VITTORIO POLITO – Nell’undicesimo secolo, un doge veneziano sposò una principessa bizantina che usava portare il cibo alla bocca con piccole forchette d’oro a due denti. Fece scandalo: i preti, indignati invocarono la collera divina contro la malcapitata, rea di avere precorso i tempi, mentre, otto secoli dopo, il galateo sosteneva che mangiare con le mani è cosa da cannibali. Ancora qualche secolo dopo (1552), Monsignor Giovanni Della Casa (1503-1556), arcivescovo di Benevento, letterato e scrittore noto soprattutto per il libro delle buone maniere dal titolo “Galateo, ovvero dei costumi”, dal nome di Galeazzo (latinamente Galatheus) Florimonte (1484-1565), vescovo di Sessa Aurunca (Caserta), che gli suggerì l’idea. Egli raccoglie una serie di norme di “civil conversazione”, di consigli e suggerimenti sulla maniera di vestire, di stare in tavola e di come comportarsi correttamente e con galanteria nella vita di relazione.
L’opera, che riflette nell’equilibrio del costume morale e nella purezza della lingua l’ideale di vita del Rinascimento, fu imitata nei secoli successivi e l’idea venne ripresa con maggiore interesse per l’educazione sociale e morale anziché per le sole buone creanze.
Oggi il galateo di Della Casa, pur essendo attuale per molti aspetti, contiene consigli ormai superati e non più al passo con i tempi, per cui qualcuno ha sentito la necessità di modernizzare e aggiornare la nostra educazione ed il modo di comportarsi nelle varie situazioni della vita sociale, consegnandoci un passaporto per il viaggio in società e per renderci lo stesso più agevole.
Le buone maniere non sono soltanto ‘bon ton’, ma qualcosa di diverso che sistemare le posate a tavola o scrivere correttamente una lettera o un indirizzo su una busta. Infatti, la buona educazione spazia nella vita di giornata (levata, pranzo, scuola, televisione, hobby), al comportamento nei luoghi che frequentiamo (chiese, musei, biblioteche, ospedali, pullman, aerei, ecc.), al rispetto dell’ambiente ed agli aspetti della correttezza nei confronti degli altri per finire alla prevenzione ed alla solidarietà.
Un testo pubblicato recentemente dall’editore Armenia “Galateo – Il libro delle buone maniere”, i cui testi sono stati curati da Maria Cristina Giordano, Alessandra Repossi e Francesca Cosi, con illustrazioni di Alessandra Chiarlo, ricorda che “più di ogni altra cosa le buone maniere riguardano la civiltà, il fondamento della nostra società, e permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana e che, oltretutto, non costano alcuno sforzo a chi le mette in pratica”. Nel manuale troverete tanti piccoli consigli per esprimere al meglio lo stile e l’intelligenza che vi caratterizzano e per sviluppare quel talento personale che potrete coltivare prestando attenzione al prossimo, evitando di fare ciò che vi infastidirebbe se fatto da altri.
A tavola ad esempio, il cellulare si tiene spento, non si ritocca il trucco o i capelli, non si mischia vino e acqua, non si mangia con ingordigia, si ride con discrezione, si soffia il naso senza fare rumore, si servono prima le signore, non si inizia a mangiare prima che tutti siano stati serviti, il pane non va tagliato ma spezzato e così via.
In tema di automobili è bene sapere che la cura, la manutenzione, l’uso della stessa, “esprimono il grado di civiltà del proprietario”, esortandolo ad usare la macchina lo stretto necessario, per evitare inquinamenti, ingorghi, spreco di tempo, denaro e salute.
Le regole del ‘bon ton’ mascherano emozioni e spinte emotive che potrebbero farci apparire sgradevoli. Le buone maniere permettono di stabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana.
Atteniamoci dunque alle regole del buon vivere, non solo a tavola, poiché così facendo si può rispondere ai bisogni dell’uomo di oggi e contribuire con naturali e sereni antidoti al miglioramento della qualità della vita.
Ricordate che il ‘bon ton’ è il nostro migliore alleato per vivere più sereni.
Oggi il galateo di Della Casa, pur essendo attuale per molti aspetti, contiene consigli ormai superati e non più al passo con i tempi, per cui qualcuno ha sentito la necessità di modernizzare e aggiornare la nostra educazione ed il modo di comportarsi nelle varie situazioni della vita sociale, consegnandoci un passaporto per il viaggio in società e per renderci lo stesso più agevole.
Le buone maniere non sono soltanto ‘bon ton’, ma qualcosa di diverso che sistemare le posate a tavola o scrivere correttamente una lettera o un indirizzo su una busta. Infatti, la buona educazione spazia nella vita di giornata (levata, pranzo, scuola, televisione, hobby), al comportamento nei luoghi che frequentiamo (chiese, musei, biblioteche, ospedali, pullman, aerei, ecc.), al rispetto dell’ambiente ed agli aspetti della correttezza nei confronti degli altri per finire alla prevenzione ed alla solidarietà.
Un testo pubblicato recentemente dall’editore Armenia “Galateo – Il libro delle buone maniere”, i cui testi sono stati curati da Maria Cristina Giordano, Alessandra Repossi e Francesca Cosi, con illustrazioni di Alessandra Chiarlo, ricorda che “più di ogni altra cosa le buone maniere riguardano la civiltà, il fondamento della nostra società, e permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana e che, oltretutto, non costano alcuno sforzo a chi le mette in pratica”. Nel manuale troverete tanti piccoli consigli per esprimere al meglio lo stile e l’intelligenza che vi caratterizzano e per sviluppare quel talento personale che potrete coltivare prestando attenzione al prossimo, evitando di fare ciò che vi infastidirebbe se fatto da altri.
A tavola ad esempio, il cellulare si tiene spento, non si ritocca il trucco o i capelli, non si mischia vino e acqua, non si mangia con ingordigia, si ride con discrezione, si soffia il naso senza fare rumore, si servono prima le signore, non si inizia a mangiare prima che tutti siano stati serviti, il pane non va tagliato ma spezzato e così via.
In tema di automobili è bene sapere che la cura, la manutenzione, l’uso della stessa, “esprimono il grado di civiltà del proprietario”, esortandolo ad usare la macchina lo stretto necessario, per evitare inquinamenti, ingorghi, spreco di tempo, denaro e salute.
Le regole del ‘bon ton’ mascherano emozioni e spinte emotive che potrebbero farci apparire sgradevoli. Le buone maniere permettono di stabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana.
Atteniamoci dunque alle regole del buon vivere, non solo a tavola, poiché così facendo si può rispondere ai bisogni dell’uomo di oggi e contribuire con naturali e sereni antidoti al miglioramento della qualità della vita.
Ricordate che il ‘bon ton’ è il nostro migliore alleato per vivere più sereni.
Tags
Cultura e Spettacoli