ROMA - “Mancano poco più di due settimane al 30 novembre, data entro la quale ArcelorMittal e i commissari di Ilva in Amministrazione straordinaria dovranno sottoscrivere un nuovo contratto di investimento, così come stabilito nell'accordo di modifica del contratto di affitto del 4 marzo 2020. Sono trascorsi otto mesi di drammatica attesa che, uniti a un ulteriore periodo dalla sottoscrizione dell'accordo sindacale del 6 settembre 2018, rendono la situazione ormai insostenibile”. Così Rocco Palombella, Segretario generale della Uilm.
“L'incontro di domani alla presenza dei tre Ministri Patuanelli, Gualteri e Catalfo, che hanno accolto tempestivamente il nostro grido di allarme – aggiunge il leader dei metalmeccanici della Uil – non potrà concludersi con un nulla di fatto. Se da un lato, infatti, abbiamo accolto positivamente la convocazione dell'incontro, dall'altro e a maggior ragione vogliamo conoscere quali sono i termini dell'intesa”.
“Ci aspettiamo – continua – la riconferma dell'unico piano industriale, la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, la riconferma degli investimenti tecnologici e quelli ambientali. La tensione che si è accumulata di giorno in giorno all'interno degli stabilimenti è palpabile e può sfociare in azioni ormai ingovernabili. I Ministri devono sapere, infatti, che noi non saremo più in grado di controllare la disperazione dei lavoratori se non avremo risposte certe”.
“Basta incontri interlocutori! Domani ci aspettiamo soluzioni concrete per i 20mila lavoratori ex Ilva”, conclude Palombella.
“L'incontro di domani alla presenza dei tre Ministri Patuanelli, Gualteri e Catalfo, che hanno accolto tempestivamente il nostro grido di allarme – aggiunge il leader dei metalmeccanici della Uil – non potrà concludersi con un nulla di fatto. Se da un lato, infatti, abbiamo accolto positivamente la convocazione dell'incontro, dall'altro e a maggior ragione vogliamo conoscere quali sono i termini dell'intesa”.
“Ci aspettiamo – continua – la riconferma dell'unico piano industriale, la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, la riconferma degli investimenti tecnologici e quelli ambientali. La tensione che si è accumulata di giorno in giorno all'interno degli stabilimenti è palpabile e può sfociare in azioni ormai ingovernabili. I Ministri devono sapere, infatti, che noi non saremo più in grado di controllare la disperazione dei lavoratori se non avremo risposte certe”.
“Basta incontri interlocutori! Domani ci aspettiamo soluzioni concrete per i 20mila lavoratori ex Ilva”, conclude Palombella.