BARI - ‘Il DPCM firmato nelle ultime ore dal presidente Conte contiene, ahimè, nuove norme restrittive per bar e ristoranti e rappresenta un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smartworking’, lamenta Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia, il quale aggiunge che ‘le chiusure anticipate disposte dal Governo coinvolgono ben 20mila imprese, migliaia di famiglie che hanno lottato in questi mesi per rimanere a galla e speso tantissimo per il rispetto delle norme imposte dalla necessità di evitare il contagio. Oggi per loro arriva una batosta ulteriore: solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta su bar, pub, ristoranti, pizzerie e pubblici esercizi in generale hanno fatto perdere nei giorni scorsi alle nostre imprese il 20% del fatturato. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, per le attività costrette alla chiusura anticipata, salirà fino a toccare il 40%’.
‘E’ evidente che la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto – sottolinea - ma non è possibile penalizzare un settore che non può essere la causa dell’impennata dei contagi. È necessario appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio. I contagi non nascono all’interno delle attività commerciali che si sono attenute scrupolosamente al rispetto delle regole, ma all’esterno. Sarebbe bastato intensificare i controlli. La chiusura anticipata e in maniera indiscriminata delle attività di ristorazione potrebbe portare infatti più danni che benefici agli imprenditori sempre più in difficoltà ed ai cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sarà minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole’.
‘L’unico intervento serio che si doveva avere il coraggio di fare, riguardava la ripresa della didattica a distanza nelle scuole superiori perché dobbiamo farcene una ragione: la riapertura delle scuole è la causa primaria della recrudescenza del virus. Avere il coraggio di ammetterlo aiuterebbe a non perseverare in un errore diabolico’, conclude Campobasso.
‘E’ evidente che la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto – sottolinea - ma non è possibile penalizzare un settore che non può essere la causa dell’impennata dei contagi. È necessario appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio. I contagi non nascono all’interno delle attività commerciali che si sono attenute scrupolosamente al rispetto delle regole, ma all’esterno. Sarebbe bastato intensificare i controlli. La chiusura anticipata e in maniera indiscriminata delle attività di ristorazione potrebbe portare infatti più danni che benefici agli imprenditori sempre più in difficoltà ed ai cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sarà minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole’.
‘L’unico intervento serio che si doveva avere il coraggio di fare, riguardava la ripresa della didattica a distanza nelle scuole superiori perché dobbiamo farcene una ragione: la riapertura delle scuole è la causa primaria della recrudescenza del virus. Avere il coraggio di ammetterlo aiuterebbe a non perseverare in un errore diabolico’, conclude Campobasso.