BARI - La consigliera del M5S Grazia Di Bari ha inviato una nota alla direzione generale della Asl Bat, in seguito alla decisione di bloccare i ricoveri ordinari per le unità operative di Ostetricia, Pediatria, Medicina, Cardiologia Chirurgia, Ortopedia e Rianimazione all’ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie, tornato ad essere ospedale Covid della provincia.
“Una decisione - spiega Di Bari - che ha portato purtroppo a dimettere o trasferire i pazienti attualmente ricoverati, con notevoli disagi per chi soffre di patologie non Covid e per le loro famiglie. Già durante il lockdown - spiega Di Bari - l'ospedale Vittorio Emanuele fu indicato come ‘Covid Hospital’. A giugno c’è stata la ripresa delle normali attività sanitarie, mantenendo 18 posti letto Covid nel reparto di malattie infettive e ora la nuova retromarcia. Capiamo che il costante aumento dei casi imponga nuove misure, ma si sarebbero potuti curare i casi Covid nel reparto di malattie infettive, con 60 posti letto, che si trova in una palazzina con un ingresso dedicato e in sicurezza per gli utenti, mantenendo comunque in attività gli altri reparti. Perché chiudere un intero ospedale con 160 posti letto, al contrario di quanto avvenuto in altri ospedali individuati COVID come il Miulli, i Policlinici Universitari di Bari e Foggia, l'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza? Perché non utilizzare i padiglioni vuoti dell'Ospedale Universo Salute di Bisceglie?”.
“Purtroppo, con questa assurda decisione - prosegue il consigliere comunale di Bisceglie Enzo Amendolagine - si penalizzano anche i pazienti cronici che non avranno più la possibilità di essere assistiti nell'ospedale di Bisceglie. Una misura che non ha tenuto conto del sovraffollamento delle strutture sanitarie con conseguenti pericolosi assembramenti nei pronto soccorso. Chiediamo un tavolo con tutti gli attori coinvolti per trovare una soluzione che non penalizzi l’intero territorio. Non si possono sospendere da un giorno all'altro le prestazioni sanitarie, costringendo i pazienti a girare per gli ospedali pugliesi, già ridotti allo stremo dalla mancata pianificazione degli ultimi anni”.
“Una decisione - spiega Di Bari - che ha portato purtroppo a dimettere o trasferire i pazienti attualmente ricoverati, con notevoli disagi per chi soffre di patologie non Covid e per le loro famiglie. Già durante il lockdown - spiega Di Bari - l'ospedale Vittorio Emanuele fu indicato come ‘Covid Hospital’. A giugno c’è stata la ripresa delle normali attività sanitarie, mantenendo 18 posti letto Covid nel reparto di malattie infettive e ora la nuova retromarcia. Capiamo che il costante aumento dei casi imponga nuove misure, ma si sarebbero potuti curare i casi Covid nel reparto di malattie infettive, con 60 posti letto, che si trova in una palazzina con un ingresso dedicato e in sicurezza per gli utenti, mantenendo comunque in attività gli altri reparti. Perché chiudere un intero ospedale con 160 posti letto, al contrario di quanto avvenuto in altri ospedali individuati COVID come il Miulli, i Policlinici Universitari di Bari e Foggia, l'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza? Perché non utilizzare i padiglioni vuoti dell'Ospedale Universo Salute di Bisceglie?”.
“Purtroppo, con questa assurda decisione - prosegue il consigliere comunale di Bisceglie Enzo Amendolagine - si penalizzano anche i pazienti cronici che non avranno più la possibilità di essere assistiti nell'ospedale di Bisceglie. Una misura che non ha tenuto conto del sovraffollamento delle strutture sanitarie con conseguenti pericolosi assembramenti nei pronto soccorso. Chiediamo un tavolo con tutti gli attori coinvolti per trovare una soluzione che non penalizzi l’intero territorio. Non si possono sospendere da un giorno all'altro le prestazioni sanitarie, costringendo i pazienti a girare per gli ospedali pugliesi, già ridotti allo stremo dalla mancata pianificazione degli ultimi anni”.