FRANCESCO GRECO - Per la rivista “Forbes”, autentica bibbia quando si parla di finanza, ricchezze, patrimoni, money, è una delle “menti” italiane in tema di economia e business. E data la sua autorevolezza, riconosciuta in termini planetari, è da ritenere una vera e propria “consacrazione”.
Piccoli economisti crescono, in Salento, a Maglie (Lecce). Una vocazione naturale. Da ragazzo gli altri leggevano “Topolino” o smanettavano sul cellulare, lui invece sfogliava “Il Sole 24ore”, “Italia Oggi”, “Milano Finanza”. La tv lo annoiava, guardava solo programmi di approfondimento economico e finanziario, sulle reti private.
A 29 anni Mattia Petracca è una delle eccellenze del Salento e d’Italia. Con davanti un grande avvenire. “Forbes” infatti lo considera uno dei più promettenti analisti finanziari sotto i 30 anni. Di cui sentiremo parlare domani, perché il ragazzo è determinato quanto ambizioso e continuamente getta il cuore oltre l’ostacolo.
Il background parla per lui. Dopo la scuola dell’obbligo, laurea triennale in Economia e Gestione Aziendale alla Cattolica di Milano. Quindi specialistica in MSC in Finance in Gran Bretagna (University of Bath).
Mattia ha capito subito che bisogna confrontarsi col pianeta, dialogare con il mondo, in una materia che riscrive di continuo la sua semantica. Restare al paesello, comodamente arroccati nella propria stanzetta, con la mamma che cucina la minestrina e ti stira la camicina, è sbagliato, può essere fatale per chi ha doti particolari, per i talentuosi.
Fare rete è importante e in Gran Bretagna Mattia ha incontrato e si è relazionato con ragazzi provenienti di tutto il mondo, dotati, vincitori di borse di studio. Cosa che non sarebbe accaduta se fosse rimasto a fare le “vascate” e la movida a Maglie.
Stava ancora studiando e già gli piovevano addosso proposte di lavoro da tutti i continenti: fondi e banche di investimento. Alla fine è rimasto a Londra, accettando di lavorare con Met Travers come Proprietary Derivates Trader. Mica facile. Anche sotto l’aspetto emotivo.
Mentre quelli rimasti al paesello aspettavano impazienti la “paghetta” per una pizza e birra con la morosa, ogni giorno Mattia muoveva fra i 750 e i 900 milioni di dollari. E mentre gli aborigeni si alzano a mezzogiorno, col mal di testa, perché ubriachi vanno a dormire alle 6, il trader a quell’ora era già in riunione per attenzionare i mercati asiatici. E da quelle parti, dove il denaro non dorme mai, non si esce dall’ufficio mai prima delle 11 di sera, se va bene.
Dopo questo “passato”, Mattia si è dato un’altra sfida: specializzarsi in investment banking. E’ tornato in Italia e si è stabilito a Milano lavorando per Integrae SIM. Come Equity Research, segue più di trenta società quotate su AIM, che rappresenta tra il 25 e il 30% del mercato mondiale. I suoi report (una sessantina l’anno) li si può vedere sul sito della Borsa Italiana, Bloomberg, Reuters. E su quelli degli investitori istituzionali e professionali.
Mattia è innamorato della sua terra, se la porta nel cuore, ma i suoi sogni può realizzarli solo a Milano, come Equity Analyst. Purtroppo per il Salento. E tuttavia, non scorda le radici e confida: “Vorrei aiutare i giovani imprenditori del Salento, assisterli nel creare delle start-up all’avanguardia, ma anche piccole e medie imprese, magari in futuro farle quotare in Borsa”.
Idee chiare, coraggio, tanto lavoro. Il “segreto” è qui. Mattia ci è riuscito, ora tocca agli altri che come lui coltivano delle passioni. Lo diceva anche Pasolini che è la passione la chiave di tutto, specie in tempi come quelli che viviamo, in cui abbiamo bisogno di falangi di ragazzi come l’economista di Maglie che ogni giorno affronta il mondo.