BARI – “Il restauro del Castello di Monte Sant’Angelo” è il
tema della tesi di laurea che ha partecipato e ottenuto il 2° posto assoluto al
XXIII Premio nazionale sulle Architetture fortificate, bandito dal prestigioso
Istituto Italiano dei Castelli.
I neo architetti premiati e formatesi al Poliba sono: Luigiana Capone (di Gravina di Puglia, Giorgia Caradonna (Bari), Fabio Colapietro (Sanmichele di Bari), Luciana Colasacco (Sannicandro di Bari), Antonio Di Vittorio (Ruvo di Puglia), Martina Succurro (San Giovanni in Fiore – CS).
Seguiti nel lavoro di tesi dai docenti Poliba: proff. Rossella de Cadilhac (relatrice), Anna Bruna Menghini, Gabriele Rossi, i neo laureati hanno presentato la loro “proposta di restauro per la salvaguardia e la valorizzazione del castello di Monte Sant’Angelo”.
Attraverso la ricerca storica e il rilievo del monumento è stato elaborato un progetto di restauro rispettoso degli aspetti documentali, materiali e figurativi. Il Castello, di proprietà comunale dagli inizi del XIX secolo, è gestito dall’Ente Parco Nazionale del Gargano.
Sorto in posizione strategica sul margine nord-occidentale della città di Monte Sant’Angelo, il Castello, ora in stato di semiabbandono, è un ricco palinsesto architettonico dovuto alle innumerevoli trasformazioni avvenute nel corso del tempo, consistite in ampliamenti, sopraelevazioni, modifiche di varia natura. Il Castello è stato analizzato seguendo il rilevamento diretto e indiretto. Sono emersi dati inerenti alla geometria, alle irregolarità, alle anomalie, informazioni inerenti a materiali, tecniche costruttive, discontinuità. Altrettanto significativo si è rivelato lo studio delle forme di degrado materico e antropico, accelerate dalla mancanza di un piano di manutenzione ordinaria e di conservazione. Il progetto mosso dalla volontà di conservare la materia antica, attraverso il rispetto delle stratificazioni storiche, si posto l’obiettivo di ristabilire l’unità figurativa dell’organismo architettonico, seguendo i principi fondamentali del restauro: il minimo intervento, la riconoscibilità, la compatibilità e la reversibilità.
Con tali premesse, il progetto di tesi prevede la restituzione della continuità fisica del cammino di ronda, la rievocazione di volumi andati perduti come nel caso della Torre Nord restituita nella porzione mancante attraverso una struttura intelaiata in acciaio. Viene resa fruibile la Torre Est attraverso una interpretazione dell’articolazione spaziale interna affidata ad una scala in acciaio. Nella Piazza d’Armi si recupera la fruibilità fisica e visiva attraverso un sistema di rampe e scale in lastre lapidee, necessarie per superare dislivelli considerevoli. Il progetto affronta anche il problema della fruizione proponendo un itinerario di visita che si snoda dall’esterno all’interno.
Il progetto restituisce il Castello al territorio, convertendolo da avamposto strategico di difesa del Gargano ad attrattore culturale, come Polo Eco- museale riassunto con l’acronimo SCAENA (Storia, Conoscenza, Ascolto, Emozioni, Natura, Arte). Infine, per un rilancio del Castello su scala territoriale, l’intervento propone linee guida per una riqualificazione paesaggistica del contesto in cui il complesso fortificato è inserito.
Giornata studi e mostra permanente. La qualità della proposta progettuale, a cui è stato assegnato dalla Commissione del concorso anche un premio in denaro (1500 Euro), non è passata inosservata al Comune di Monte Sant’Angelo e all’Ente Parco del Gargano. L’Amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo, l’Ente Parco del Gargano infatti, sottoscriveranno con il Dipartimento d’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari una apposita convenzione per l’organizzazione di una giornata studi presso il Castello di Monte Sant’Angelo sugli esiti scientifici e progettuali della ricerca condotta nell’ambito di un Laboratorio di laurea in restauro del Poliba e, contestualmente per l’allestimento della relativa mostra permanente presso il Castello.
Otranto e il suo Castello. Oltre alle tre tesi premiate (primo posto per “Lagerwerk II. Dialettica tra restauro e rappresentazione per la valorizzazione di un edificio militare dismesso a Peschiera del Garda), la Commissione del Concorso ha stabilito all’unanimità di segnalare quattro tesi per il rigore metodologico, per la completezza e per le problematiche caratterizzanti le attività scientifiche e culturali dell’Istituto Italiano dei Castelli. Tra queste figura l’altra tesi di laurea in architettura del Poliba che si è meritata la “Segnalazione di merito” con la tesi: “Otranto: il castello e il sistema fortificato”. I concorrenti neo architetti sono: Domenico Carbonara (Giovinazzo), Viviana Baldassarre (Bitonto), Alessia Borrelli (Sanmichele di Bari), Carla Galanto (Monopoli), Alessia Giaquinto (Palo del Colle), Erica Mastandrea (Modugno). Docenti di riferimento al lavoro di tesi: proff. Rossella de Cadilhac (relatrice), Anna Bruna Menghini, Gabriele Rossi.
Il castello di Otranto è parte integrante di un articolato sistema difensivo, costituito da una cinta fortificata dotata di torri e bastioni eretti a protezione della città. La proposta progettuale mira alla tutela, conservazione e valorizzazione consapevole.
Lo studio, condotto attraverso il rilievo, la ricerca bibliografica e archivistica, l’analisi delle tessiture murarie e dei nodi costruttivi, il confronto con altre fortificazioni hanno portato all’identificazione delle fasi costruttive. L’attuale configurazione del sistema fortificato è conseguenza diretta della continua evoluzione delle armi da fuoco e delle strategie difensive. Il sistema fortificato fu costruito ex-novo dopo l’assedio ottomano del 1481. Il castello presentava quattro torri, assumendo una configurazione “ronboida”. Con i viceré spagnoli si riprendono i lavori di adeguamento mediante l’introduzione di un bastione triangolare ed uno pentagonale rivolto verso il mare. Costituito nel suo impianto originario da tre livelli di cunicoli, il castello assume in questi secoli la configurazione attuale, costituita dalla sopraelevazione di quattro livelli caratterizzati da stanze sviluppate intorno ad una grande corte.
Il progetto di restauro del castello e del sistema fortificato ha portato al riconoscimento del manufatto nella sua istanza storica ed estetica, in virtù di una conservazione “integrata” che prevede non solo l’atto di restaurare ma anche una ricerca di funzioni appropriate da attribuire ad esso.
Si è riconosciuta nel castello la capacità di trasmissione della storia, grazie alla testimonianza diretta delle postazioni militari conservate all’interno dei sotterranei. Il castello diviene pertanto, un polo culturale, capace di riannodare i legami con la storia, la letteratura e l’arte del territorio attraverso un percorso di visita che prevede racconti interattivi e ludico-didattici. Il fossato, sebbene riconosciuto nel suo ruolo storico-difensivo, assume la forma di cinta verde di fruizione della città mediante la progettazione di passeggiate, luoghi dello stare e di attrezzature atte ad ospitare eventi. Infine, il progetto si concentra sull’ex Chiesa dell’Immacolata, fisicamente separata dal castello ma storicamente connessa al sistema fortificato.
I neo architetti premiati e formatesi al Poliba sono: Luigiana Capone (di Gravina di Puglia, Giorgia Caradonna (Bari), Fabio Colapietro (Sanmichele di Bari), Luciana Colasacco (Sannicandro di Bari), Antonio Di Vittorio (Ruvo di Puglia), Martina Succurro (San Giovanni in Fiore – CS).
Seguiti nel lavoro di tesi dai docenti Poliba: proff. Rossella de Cadilhac (relatrice), Anna Bruna Menghini, Gabriele Rossi, i neo laureati hanno presentato la loro “proposta di restauro per la salvaguardia e la valorizzazione del castello di Monte Sant’Angelo”.
Attraverso la ricerca storica e il rilievo del monumento è stato elaborato un progetto di restauro rispettoso degli aspetti documentali, materiali e figurativi. Il Castello, di proprietà comunale dagli inizi del XIX secolo, è gestito dall’Ente Parco Nazionale del Gargano.
Sorto in posizione strategica sul margine nord-occidentale della città di Monte Sant’Angelo, il Castello, ora in stato di semiabbandono, è un ricco palinsesto architettonico dovuto alle innumerevoli trasformazioni avvenute nel corso del tempo, consistite in ampliamenti, sopraelevazioni, modifiche di varia natura. Il Castello è stato analizzato seguendo il rilevamento diretto e indiretto. Sono emersi dati inerenti alla geometria, alle irregolarità, alle anomalie, informazioni inerenti a materiali, tecniche costruttive, discontinuità. Altrettanto significativo si è rivelato lo studio delle forme di degrado materico e antropico, accelerate dalla mancanza di un piano di manutenzione ordinaria e di conservazione. Il progetto mosso dalla volontà di conservare la materia antica, attraverso il rispetto delle stratificazioni storiche, si posto l’obiettivo di ristabilire l’unità figurativa dell’organismo architettonico, seguendo i principi fondamentali del restauro: il minimo intervento, la riconoscibilità, la compatibilità e la reversibilità.
Con tali premesse, il progetto di tesi prevede la restituzione della continuità fisica del cammino di ronda, la rievocazione di volumi andati perduti come nel caso della Torre Nord restituita nella porzione mancante attraverso una struttura intelaiata in acciaio. Viene resa fruibile la Torre Est attraverso una interpretazione dell’articolazione spaziale interna affidata ad una scala in acciaio. Nella Piazza d’Armi si recupera la fruibilità fisica e visiva attraverso un sistema di rampe e scale in lastre lapidee, necessarie per superare dislivelli considerevoli. Il progetto affronta anche il problema della fruizione proponendo un itinerario di visita che si snoda dall’esterno all’interno.
Il progetto restituisce il Castello al territorio, convertendolo da avamposto strategico di difesa del Gargano ad attrattore culturale, come Polo Eco- museale riassunto con l’acronimo SCAENA (Storia, Conoscenza, Ascolto, Emozioni, Natura, Arte). Infine, per un rilancio del Castello su scala territoriale, l’intervento propone linee guida per una riqualificazione paesaggistica del contesto in cui il complesso fortificato è inserito.
Giornata studi e mostra permanente. La qualità della proposta progettuale, a cui è stato assegnato dalla Commissione del concorso anche un premio in denaro (1500 Euro), non è passata inosservata al Comune di Monte Sant’Angelo e all’Ente Parco del Gargano. L’Amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo, l’Ente Parco del Gargano infatti, sottoscriveranno con il Dipartimento d’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari una apposita convenzione per l’organizzazione di una giornata studi presso il Castello di Monte Sant’Angelo sugli esiti scientifici e progettuali della ricerca condotta nell’ambito di un Laboratorio di laurea in restauro del Poliba e, contestualmente per l’allestimento della relativa mostra permanente presso il Castello.
Otranto e il suo Castello. Oltre alle tre tesi premiate (primo posto per “Lagerwerk II. Dialettica tra restauro e rappresentazione per la valorizzazione di un edificio militare dismesso a Peschiera del Garda), la Commissione del Concorso ha stabilito all’unanimità di segnalare quattro tesi per il rigore metodologico, per la completezza e per le problematiche caratterizzanti le attività scientifiche e culturali dell’Istituto Italiano dei Castelli. Tra queste figura l’altra tesi di laurea in architettura del Poliba che si è meritata la “Segnalazione di merito” con la tesi: “Otranto: il castello e il sistema fortificato”. I concorrenti neo architetti sono: Domenico Carbonara (Giovinazzo), Viviana Baldassarre (Bitonto), Alessia Borrelli (Sanmichele di Bari), Carla Galanto (Monopoli), Alessia Giaquinto (Palo del Colle), Erica Mastandrea (Modugno). Docenti di riferimento al lavoro di tesi: proff. Rossella de Cadilhac (relatrice), Anna Bruna Menghini, Gabriele Rossi.
Il castello di Otranto è parte integrante di un articolato sistema difensivo, costituito da una cinta fortificata dotata di torri e bastioni eretti a protezione della città. La proposta progettuale mira alla tutela, conservazione e valorizzazione consapevole.
Lo studio, condotto attraverso il rilievo, la ricerca bibliografica e archivistica, l’analisi delle tessiture murarie e dei nodi costruttivi, il confronto con altre fortificazioni hanno portato all’identificazione delle fasi costruttive. L’attuale configurazione del sistema fortificato è conseguenza diretta della continua evoluzione delle armi da fuoco e delle strategie difensive. Il sistema fortificato fu costruito ex-novo dopo l’assedio ottomano del 1481. Il castello presentava quattro torri, assumendo una configurazione “ronboida”. Con i viceré spagnoli si riprendono i lavori di adeguamento mediante l’introduzione di un bastione triangolare ed uno pentagonale rivolto verso il mare. Costituito nel suo impianto originario da tre livelli di cunicoli, il castello assume in questi secoli la configurazione attuale, costituita dalla sopraelevazione di quattro livelli caratterizzati da stanze sviluppate intorno ad una grande corte.
Il progetto di restauro del castello e del sistema fortificato ha portato al riconoscimento del manufatto nella sua istanza storica ed estetica, in virtù di una conservazione “integrata” che prevede non solo l’atto di restaurare ma anche una ricerca di funzioni appropriate da attribuire ad esso.
Si è riconosciuta nel castello la capacità di trasmissione della storia, grazie alla testimonianza diretta delle postazioni militari conservate all’interno dei sotterranei. Il castello diviene pertanto, un polo culturale, capace di riannodare i legami con la storia, la letteratura e l’arte del territorio attraverso un percorso di visita che prevede racconti interattivi e ludico-didattici. Il fossato, sebbene riconosciuto nel suo ruolo storico-difensivo, assume la forma di cinta verde di fruizione della città mediante la progettazione di passeggiate, luoghi dello stare e di attrezzature atte ad ospitare eventi. Infine, il progetto si concentra sull’ex Chiesa dell’Immacolata, fisicamente separata dal castello ma storicamente connessa al sistema fortificato.
Costruita a ridosso della porta
urbica della città, in seguito alla chiusura di quest’ultima, si presenta oggi sotto
forma di rudere. La restituzione del suo volume nella fase precedente al crollo
preserva la sua attuale funzione di passaggio e di attraversamento della porta
urbica. La tesi prevede una struttura in acciaio sospesa al soprastante ponte
di progetto, che regge l’involucro costituito da centine e listelli di legno con lo
scopo di restituire lo schema geometrico delle volte e dei ricorsi murari.
La XXIII edizione del premio di laurea dell’Istituto Italiano dei Castelli si è
svolta, a causa del Covid 19, on line. Al concorso hanno partecipato ben 24
tesi di laurea dedicate alle architetture fortificate di tutta Italia.