BARI - Sostenere il comparto del wedding deve essere una priorità, vista l’importanza di questo settore per l’economia pugliese. Per questo la consigliera regionale del M5S Antonella Laricchia propone di istituire, d'intesa con gli attori locali,un Distretto Regionale del Wedding che unisca le diverse imprese del territorio per puntare alla valorizzazione delle nostre eccellenze e strutturare meglio il comparto.
“Oggi leggiamo sulla stampa - spiega Laricchia - del calo del 61% delle cerimonie nella provincia di Lecce a causa della pandemia. La stessa situazione si registra anche nelle altre province, con professionisti letteralmente fermi da quasi un anno. Parliamo di un comparto che ha bisogno di essere realmente supportato e ricostruito, con la creazione di un distretto del wedding che serva a riattivare la filiera e a fare sinergia tra tutti gli operatori coinvolti. È necessario riunire i codici ATECO: tante professionalità e tante imprese di qualità con le quali lavorare per costruire un marchio del wedding pugliese che possa essere conosciuto in tutto il mondo.”
La filiera produttiva interessata è ampia, in un settore con delle specifiche peculiarità, non sempre facilmente riconducibile alla classificazione dei CODICI ATECO, ma si tratta di una realtà che nel complesso fattura il 10% del PIL regionale e che “può contare su almeno 37 tipologie di aziende strettamente legate al comparto e circa 20 legate in maniera secondaria” come dichiarato dalle Associazione Wedding Planner Puglia, Puglia Wedding Production Association e Confindustria Lecce Sezione Turismo, le quali hanno incontrato l’Assessore allo Sviluppo Economico, il 22 gennaio 2021.
“Già lo scorso anno - prosegue Laricchia - ho avviato una interlocuzione con gli operatori del settore, che fino allo scorso anno produceva un fatturato vicino al miliardo di euro. Ho ascoltato le loro testimonianze nel corso di eventi nelle province di Bari, Lecce e Taranto a cui hanno preso parte parlamentari, titolari di aziende colpite dalla crisi e autorevoli esponenti del settore come Santo Versace. Avevamo elaborato questa proposta e portato le loro istanze all’attenzione del Governo. Un impegno che intendo portare avanti in consiglio regionale. Non servono le parole, ma i fatti”.
“Oggi leggiamo sulla stampa - spiega Laricchia - del calo del 61% delle cerimonie nella provincia di Lecce a causa della pandemia. La stessa situazione si registra anche nelle altre province, con professionisti letteralmente fermi da quasi un anno. Parliamo di un comparto che ha bisogno di essere realmente supportato e ricostruito, con la creazione di un distretto del wedding che serva a riattivare la filiera e a fare sinergia tra tutti gli operatori coinvolti. È necessario riunire i codici ATECO: tante professionalità e tante imprese di qualità con le quali lavorare per costruire un marchio del wedding pugliese che possa essere conosciuto in tutto il mondo.”
La filiera produttiva interessata è ampia, in un settore con delle specifiche peculiarità, non sempre facilmente riconducibile alla classificazione dei CODICI ATECO, ma si tratta di una realtà che nel complesso fattura il 10% del PIL regionale e che “può contare su almeno 37 tipologie di aziende strettamente legate al comparto e circa 20 legate in maniera secondaria” come dichiarato dalle Associazione Wedding Planner Puglia, Puglia Wedding Production Association e Confindustria Lecce Sezione Turismo, le quali hanno incontrato l’Assessore allo Sviluppo Economico, il 22 gennaio 2021.
“Già lo scorso anno - prosegue Laricchia - ho avviato una interlocuzione con gli operatori del settore, che fino allo scorso anno produceva un fatturato vicino al miliardo di euro. Ho ascoltato le loro testimonianze nel corso di eventi nelle province di Bari, Lecce e Taranto a cui hanno preso parte parlamentari, titolari di aziende colpite dalla crisi e autorevoli esponenti del settore come Santo Versace. Avevamo elaborato questa proposta e portato le loro istanze all’attenzione del Governo. Un impegno che intendo portare avanti in consiglio regionale. Non servono le parole, ma i fatti”.
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