BARI - "Una sanità di modello sovietico. La Regione Puglia si è sempre distinta per incoerenza, nell'emergenza Covid-19 e nelle politiche messe in atto per fronteggiarla, e nonostante gli errori ci si ostina a incaponirsi in decisioni discutibili che vanno a scapito della comunità". Così in una nota il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Giannicola De Leonardis.
"Il numero di tamponi effettuati è sempre basso - prosegue De Leonardis -, in rapporto ai contagi e alle criticità ancora più allarmanti: ma a differenza di quanto accade in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, per citare solo alcune Regioni che hanno dovuto confrontarsi con un'incidenza del Covid-19 ancora più drammatica, in Puglia permane l'avversione nei confronti di biologi e medici professionisti che operano in strutture private, impossibilitati ad eseguire test molecolari tradizionali o test antigenici rapidi a pagamento ai cittadini che ne fanno richiesta, e che non rientrano nelle tipologie indicate dall'iter standard previsto. Genitori che magari hanno figli che vanno a scuola e non rinunciano alla vita sociale, famiglie con badanti e colf a stretto contatto, pendolari per lavoro o per studio, per fare solo qualche esempio: persone che vorrebbero verificare il proprio stato di salute legato alla pandemia, alla luce anche della possibilità tutt'altro che remota di essere entrati in contatto col virus in forma asintomatica.
Questa forma di prevenzione viene invece derubricata come 'richiesta di favori', senza considerare l'impatto psicologico ed emotivo durissimo dell'emergenza Covid-19 sulle persone più fragili. E al tempo stesso, si continua a negare l'evidenza di una sanità pubblica in grave affanno, di giorni e settimane di attesa per i tamponi anche per persone sintomatiche e che hanno seguito i protocolli indicati, con tutti i rischi che questa situazione comporta ed alimenta.
E alle soluzioni concrete e immediate si continuano a preferire i meri annunci: una coazione a ripetere disastri che alimenta ulteriori preoccupazioni e allarme. E una concezione della sanità da regime comunista, con i cittadini considerati meri sudditi senza facoltà e libertà di scelta", conclude De Leonardis.
"Il numero di tamponi effettuati è sempre basso - prosegue De Leonardis -, in rapporto ai contagi e alle criticità ancora più allarmanti: ma a differenza di quanto accade in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, per citare solo alcune Regioni che hanno dovuto confrontarsi con un'incidenza del Covid-19 ancora più drammatica, in Puglia permane l'avversione nei confronti di biologi e medici professionisti che operano in strutture private, impossibilitati ad eseguire test molecolari tradizionali o test antigenici rapidi a pagamento ai cittadini che ne fanno richiesta, e che non rientrano nelle tipologie indicate dall'iter standard previsto. Genitori che magari hanno figli che vanno a scuola e non rinunciano alla vita sociale, famiglie con badanti e colf a stretto contatto, pendolari per lavoro o per studio, per fare solo qualche esempio: persone che vorrebbero verificare il proprio stato di salute legato alla pandemia, alla luce anche della possibilità tutt'altro che remota di essere entrati in contatto col virus in forma asintomatica.
Questa forma di prevenzione viene invece derubricata come 'richiesta di favori', senza considerare l'impatto psicologico ed emotivo durissimo dell'emergenza Covid-19 sulle persone più fragili. E al tempo stesso, si continua a negare l'evidenza di una sanità pubblica in grave affanno, di giorni e settimane di attesa per i tamponi anche per persone sintomatiche e che hanno seguito i protocolli indicati, con tutti i rischi che questa situazione comporta ed alimenta.
E alle soluzioni concrete e immediate si continuano a preferire i meri annunci: una coazione a ripetere disastri che alimenta ulteriori preoccupazioni e allarme. E una concezione della sanità da regime comunista, con i cittadini considerati meri sudditi senza facoltà e libertà di scelta", conclude De Leonardis.