nicola (nato a Patara nel 270 e morto a Myra nel 343), i suoi miracoli, tutto quello che ha significato il suo lascito, fino ad arrivare alla traslazione avvenuta nella notte del 20 aprile 1087 e ai vari tumulti sociali che sfociarono a Bari dopo il rientro delle "caravelle" da Myra.
Maurogiovanni inoltre, nel suo stile semplice ma al tempo profondo e ricco di tutte quelle necessarie precisazioni storiche, non si limita a raccontare solamente l’iter storico di San Nicola ma analizza anche l’impatto che il vescovo di Myra ha avuto in tanti paesi, alcuni lontani geograficamente, ma uniti simbolicamente dalla grandezza del suo nome e della sua fama.