ROMA - “Oggi è una giornata importante perché i lavoratori dell’ex Ilva, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, hanno scioperato in massa in tutti gli stabilimenti per difendere il lavoro, la sicurezza, la salute e l’ambiente. L’ex Ilva rappresenta la vertenza madre non solo della siderurgia ma del futuro del nostro Paese. L’accordo del 6 settembre 2018, firmato al Mise da Governo, ArcelorMittal e sindacati è stato disatteso per responsabilità sia dell’Esecutivo che della multinazionale e questo è insopportabile. Sia l’intesa del 4 marzo che quella che ci sarà il 30 novembre ci hanno visti solamente spettatori e per questo non ci sentiamo vincolati in nessun modo. Vogliamo conoscere e discutere, senza accordi pre confezionati, del piano industriale e occupazionale, con l'imprescindibile salvaguardia sia dei dipendenti, che dei 1.700 in Ilva AS e quelli dell’indotto. Non firmeremo mai accordi che prevedono esuberi, riduzioni salariali e tempi lunghi per il piano industriale e ambientale”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, al termine della conferenza stampa indetta dai Segretari Generali di Fim fiom Uilm sulla situazione dell’ex Ilva.
“Vogliamo garanzie chiare e immediate dal Governo sull’occupazione e sugli interventi che si vogliono mettere in campo. Questa vertenza va avanti dal 2012 e non si può perdere più tempo, i lavoratori e la città sono stremati” esorta.
“Vogliamo un piano che concili salute, lavoro e ambiente, che rispetti sia i diritti dei lavoratori che quelli dei cittadini di Taranto. Solamente con la riconciliazione tra fabbrica e città saremo in grado di costruire un futuro ecosostenibile e occupazionale dell’ex Ilva” prosegue.
“La prospettiva occupazionale dei lavoratori all’interno dell’ex Ilva è una cosa seria. Vogliamo il lavoro e non gli ammortizzatori sociali” continua. “Non possiamo fidarci a scatola chiusa dell’ingresso dello Stato nella società con ArcelorMittal, perché è lo stesso che ha gestito gli stabilimenti dal 2012 al 2018 con un fallimento sotto ogni punto di vista. Inoltre si rischia che l’ex Ilva venga strumentalizzata a fini politici tra le diverse fazioni presenti nella maggioranza. Serve univocità dal Governo e non dichiarazioni contrastanti e incompatibili” prosegue.
“Non accetteremo un accordo da prendere o lasciare, vogliamo dare il nostro contributo per rilanciare la più grande acciaieria d'Europa e salvaguardare la siderurgia italiana” conclude.
“Vogliamo garanzie chiare e immediate dal Governo sull’occupazione e sugli interventi che si vogliono mettere in campo. Questa vertenza va avanti dal 2012 e non si può perdere più tempo, i lavoratori e la città sono stremati” esorta.
“Vogliamo un piano che concili salute, lavoro e ambiente, che rispetti sia i diritti dei lavoratori che quelli dei cittadini di Taranto. Solamente con la riconciliazione tra fabbrica e città saremo in grado di costruire un futuro ecosostenibile e occupazionale dell’ex Ilva” prosegue.
“La prospettiva occupazionale dei lavoratori all’interno dell’ex Ilva è una cosa seria. Vogliamo il lavoro e non gli ammortizzatori sociali” continua. “Non possiamo fidarci a scatola chiusa dell’ingresso dello Stato nella società con ArcelorMittal, perché è lo stesso che ha gestito gli stabilimenti dal 2012 al 2018 con un fallimento sotto ogni punto di vista. Inoltre si rischia che l’ex Ilva venga strumentalizzata a fini politici tra le diverse fazioni presenti nella maggioranza. Serve univocità dal Governo e non dichiarazioni contrastanti e incompatibili” prosegue.
“Non accetteremo un accordo da prendere o lasciare, vogliamo dare il nostro contributo per rilanciare la più grande acciaieria d'Europa e salvaguardare la siderurgia italiana” conclude.