Ex Ilva, D'Amato (M5S): "Ipotesi governo non risolve problema inquinamento, chiudere area a caldo"

BARI - “Basta false promesse sull'ex Ilva. Apprendiamo dalle dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico e dai media di piani di conversione degli impianti, ma l'ipotesi paventata non risolverà il dramma di Taranto: lo stabilimento inquinerà di più e peggio. Lo studio che abbiamo realizzato con gli esperti dell'Osservatorio Tri.0 lo dimostra: con un'area a caldo in piedi con l’aggiunta di forni elettrici e impianto per preridotto, come nell’ultima ipotesi del ministro, l'ex Ilva continuerà a determinare livelli di PCB e PM10 considerevoli nonché un aumento superiore al 25% del PM2,5 rispetto alla situazione attuale. Inoltre, si registrerebbe un innalzamento delle emissioni per nichel, cadmio (più del 100%) e IPA (58%). La verità è che l'area a caldo va chiusa. E nessuna ipotesi di revamping dello stabilimento può realizzarsi senza una Valutazione di impatto ambientale (finora mai ottenuta dallo stabilimento siderurgico), con relativa Valutazione di impatto sanitario, in accordo con quanto previsto dalla direttiva 2014/52/UE. Il governo ascolti il territorio prima di avallare qualsiasi nuovo piano”. Lo dichiara l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, che oggi nel corso di una conferenza stampa ha presentato i risultati di uno studio sull’impatto dei probabili nuovi modelli produttivi al vaglio per il futuro dell’ex Ilva di Taranto, tra cui quello proposto dal ministero dello Sviluppo economico, che prevede un mix di altoforno, forno elettrico e preridotto.

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