BARI - “La decisione della Corte di Appello di Bari di assegnare il più ampio premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma escludendo dal riparto dei seggi la lista ‘Senso Civico’, nega lo stesso principio cardine che ha consentito la nuova rideterminazione della percentuale di coalizione. Un dato che francamente sorprende e delude". Lo dichiara il leader di Senso Civico Un Nuovo Ulivo per la Puglia, Alfonso Pisicchio.
"La nostra lista - prosegue la nota -, lo ricordiamo, ha superato la soglia di sbarramento con il 4,16 per cento assegnato dal Ministero dell’Interno, assicurandoci di fatto la rappresentanza. Per questo le nostre ragioni, ben argomentate dai nostri legali in apposite memorie, saranno oggetto di un ricorso puntuale che dimostrerà quale enorme contraddizione esista nel responso della Corte d’Appello. Infatti il calcolo effettuato dalla stessa Corte nell’attribuzione dei 29 seggi alla maggioranza si è basato sul rapporto tra la somma di tutte le liste della coalizione e la somma di tutte le liste presenti nella competizione elettorale, mentre il calcolo effettuato per attribuire le percentuali spettanti ad ogni lista ha proceduto in modo anomalo, prendendo in considerazione il rapporto tra le singole liste e la sommatoria dei voti raccolti da tutti i candidati presidenti. In sostanza nell’attribuzione del premio di maggioranza si sono, correttamente, rapportate le mele con le mele, ma quando si è trattato di calcolare le percentuali raccolte dalle liste si sono mischiate, insensatamente, le mele con altro tipo di frutta. Può andar bene per un frullato, ma non per la rappresentanza di una competizione democratica”, conclude Pisicchio.
"La nostra lista - prosegue la nota -, lo ricordiamo, ha superato la soglia di sbarramento con il 4,16 per cento assegnato dal Ministero dell’Interno, assicurandoci di fatto la rappresentanza. Per questo le nostre ragioni, ben argomentate dai nostri legali in apposite memorie, saranno oggetto di un ricorso puntuale che dimostrerà quale enorme contraddizione esista nel responso della Corte d’Appello. Infatti il calcolo effettuato dalla stessa Corte nell’attribuzione dei 29 seggi alla maggioranza si è basato sul rapporto tra la somma di tutte le liste della coalizione e la somma di tutte le liste presenti nella competizione elettorale, mentre il calcolo effettuato per attribuire le percentuali spettanti ad ogni lista ha proceduto in modo anomalo, prendendo in considerazione il rapporto tra le singole liste e la sommatoria dei voti raccolti da tutti i candidati presidenti. In sostanza nell’attribuzione del premio di maggioranza si sono, correttamente, rapportate le mele con le mele, ma quando si è trattato di calcolare le percentuali raccolte dalle liste si sono mischiate, insensatamente, le mele con altro tipo di frutta. Può andar bene per un frullato, ma non per la rappresentanza di una competizione democratica”, conclude Pisicchio.