BRINDISI – “Proponiamo l’istituzione di un tavolo di coordinamento nazionale fra Ministero dell’Istruzione, Regione Puglia, mondo della scuola e tutti gli attori interessati, con l’obiettivo di riaprire le scuole pugliesi, chiuse per decisione di Emiliano e Lopalco. La didattica in presenza è uno dei valori più preziosi della formazione delle nostre alunne e alunni e non può essere sacrificata a causa delle mancanze e dei ritardi della Regione. Emiliano ha avuto a disposizione mesi per preparare la riapertura, dopo aver ricevuto ingenti risorse e tutto il sostegno necessario da parte del Governo”. Lo afferma la deputata Anna Macina, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera.
“I numeri dei contagi nelle scuole pugliesi – continua – pari allo 0,074%, ovvero qualche centinaio di positivi su più di mezzo milione di studenti, non confortano affatto la scelta improvvida di chiudere le scuole. D’altronde, anche il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha sottolineato che la decisione di Emiliano è ingiustificata. La stessa prestigiosa rivista Nature ha pubblicato uno studio preliminare in cui, analizzando le situazioni di diversi Paesi fra cui il nostro, ha concluso che le scuole sono fra i posti più sicuri, nonostante comunque il rischio zero contagi non esista da nessuna parte. Quindi mi pare evidente – sottolinea Macina – che il problema non è la scuola ma i trasporti e la sanità regionali, che non sono stati rafforzati per tempo in vista della riapertura delle scuole. La Regione Puglia sconta questi ritardi anche sui test rapidi: mentre l’Emilia-Romagna già da inizio ottobre ha potenziato ulteriormente il servizio, mettendo a disposizione i test sierologici in farmacia per studenti, genitori, familiari e universitari, con l’obiettivo di ampliare l’ombrello di protezione per il mondo della scuola, nulla di tutto questo è stato fatto in Puglia. Ripariamo a questi ritardi con l’istituzione di un tavolo di coordinamento nazionale, perché al momento l’obiettivo è uno solo: far ritornare i nostri figli e figlie a scuola”, conclude la deputata.
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