BARI - “Trump non è il presidente che l’America vuole. Gli americani hanno scelto e quella di ieri è una delle pagine più terribili che la democrazia americana abbia mai conosciuto". Così in una nota la presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone.
"Protestare è legittimo - prosegue Capone -, come anche chiedere il riconteggio dei voti, ma da qui a chiamare a raccolta i propri supporter, facendo nomi e cognomi dei presunti “nemici”, neanche fossimo nel mezzo di una guerra civile, ne passa. Il risultato? Le immagini che tutti abbiamo visto, le irruzioni nel Campidoglio, fino ad arrivare a quattro morti e diversi feriti. E Trump che ha fatto? Scrive un tweet e un post in cui afferma “Questo è ciò che accade quando una vittoria elettorale sacra e schiacciante è strappata brutalmente ai grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente da così tanto tempo. Tornate a casa con amore e in pace” e, come se non bastasse, ha aggiunto “Ricorderete questo giorno per sempre”. Qui non c’entra più nemmeno solo la politica, la destra, il centro, la sinistra. Ciò che è accaduto ieri a Washington va ben oltre le logiche di palazzo, chiama in causa tutta la società, americana e non: i cittadini, i mezzi di comunicazione, i parlamentari. Fortunatamente alle 9 italiane di questa mattina, mentre tutti cominciavamo una nuova giornata frastornati dalle immagini che si avvicendavano in tv, il Congresso americano ha certificato l’elezione del Presidente Biden e della vice presidente Harris, dimostrando come la democrazia alla fine, in un modo o nell’altro, riesce a superare con maturità anche le fasi più difficili. “Noi siamo molto meglio di tutto questo” ha detto Biden lanciando, ancora una volta, un grande appello all’Unità. A lui adesso toccherà ripescare il Paese dal buio in cui Trump l’ha fatto precipitare, a lui spetterà curarne le ferite e ripristinare il valore fondamentale della tolleranza. Perché le radici di ciò che è accaduto ieri vanno ricercate in un modo di essere popolo che alcuni americani sembrano aver dimenticato e questo, purtroppo, grazie soprattutto a Trump. D’altra parte il vero male di questo secolo è il populismo, il costume demagogico che certi politici hanno scelto di darsi per fare breccia nella disperazione delle persone. E questo, purtroppo, vale per l’America come per l’Italia”, conclude Capone.
"Protestare è legittimo - prosegue Capone -, come anche chiedere il riconteggio dei voti, ma da qui a chiamare a raccolta i propri supporter, facendo nomi e cognomi dei presunti “nemici”, neanche fossimo nel mezzo di una guerra civile, ne passa. Il risultato? Le immagini che tutti abbiamo visto, le irruzioni nel Campidoglio, fino ad arrivare a quattro morti e diversi feriti. E Trump che ha fatto? Scrive un tweet e un post in cui afferma “Questo è ciò che accade quando una vittoria elettorale sacra e schiacciante è strappata brutalmente ai grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente da così tanto tempo. Tornate a casa con amore e in pace” e, come se non bastasse, ha aggiunto “Ricorderete questo giorno per sempre”. Qui non c’entra più nemmeno solo la politica, la destra, il centro, la sinistra. Ciò che è accaduto ieri a Washington va ben oltre le logiche di palazzo, chiama in causa tutta la società, americana e non: i cittadini, i mezzi di comunicazione, i parlamentari. Fortunatamente alle 9 italiane di questa mattina, mentre tutti cominciavamo una nuova giornata frastornati dalle immagini che si avvicendavano in tv, il Congresso americano ha certificato l’elezione del Presidente Biden e della vice presidente Harris, dimostrando come la democrazia alla fine, in un modo o nell’altro, riesce a superare con maturità anche le fasi più difficili. “Noi siamo molto meglio di tutto questo” ha detto Biden lanciando, ancora una volta, un grande appello all’Unità. A lui adesso toccherà ripescare il Paese dal buio in cui Trump l’ha fatto precipitare, a lui spetterà curarne le ferite e ripristinare il valore fondamentale della tolleranza. Perché le radici di ciò che è accaduto ieri vanno ricercate in un modo di essere popolo che alcuni americani sembrano aver dimenticato e questo, purtroppo, grazie soprattutto a Trump. D’altra parte il vero male di questo secolo è il populismo, il costume demagogico che certi politici hanno scelto di darsi per fare breccia nella disperazione delle persone. E questo, purtroppo, vale per l’America come per l’Italia”, conclude Capone.