Libri: "Veloci più del tempo", gli eroi italiani del motorsport dagli albori agli anni '70

di PIERO LADISA - C'era una volta in cui i piloti italici rappresentavano una nutrita colonia nell'universo del motorsport, in particolar modo in Formula Uno, dove dettavano legge. Sulla storia dei nostri beniamini è uscito negli scorsi mesi un interessante volumetto scritto a quattro mani da Carlo Luciani e Michele Montesano, redattori della testata giornalistica LiveGP.it, dal titolo "Veloci più del tempo. I protagonisti italiani del Motorsport dagli albori agli anni '70" (pp. 103, € 7,99). 

Con un certosino lavoro di confronto e di studio tra le varie fonti storiche, Carlo e Michele hanno portato alla luce quest'opera che racchiude le carriere di piloti del calibro di Tazio Nuvolari, Nino Farina, Alberto Ascari e tanti altri. Ma il loro lavoro non si è certo esaurito qui: prossimamente uscirà la seconda parte di questa collana che coprirà il periodo compreso dagli anni '80 fino ai giorni nostri. 

INTERVISTA AGLI AUTORI

D. In quanto tempo avete partorito questo progetto? 
R. "L’idea è nata da Carlo (dice Michele, ndr) all’inizio di quest’anno, che ha pensato di raccogliere in un unico volume le storie dei principali protagonisti dell’automobilismo italiano. Poi sono stato trascinato in questo progetto ed ho accettato con piacere. In un paio di mesi siamo riusciti a raccogliere le storie dei principali protagonisti italiani dell’automobilismo dagli inizi del ‘900 fino agli anni ‘70. L’obiettivo era arrivare fino ai giorni nostri, ma con il diffondersi del Covid-19 abbiamo deciso di fermarci e di regalare agli appassionati qualcosa da leggere durante il lockdown". 

D. Qual è stato il ritratto di campione che ha richiesto più tempo e approfondimenti? 
R. "Sicuramente i protagonisti degli albori dell’automobilismo hanno richiesto un lavoro di ricerca maggiore. Bisogna raccogliere con attenzione le giuste fonti per non cadere nella banalità e fare in modo di essere il più originali possibile, trovando magari aneddoti non solo sulla vita agonistica del personaggio, ma anche di quella privata". 

D. Qual è la storia che vi ha rapito maggiormente a livello sportivo e umano? 
R. "In realtà sono tutte belle storie, perché accomunate dalla stessa passione per le corse. Forse, visto anche il percorso di studi che ci accomuna, le storie più affascinanti sono quelle dei piloti progettisti, ovvero di coloro che oltre ad essere bravi piloti si sono dimostrati anche abili collaudatori e ingegneri, progettando e realizzando dei prototipi da corsa, basti pensare a Piero Taruffi ed Arturo Merzario". 

D. Vi aspettavate che il libro potesse avere riscontri così positivi? 
R. "In realtà no, siamo stati apprezzati più di quanto potessimo immaginare. E’ stata una sensazione indescrivibile aprire la classifica Amazon, riguardante la categoria Motori, e ritrovarci al secondo posto. Inoltre la nostra fatica letteraria è stata apprezzata anche all’estero, insomma un bel punto da cui partire. La pubblicazione di questo libro è stata anche un’occasione per far conoscere il mondo del motorsport in zone del Sud Italia dove la cultura dei motori non è così radicata come altrove. Allo stesso tempo è stata anche un’opportunità di crescita personale, che ci ha fatto scoprire la figura del pilota da un punto di vista molto più umano". 

D. A che punto siete con la stesura della seconda parte? 
R. "Abbiamo già iniziato a raccogliere fonti riguardanti diversi piloti a partire dagli anni ‘80, periodo in cui la presenza italiana in Formula 1 era foltissima. Nonostante il grande talento dei piloti italiani di quel periodo, tuttavia nessuno di essi è riuscito a conquistare un titolo mondiale, andandoci però molto vicino. Storie dunque anche sfortunate, ma che non hanno scalfito l’affetto da parte dei tifosi, coloro che magari hanno vissuto dal vivo una Formula 1 più vicina al pubblico e che quindi avranno ancora più piacere di leggere la seconda parte del libro". 

D. Dalla F1 del passato a quella attuale. Un vostro punto di vista sull'attuale situazione Ferrari
R. "La situazione ovviamente non è delle migliori. Sbagliare il concetto di una vettura sapendo che il regolamento 2021 è praticamente congelato di certo non aiuta la squadra. Bisognerà attendere quindi almeno il 2022 per sperare di rivedere una Ferrari competitiva. Vedremo se ci sarà modo di lottare per il titolo, ma forse questo richiederà anche più di 2 anni. Sicuramente questa non è una bella notizia per i tifosi Ferrari, ma più in generale per i fan della F1, desiderosi di vedere delle gare più combattute e non un monologo di un solo team, o peggio, di un solo pilota".

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