Una “rivoluzione” notevole rispetto alla generazione precedente di questi sistemi, uscita da “BionIT Labs” di Poggiardo (Lecce), ideata dall’ing. Giovanni Zappatore e dal suo team: 13 persone comprendenti varie discipline in cui sono delle eccellenze), idea che muove dal 2018, quando il ragazzo ebbe l’intuizione di far della tesi di laurea una start-up per potersi auto-occupare.
“Adam’s Hand” doveva esordire a Tokyo 2020, in Giappone, ai Giochi Olimpici e Paralimpiciprevisti quest’estate (luglio-agosto), ma sono stati posticipati di un anno a causa della pandemia.
“Adam’s Hand” fa parte di “The Unbreakable”,progetto più vasto e articolato con cui “Toyota Italia” ha lanciato i Giochi e il concept di fondo sublima l’idea della naturale mobilità dell’uomoche ha fatto la Storia, delle idee, il motore segreto della nostra vita, la civiltà, il progresso dell’umanità, il fuoco greco che mai si spegnerà.
“Mantra” che rappresentano il dna più intimo della nostra vita e della storia dell’avventura umana, oggi relativizzati da un maledetto virus a forma di corona con cui “pan” (il mondo) combatte.
Il video “L’uomo che ha reinventato la mano” è scaricabile sul sito www.theunbreakable.it, dove il giovane ingegnere pugliese spiega come funziona la sua “creatura”. Dopo essersi registrati, si può votare. In palio due ticket per volare ai Giochi di Tokyo.
La mano bionica ideata a Poggiardo(incantevole cittadina fra Otranto e Maglie) fa parte di un intrigante contest di “Toyota Italia” in cui sette atleti italiani raccontano la loro parabola,umana e sportiva, i momenti sì e quelli no, superati con le medaglie in bacheca.
Sono: Simona Quadarella, Gabriele Detti, Vanessa Ferrari, Beatrice Vio, Andrea Pusateri, Ivan Federico e Ivan Zaytsev e a questi sono accoppiate in parallelo sette idee che evocano, come già detto, energia, movimento, fra cui, appunto “Adam’s Hand”, la prima protesi al mondo che si adatta in maniera perfetta al disabile e alla forma della mano.
Che si basa su intuizioni ad altissima tecnologianel settore informatico, collegato alla bionica: alcune componenti in 3d consentono di allungare,o accorciare, la mano accessoria modulandola su quella sana.
“Il nostro obiettivo – spiega Zappatore - è di trasformare la disabilità in nuove, inesplorate possibilità”.
Del team (e start-up) “BionIT Labs” nato in Terra d’Otranto fanno parte ingegneri meccanici, elettronici, biomedici, informatici, grafici, consulenti legali, master di finanza e business.
Ci hanno investito, per partire, 50mila euro e hanno trovato, via facendo, prestigiosi partner sia industriali (“Toyota Italia”) che scientifici.
Ma il bello deve ancora venire, Covid-19 permettendo, se ne riparlerà l’anno che verrà.
Anche la notte più buia, alla fine vede l’alba sorgere e, come dicono gli orientali, ogni fine che cos’è se non un nuovo inizio?