SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)- La XVIma edizione della rassegna d’arte contemporanea "Palinsesti", organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento, è stata ufficialmente aperta il 7 novembre 2020 (presentazione in diretta streaming ore 11.00 collegandosi al sito web di Palinsesti www.palinsesti.org) e potrà essere visitata fino al 17 gennaio 2021.
Con il suo ricco e variegato programma di mostre ed eventi la rassegna, anche in questo 2020, coinvolge numerosi artisti, nazionali e internazionali in quattro diverse sedi, distribuite tra San Vito al Tagliamento e Pordenone
Si parte con questa nuova edizione, dall’antico Ospedale e dalla chiesa di Santa Maria dei Battuti dov’è presentato il progetto espositivo Tempo al tempo. Percorsi di una generazione, curato da Luca Pietro Nicoletti con la collaborazione di Alice Debianchi, che vede la partecipazione di ben undici artisti quasi tutti nati fra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta.
Questa collettiva propone due percorsi di lettura all’insegna dei termini “tempo” e “materia”: un ritorno ai medium delle arti visive nella loro consistenza tattile e materiale, che si accompagna all’esigenza di misurarsi con la memoria del Novecento all’aprirsi del nuovo millennio e di fare i conti con il presente e con i livelli di realtà che si aprono in prospettiva.
Si registra infatti un ritorno di interesse per i temi e i problemi della scultura, riassunti emblematicamente da Valdi Spagnulo (di Ceglie Messapica, Brindisi, classe 1961) nella chiesa di Santa Maria dei Battuti, e che oscillano fra un primato della materia (Daniele Nitti Sotres, Alberto Gianfreda, Fumitaka Kudo) e uno del disegno (Cesare Galluzzo).
E se una certa sensibilità pittorica passa soprattutto tramite la fotografia (Christian Cremona) o la reinvenzione dell’arte a stampa (Marco Useli), l’immagine bidimensionale subisce manipolazioni che cercano di visualizzare delle metafore della memoria (Gianni Moretti, Matteo Pizzolante, di Castrignano del Capo, Lecce, opere in foto) e finisce per attingere, con mezzi tecnologici, ai processi immaginativi del collage (Andrea Marinelli, Alessandro Gioiello).
Su queste coordinate, forse, si potrà tracciare un profilo di una generazione. All’Essiccatoio Bozzoli è ospitata la personale di Carlo Vidoni, curata da Antonio Garlatti, che costituisce un affondo sul lavoro Grande pala (2015) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo.
Nell’installazione Destiny_destination, site specific per l’Essiccatoio Bozzoli, realizzata in collaborazione con l’antropologo svizzero, ma di origine friulana, Alessandro Monsutti, Vidoni approfondisce certi aspetti e temi della vicenda migratoria attraverso i vissuti dei protagonisti. Incrocia le traiettorie di sette persone che hanno lasciato il Friuli in momenti diversi della loro esistenza o sono venute in regione da orizzonti lontani. Le esperienze dei friulani sono eterogenee come lo sono quelle dei non friulani. Ma tutti questi destini ci parlano di una comune umanità, caratterizzata da una tensione tra attaccamento ai luoghi dove si è cresciuti e curiosità per il mondo che c’è oltre i muri di casa.
L’appuntamento internazionale del Premio In Sesto. Il luogo come arte, curato da Michela Lupieri con la collaborazione di Magalì Cappellaro, raggiunge quest’anno la dodicesima edizione. Il Premio riconferma la vocazione dimostrata nei suoi precedenti undici anni di attività: promuovere il rapporto storia-contemporaneità sul territorio e favorire l’incontro e lo scambio tra artisti nazionali e internazionali.
Per questo 2020 i partecipanti sono Matteo Nasini e Maria Walcher per l’Italia e il duo tedesco composto da Sinta Werner e Markus Wüste. La mostra allestita alle Antiche Carceri presenta alcuni lavori rappresentativi della ricerca di ognuno e, soprattutto, i tre progetti concepiti per il sito selezionato quest’anno: l’area verde adiacente al parcheggio Elio Susanna, uno spazio in pieno centro storico separato dal Parco Rota da un fossato d’acqua. Si tratta della scultura Meriggio assorto di Nasini, dell’intervento Tocca a te di Walcher e della scultura Noise Reduction di Werner e Wüste.
Come da consuetudine, il pubblico è chiamato a esprimere il proprio voto di preferenza, stabilendo in tale modo quale sarà il progetto da realizzare nel corso del 2021.
Alla Fondazione Ado Furlan di Pordenone (via Giuseppe Mazzini, 53) verrà invece ospitata la mostra personale di Elisa Caldana, artista vincitrice dell’edizione 2019 del Premio In Sesto con il progetto Monumento alle vie inesistenti. Con l’esposizione dal titolo “Hometown / Casa città”, curata da Giada Centazzo, l’artista pordenonese – che da tempo vive e lavora all’estero –propone una selezione di opere del suo corpus creativo, in cui indaga con diversi media e da differenti angolature il concetto di “casa” nella sua accezione pratica, etica, sociale e metaforica, in un gioco di rimandi in cui contesto domestico edurbano si fondono, confondono e compenetrano. E sceglie di farlo proprio nella sua città natale, con un valore simbolicodi rilievo.
In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio del 3 novembre 2020, volto al contenimento della pandemia da Covid-19, le mostre momentaneamente non potranno essere aperte al pubblico. La rassegna Palinsesti potrà comunque essere visitata virtualmente collegandosi al sito www.palinsesti.org. Anche le votazioni del Premio In Sesto si terranno on line.
Con il suo ricco e variegato programma di mostre ed eventi la rassegna, anche in questo 2020, coinvolge numerosi artisti, nazionali e internazionali in quattro diverse sedi, distribuite tra San Vito al Tagliamento e Pordenone
Si parte con questa nuova edizione, dall’antico Ospedale e dalla chiesa di Santa Maria dei Battuti dov’è presentato il progetto espositivo Tempo al tempo. Percorsi di una generazione, curato da Luca Pietro Nicoletti con la collaborazione di Alice Debianchi, che vede la partecipazione di ben undici artisti quasi tutti nati fra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta.
Questa collettiva propone due percorsi di lettura all’insegna dei termini “tempo” e “materia”: un ritorno ai medium delle arti visive nella loro consistenza tattile e materiale, che si accompagna all’esigenza di misurarsi con la memoria del Novecento all’aprirsi del nuovo millennio e di fare i conti con il presente e con i livelli di realtà che si aprono in prospettiva.
Si registra infatti un ritorno di interesse per i temi e i problemi della scultura, riassunti emblematicamente da Valdi Spagnulo (di Ceglie Messapica, Brindisi, classe 1961) nella chiesa di Santa Maria dei Battuti, e che oscillano fra un primato della materia (Daniele Nitti Sotres, Alberto Gianfreda, Fumitaka Kudo) e uno del disegno (Cesare Galluzzo).
E se una certa sensibilità pittorica passa soprattutto tramite la fotografia (Christian Cremona) o la reinvenzione dell’arte a stampa (Marco Useli), l’immagine bidimensionale subisce manipolazioni che cercano di visualizzare delle metafore della memoria (Gianni Moretti, Matteo Pizzolante, di Castrignano del Capo, Lecce, opere in foto) e finisce per attingere, con mezzi tecnologici, ai processi immaginativi del collage (Andrea Marinelli, Alessandro Gioiello).
Su queste coordinate, forse, si potrà tracciare un profilo di una generazione. All’Essiccatoio Bozzoli è ospitata la personale di Carlo Vidoni, curata da Antonio Garlatti, che costituisce un affondo sul lavoro Grande pala (2015) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo.
Nell’installazione Destiny_destination, site specific per l’Essiccatoio Bozzoli, realizzata in collaborazione con l’antropologo svizzero, ma di origine friulana, Alessandro Monsutti, Vidoni approfondisce certi aspetti e temi della vicenda migratoria attraverso i vissuti dei protagonisti. Incrocia le traiettorie di sette persone che hanno lasciato il Friuli in momenti diversi della loro esistenza o sono venute in regione da orizzonti lontani. Le esperienze dei friulani sono eterogenee come lo sono quelle dei non friulani. Ma tutti questi destini ci parlano di una comune umanità, caratterizzata da una tensione tra attaccamento ai luoghi dove si è cresciuti e curiosità per il mondo che c’è oltre i muri di casa.
L’appuntamento internazionale del Premio In Sesto. Il luogo come arte, curato da Michela Lupieri con la collaborazione di Magalì Cappellaro, raggiunge quest’anno la dodicesima edizione. Il Premio riconferma la vocazione dimostrata nei suoi precedenti undici anni di attività: promuovere il rapporto storia-contemporaneità sul territorio e favorire l’incontro e lo scambio tra artisti nazionali e internazionali.
Per questo 2020 i partecipanti sono Matteo Nasini e Maria Walcher per l’Italia e il duo tedesco composto da Sinta Werner e Markus Wüste. La mostra allestita alle Antiche Carceri presenta alcuni lavori rappresentativi della ricerca di ognuno e, soprattutto, i tre progetti concepiti per il sito selezionato quest’anno: l’area verde adiacente al parcheggio Elio Susanna, uno spazio in pieno centro storico separato dal Parco Rota da un fossato d’acqua. Si tratta della scultura Meriggio assorto di Nasini, dell’intervento Tocca a te di Walcher e della scultura Noise Reduction di Werner e Wüste.
Come da consuetudine, il pubblico è chiamato a esprimere il proprio voto di preferenza, stabilendo in tale modo quale sarà il progetto da realizzare nel corso del 2021.
Alla Fondazione Ado Furlan di Pordenone (via Giuseppe Mazzini, 53) verrà invece ospitata la mostra personale di Elisa Caldana, artista vincitrice dell’edizione 2019 del Premio In Sesto con il progetto Monumento alle vie inesistenti. Con l’esposizione dal titolo “Hometown / Casa città”, curata da Giada Centazzo, l’artista pordenonese – che da tempo vive e lavora all’estero –propone una selezione di opere del suo corpus creativo, in cui indaga con diversi media e da differenti angolature il concetto di “casa” nella sua accezione pratica, etica, sociale e metaforica, in un gioco di rimandi in cui contesto domestico edurbano si fondono, confondono e compenetrano. E sceglie di farlo proprio nella sua città natale, con un valore simbolicodi rilievo.
In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio del 3 novembre 2020, volto al contenimento della pandemia da Covid-19, le mostre momentaneamente non potranno essere aperte al pubblico. La rassegna Palinsesti potrà comunque essere visitata virtualmente collegandosi al sito www.palinsesti.org. Anche le votazioni del Premio In Sesto si terranno on line.
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Cultura e Spettacoli