MARIO CONTINO – Alcune leggende traggono origine da narrazioni fantastiche, create per spaventare i fanciulli e tenerli alla larga dai numerosi pericoli che si potevano celare all’interno di una caverna, di un rudere, o nelle prossimità di pozzi e precipizi. Altre volte, però, dietro alle affascinanti leggende pugliesi si nascondono fatti realmente accaduti, probabilmente romanzati nel corso dei decenni, ma ricchi di quel fascino che rende immortali tali narrazioni. È proprio questo il caso della leggenda di Giacobbe e l’esercito dei fantocci, una storia legata alla città di Ginosa (TA).
Si narra che un astuto e discolo ragazzo, di nome Giacobbe ovviamente, avesse trovato il modo di arricchirsi facilmente, assalendo le carovane dei viaggiatori e derubando li di tutti i loro averi, emulando le gesta dei briganti.
Il territorio che circondava Ginosa era molto impervio, ricco di folti boschi che creavano, soprattutto durante le fredde e nebbiose serate invernali, lo scenario adatto per l’astuto stratagemma ideato dal giovane Giacobbe.
Questo, per rendere più credibile il suo operato, avrebbe avuto la brillante, o perfida idea, di creare un esercito di fantocci, che nascosti tra la vegetazione e confusi tra la nebbia, terrorizzavano i poveri viandanti, che si sentivano circondati e sconfitti, e che quindi evitavano di opporre resistenza consegnando le loro ricchezze.
Un giorno, due astuti fratelli del posto, armati di veri fucili – non di fucili finti come quelli di cui erano armati i fantocci del finto brigante – tesero un agguato al furfante, volendo porre fine una volta per tutte alle sue malefatte.
Uno dei due fratelli si finse un viandante, mentre l’altro si posizionò alle spalle di Giacobbo e del suo esercito di fantocci. Quando l’assalitore saltò fuori ed iniziò la sua commedia per farsi consegnare il bottino, i due fratelli scoppiarono a ridere, facendo notare a Giacobbo di essere stato scoperto, e di trovarsi con ben due fucili veri puntati addosso.
Come andò a finire nessuno lo sa per certo, anche perché questa leggenda sembra non avere molte fonti a parte alcune narrazioni orali e la presenza su alcuni portali turistici.
Personalmente mi piace pensare che il povero Giacobbo, ormai smascherato, abbia avuto una buona dose di bastonate e nulla di più, poiché un’esecuzione stonerebbe con il tono ironico della stessa leggenda.
Come ripeto sempre, non c’è angolo della nostra bella Puglia che non custodisca una leggenda affascinante e meritevole d’attenzione.
Si narra che un astuto e discolo ragazzo, di nome Giacobbe ovviamente, avesse trovato il modo di arricchirsi facilmente, assalendo le carovane dei viaggiatori e derubando li di tutti i loro averi, emulando le gesta dei briganti.
Il territorio che circondava Ginosa era molto impervio, ricco di folti boschi che creavano, soprattutto durante le fredde e nebbiose serate invernali, lo scenario adatto per l’astuto stratagemma ideato dal giovane Giacobbe.
Questo, per rendere più credibile il suo operato, avrebbe avuto la brillante, o perfida idea, di creare un esercito di fantocci, che nascosti tra la vegetazione e confusi tra la nebbia, terrorizzavano i poveri viandanti, che si sentivano circondati e sconfitti, e che quindi evitavano di opporre resistenza consegnando le loro ricchezze.
Un giorno, due astuti fratelli del posto, armati di veri fucili – non di fucili finti come quelli di cui erano armati i fantocci del finto brigante – tesero un agguato al furfante, volendo porre fine una volta per tutte alle sue malefatte.
Uno dei due fratelli si finse un viandante, mentre l’altro si posizionò alle spalle di Giacobbo e del suo esercito di fantocci. Quando l’assalitore saltò fuori ed iniziò la sua commedia per farsi consegnare il bottino, i due fratelli scoppiarono a ridere, facendo notare a Giacobbo di essere stato scoperto, e di trovarsi con ben due fucili veri puntati addosso.
Come andò a finire nessuno lo sa per certo, anche perché questa leggenda sembra non avere molte fonti a parte alcune narrazioni orali e la presenza su alcuni portali turistici.
Personalmente mi piace pensare che il povero Giacobbo, ormai smascherato, abbia avuto una buona dose di bastonate e nulla di più, poiché un’esecuzione stonerebbe con il tono ironico della stessa leggenda.
Come ripeto sempre, non c’è angolo della nostra bella Puglia che non custodisca una leggenda affascinante e meritevole d’attenzione.