BARI - Nell’ambito del programma di ricerca Information and Communication Technologies - Horizon 2020, l’Unione Europea ha finanziato con oltre 8,5 milioni di euro “Passepartout”, iniziativa “innovation action”. Al progetto, che rientra tra i programmi di H2020 in cui sono coinvolti 18 partner di 10 nazioni, partecipa anche il Comune di Bari, assieme al Politecnico (dipartimenti di Ingegneria elettrica e dell’Informazione e di Meccanica, Matematica e Management) e all’Università degli Studi “Aldo Moro” (dipartimento interateneo Uniba e Poliba di Fisica), e al Cork Institute of Technology irlandese (coordinatore di progetto), la Technical University di Vienna, la Technical University di Monaco e ad aziende internazionali come la Ecospray Technologies, azienda italiana leader nei sistemi di depurazione, idraulica navale e biocombustibili, e la Nanoplus (Germania), leader nella realizzazione di laser a semiconduttori.
Passepartout nasce per realizzare il primo sistema tridimensionale per il monitoraggio di inquinanti e il controllo della qualità dell’aria e dei processi industriali in grado di operare su un’area urbana: sarà costituito da un network IOT di sensori di gas ottici, innovativi e ad alte prestazioni, montati su stazioni fisse, su veicoli circolanti e su droni. Il network fornirà informazioni in tempo reale sulla concentrazione di gas inquinanti, quali ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), ammoniaca (NH3), metano (CH4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e particolato atmosferico all’interno delle aree urbane. Il progetto, inoltre, consentirà ai cittadini di conoscere le aree urbane a maggior livello di inquinamento e i percorsi alternativi da percorrere attraverso l’uso di una app dedicata. Parte delle attività di sperimentazione e validazione si terranno proprio nella città di Bari con il supporto dell’amministrazione comunale.
Ai partner baresi di Passepartout sono stati riconosciuti circa 1 milione 300mila euro: 605mila euro al Politecnico, 620 mila euro all’Università Aldo Moro e 50mila euro al Comune di Bari.
“L’inquinamento atmosferico, costituito da gas tossici e particolato, è una delle principali cause di mortalità prematura - afferma Vincenzo Spagnolo, docente di Fisica del Poliba -. Si stimano oltre 4 milioni di morti all’anno a causa di ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e problemi respiratori cronici”.
“Il 97% delle città dei Paesi a basso e medio reddito, con più di 100.000 abitanti - aggiunge Pietro Patimisco, docente di Fisica dell’Università di Bari - non soddisfa le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità”.
“Essere la prima città in cui verrà testato questo framework di sensori innovativi per il controllo della qualità dell’aria - sostiene il vicesindaco Eugenio Di Sciascio - è motivo di orgoglio per la città di Bari. Il progetto si inserisce perfettamente nel programma che punta a rendere Bari una città sempre più smart e senziente per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini”.
Per queste ragioni sono già previsti test di sensori del network nel Campus universitario barese e nelle vicinanze del porto di Bari, così come in Irlanda, presso l’osservatorio del Black Castle.
Passepartout nasce per realizzare il primo sistema tridimensionale per il monitoraggio di inquinanti e il controllo della qualità dell’aria e dei processi industriali in grado di operare su un’area urbana: sarà costituito da un network IOT di sensori di gas ottici, innovativi e ad alte prestazioni, montati su stazioni fisse, su veicoli circolanti e su droni. Il network fornirà informazioni in tempo reale sulla concentrazione di gas inquinanti, quali ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), ammoniaca (NH3), metano (CH4), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e particolato atmosferico all’interno delle aree urbane. Il progetto, inoltre, consentirà ai cittadini di conoscere le aree urbane a maggior livello di inquinamento e i percorsi alternativi da percorrere attraverso l’uso di una app dedicata. Parte delle attività di sperimentazione e validazione si terranno proprio nella città di Bari con il supporto dell’amministrazione comunale.
Ai partner baresi di Passepartout sono stati riconosciuti circa 1 milione 300mila euro: 605mila euro al Politecnico, 620 mila euro all’Università Aldo Moro e 50mila euro al Comune di Bari.
“L’inquinamento atmosferico, costituito da gas tossici e particolato, è una delle principali cause di mortalità prematura - afferma Vincenzo Spagnolo, docente di Fisica del Poliba -. Si stimano oltre 4 milioni di morti all’anno a causa di ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e problemi respiratori cronici”.
“Il 97% delle città dei Paesi a basso e medio reddito, con più di 100.000 abitanti - aggiunge Pietro Patimisco, docente di Fisica dell’Università di Bari - non soddisfa le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità”.
“Essere la prima città in cui verrà testato questo framework di sensori innovativi per il controllo della qualità dell’aria - sostiene il vicesindaco Eugenio Di Sciascio - è motivo di orgoglio per la città di Bari. Il progetto si inserisce perfettamente nel programma che punta a rendere Bari una città sempre più smart e senziente per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini”.
Per queste ragioni sono già previsti test di sensori del network nel Campus universitario barese e nelle vicinanze del porto di Bari, così come in Irlanda, presso l’osservatorio del Black Castle.