SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - All'ombra di Covid-19 è trascorsa questa estate rovente in tutti i sensi: dal favonio caldissimo alle notizie che hanno preoccupato noi tutti. Torna, ritorna, si è affievolito, ha perso di aggressività, ma no è ancora molto contagioso... tamponi sì, tamponi no, tamponi di massa, esami sierologici. Ma sono utili oppure no? E se dopo il tampone si dovesse incontrare un “positivo”? Si rifà il tampone e si sta in quarantena. In Europa e negli States e in India tanti ammalati e tanti deceduti.
In Cina? Non riesco più a seguir nulla data la congerie di notizie che giungono dai più disparati ambienti: mille domande senza risposta nella mia mente. Certo è che i comportamenti umani sono stati fortemente condizionati da quanto accaduto e da quanto ancora da esperire. Non sono mancati gli attacchi di panico, il voler fuggire dalla realtà: essere sulla riva del mare e sentirsi svenire, perdersi e poi aver l’angoscia di esistere senza più direzioni, ancoraggi. Forse di non esistere. La paura, direi una fobia, dinanzi a un infinitesimamente piccolo essere, invisibile agli occhi ha colto molte persone fragili e meno fragili. Un sovvertimento assoluto, un trauma che si è sommato ad altri traumi, a cominciare da quello della nascita che ci ha immerso in un mondo gassoso e non più liquido in cui il primo respiro fece sentire dolore. Senza alcuna consapevolezza, ma in abbandono assoluto all’Alterità. Covid-19 non è solo una Alterità di per sé, ma è diventato la metafora di una Alterità più grande, politica, economica, sociale. Non governabile da noi come quando abbiamo sentito di essere nel vuoto e non più nel pieno del grembo materno. Le braccia della mamma sono il contenimento dell’angoscia: ma oggi chi contiene le paure e le angosce più intense se appositamente si disegna un bordeline slabbrato o se dentro di noi non vi scopriamo quelle risorse necessarie ad affrontare tale magmatica situazione? Risorse spesso appositamente deprivate. Una condizione certo difficilissima, ma non solo per il virus che esiste ed è assai contagioso, ancora poco conosciuto, in alcuni casi fortemente aggressivo. C’è qualcosa di più: l’uso che nel mondo si fa di questo virus, da alcuni pronunciato impropriamente “vairus”... non faccio nomi perché ne farei pubblicità. Inutile cercare colpevoli: qui si tratta di comprendere come arrestare il massacro dell’umanità intera, dei comportamenti, delle crudeli disparità, di interventi di natura criminosa in alcune situazioni, del terrore che i medici vengano meno proprio ad Ippocrate, unica etica garanzia, e che non si trasformino in esecutori di morte assistita, cioè assassini, (Olanda ahimè orrendamente docet per la turpitudine del suo atteggiamento nei confronti della morte e dunque della vita di cui nessuno è padrone. Suicidio assistito per “vita completata”e altro ancora che ha dell’indicibile e del terrifico) in nome di una civiltà che invece altri non è che un emergere del preumano in noi, della legge del più forte, del potere dell’uomo sull’uomo, dell’antico predatore che uccideva senza porsi limiti se non quello di soddisfare i suoi bisogni e istinti.Il monte Taigeto e la rupe Tarpea che cosa sono al confronto? E così notizie terrifiche per tutti: già perché con il terrore si domina il mondo, anestetizzando le coscienze e i sensi, infantilizzando le persone.
Ho assistito a veri e propri attacchi di panico, a tendenze al risorgere manzoniano degli “untori”, al venir meno di ogni pietas. Corpi inceneriti, sepolture di massa: nulla ha insegnato Antigone. Nulla ha insegnato Pericle. Nulla ha insegnato il Vangelo. Chiese chiuse... ma alcuni servizi forse non proprio indispensabili aperti. Una ricerca compulsiva di informazioni, mascherine, gel, schermi protettivi, banchi a rotelle nelle scuole, insegnamenti a distanza. Quale nuovo affare internazionale per alcuni! E che dire della intimità perduta, delle emozioni che sono la madre del pensiero come ha scritto I.M.Blanco che certo non era l’ultimo arrivato (già ma dimentico “…Carneade …chi era costui?” ) in nome del distanziamento sociale: una sorta di tecniche da antichi Shogun che nulla ha a che vedere con le regole del vivere civile divenute obsolete tanto da essere state cancellate da tempo nei curricoli scolastici! Tant’è che la cosiddetta movida non si è arrestata se non durante il tragico lockdown (un anglicismo degno dell’incultura che governa il nostro PAESE).
Frotte di giovanissimi e giovanissime più o meno abbigliate, se non proprio quasi nude non sempre piacevoli a vedersi, assembramento tipo formicaio: vorrei ricordare a tal proposito che non esiste solo Covid-19 ma tanti altri virus e patologie infettive, batteri e così via… Ma le madri di questi giovanissimi e giovanissime dove sono? Che fine hanno fatto il contenimento materno (le norme) e l’autorità paterna (la legge)? I Genitori fanno gli amici dei figli: nulla di più distastroso. Il genitore ricominci a far il genitore che certo è il mestiere più difficile perché deve saper dire anche “ NO”. Ma come fa a dire “NO” se ha perso il senso del suo essere genitore, se i sensi di colpa lo divorano, se non è consapevole del suo ruolo fondante la società! Le regole del vivere civile e dello stare insieme sono ridotte alla necessità di creare folla, audience, senza ritegno alcuno, senza orari perché divertirsi è fondamentale? Certo è necessario “regredire” al servizio dell’Io nello svago, nel distrarsi dal quotidiano per meglio affrontarlo, nel divertirsi ma “est modus in rebus” (c’è una misura nelle cose) dicevano i latini di cui abbiamo dimenticato ogni insegnamento, compresa quella analisi logica che aiutava a pensare.
Strategia, Signori e Signore, che viene da molto lontano e studiata a tavolino:le masse non devono pensare, ma esser oggetto nelle mani di altri perché devono solo obbedire al pensiero unico o peggio binario. Le masse devono essere dominabili dal mercato perché utili al consumo. Dunque vietato pensare: e così la scuola a distanza sta completando questo drammatico scenario. L’ineludibile rapporto maestro-allievo, l’ineffabile confidarsi con il compagno di banco, lo scambiarsi le merendine, il tenersi per mano prima dell’interrogazione nella speranza che non fosse il proprio turno. Ho insegnato per anni in scuole di ogni ordine e grado e ricordo ogni istante di ogni giorno.
Signori e Signore: distanziamento è la parola d’ordine oltre alle mascherine finanche in solitudine dinanzi al mare con il vento di maestrale... in assenza di altre persone. La mascherina, una difesa necessaria ma anche la metafora del falso Se’, delle maschere della ipocrisia che spesso indossiamo.
E l’amore oggi come si fa? A distanza? Come si procrea? Con i video messaggi? I baci tra innamorati sono interdetti? Sia chiaro che tra amare e far l’amore qualche “differenza” c’è: e in ogni caso l’amore non è reato in nessuno modo se rispettoso nella sua stessa essenza di tutto e di tutti. Discorso questo che mi riporta al divino Platone ma qui si apre un abisso di riflessioni che si rinviano a vari successivi approfondimenti. A tal proposito però non si sono avute indicazioni,ma forse per un solo motivo che preciso qui di seguito secondo la mia ottica. L’Amore ha cambiato dimora, non abita più dalle nostre parti: è divenuto spesso un esercizio ginnico privo di senso pienamente in linea con la logica del disimparare a pensare. Godere non per gioire insieme, creare insieme non solo “narcisistiche duplicazioni” di sé ma anche progetti e così via, godere per annegare ogni pensiero critico e usare l’Altro come oggetto, merce di consumo anche questo. Non a caso sul mercato estero esistono i sex- robot finalizzati a spersonalizzare ogni relazione.
So che mi sto prendendo il rischio di tante cose, ma me lo voglio prendere tutto.
Ho letto su un illustre quotidiano in questa pausa di una estate inquieta:“i giovani hanno diritto di divertirsi”. Forse per compensare la chiusura delle scuole con il mostrarsi orgogliosamente con un bicchiere di alcolici tra le mani? Tutti hanno diritto, ma da questo diritto a non considerare la stagione dei doveri in un momento così complesso si apre la voragine di un “non sense” che abilita a sentirsi gregge nelle mani di chi in modo indiscrimato usa tutti e tutto, virus in primis. Ci si sente così inerti e inermi alla mercè di un Essere potente e mostruoso (tipo King Kong che tritura nelle mani ciò che vuole ) se pur piccolissimo,come se le altre patologie non esistessero, come se non si morisse di tante cose, ma solo di Covid-19 la cui esistenza è reale, sia chiaro: il problema risiede nell’uso che si è voluto fare e che si fa e che si farà. Il cancro, la leucemia, la bronchite, che pur in questa estate mi è toccata ma non era Covid-19: due tamponi negativi che però non significano immunizzazione e a tal proposito mi stupisco che non abbiano pensato ad una pubblicità tipo “un tampone al giorno toglie il virus di torno”. Ho anche scaricato l’applicazione per la ‘tracciabilita ‘ sul mio iPhone e seguo pedissequamente tutte le indicazioni che però non mi impediscono di riflettere... Il blocco renale, gli infarti, le setticemie esistono, si vedono e, pur non essendo contagiosi, non sono da meno di Covid-19, questo invisibile nemico che ha sollecitato il fantasma dell’antico Nemico in noi di cui sempre abbiamo avuto paura se non terrore: ma qui il discorso si fa specialistico e non è questa la sede.
E infine mi chiedo: quando finirà questa pandemia pandemonica, questa strategia della tensione e della paura che tende forse, e mi auguro inconsapevolmente, a renderci tutti schiavi?
Strategia, Signori e Signore, che viene da molto lontano e studiata a tavolino:le masse non devono pensare, ma esser oggetto nelle mani di altri perché devono solo obbedire al pensiero unico o peggio binario. Le masse devono essere dominabili dal mercato perché utili al consumo. Dunque vietato pensare: e così la scuola a distanza sta completando questo drammatico scenario. L’ineludibile rapporto maestro-allievo, l’ineffabile confidarsi con il compagno di banco, lo scambiarsi le merendine, il tenersi per mano prima dell’interrogazione nella speranza che non fosse il proprio turno. Ho insegnato per anni in scuole di ogni ordine e grado e ricordo ogni istante di ogni giorno.
Signori e Signore: distanziamento è la parola d’ordine oltre alle mascherine finanche in solitudine dinanzi al mare con il vento di maestrale... in assenza di altre persone. La mascherina, una difesa necessaria ma anche la metafora del falso Se’, delle maschere della ipocrisia che spesso indossiamo.
E l’amore oggi come si fa? A distanza? Come si procrea? Con i video messaggi? I baci tra innamorati sono interdetti? Sia chiaro che tra amare e far l’amore qualche “differenza” c’è: e in ogni caso l’amore non è reato in nessuno modo se rispettoso nella sua stessa essenza di tutto e di tutti. Discorso questo che mi riporta al divino Platone ma qui si apre un abisso di riflessioni che si rinviano a vari successivi approfondimenti. A tal proposito però non si sono avute indicazioni,ma forse per un solo motivo che preciso qui di seguito secondo la mia ottica. L’Amore ha cambiato dimora, non abita più dalle nostre parti: è divenuto spesso un esercizio ginnico privo di senso pienamente in linea con la logica del disimparare a pensare. Godere non per gioire insieme, creare insieme non solo “narcisistiche duplicazioni” di sé ma anche progetti e così via, godere per annegare ogni pensiero critico e usare l’Altro come oggetto, merce di consumo anche questo. Non a caso sul mercato estero esistono i sex- robot finalizzati a spersonalizzare ogni relazione.
So che mi sto prendendo il rischio di tante cose, ma me lo voglio prendere tutto.
Ho letto su un illustre quotidiano in questa pausa di una estate inquieta:“i giovani hanno diritto di divertirsi”. Forse per compensare la chiusura delle scuole con il mostrarsi orgogliosamente con un bicchiere di alcolici tra le mani? Tutti hanno diritto, ma da questo diritto a non considerare la stagione dei doveri in un momento così complesso si apre la voragine di un “non sense” che abilita a sentirsi gregge nelle mani di chi in modo indiscrimato usa tutti e tutto, virus in primis. Ci si sente così inerti e inermi alla mercè di un Essere potente e mostruoso (tipo King Kong che tritura nelle mani ciò che vuole ) se pur piccolissimo,come se le altre patologie non esistessero, come se non si morisse di tante cose, ma solo di Covid-19 la cui esistenza è reale, sia chiaro: il problema risiede nell’uso che si è voluto fare e che si fa e che si farà. Il cancro, la leucemia, la bronchite, che pur in questa estate mi è toccata ma non era Covid-19: due tamponi negativi che però non significano immunizzazione e a tal proposito mi stupisco che non abbiano pensato ad una pubblicità tipo “un tampone al giorno toglie il virus di torno”. Ho anche scaricato l’applicazione per la ‘tracciabilita ‘ sul mio iPhone e seguo pedissequamente tutte le indicazioni che però non mi impediscono di riflettere... Il blocco renale, gli infarti, le setticemie esistono, si vedono e, pur non essendo contagiosi, non sono da meno di Covid-19, questo invisibile nemico che ha sollecitato il fantasma dell’antico Nemico in noi di cui sempre abbiamo avuto paura se non terrore: ma qui il discorso si fa specialistico e non è questa la sede.
E infine mi chiedo: quando finirà questa pandemia pandemonica, questa strategia della tensione e della paura che tende forse, e mi auguro inconsapevolmente, a renderci tutti schiavi?
ANGELA LAZAZZERA "IMPOTENTI"- OLIO SU TELA 50X70, 2015
ALESSANDRO ARGENTINA "AURORA, GIORNO, CREPUSCOLO, NOTTE" - OLIO SU TELA m 4x2, 2020