BARI - Esprimono preoccupazione i farmacisti pugliesi in merito ai ritardi delle consegne di vaccini da parte di Pfizer che ha rallentato in modo significativo la campagna vaccinale in Italia, come nel resto d’Europa. Le dosi somministrate in Italia sono state ridotte di circa 2/3 con pesanti conseguenze sul cronoprogramma e sulla diseguaglianza territoriale nella distribuzione tra regioni.
“Abbiamo molto apprezzato l’intervento dell’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco e del dottor Vito Montanaro, direttore del Dipartimento promozione salute, per l’inserimento dei farmacisti tra gli operatori sanitari di prima linea in questa campagna vaccinale regionale – commenta il dott. Francesco Fullone, presidente di Federfarma Bari e Puglia – tuttavia i tagli delle consegne di Pfizer hanno inevitabilmente causato uno slittamento della chiamata dei farmacisti al vaccino. E questo ci preoccupa. La richiesta è, quindi, quella che, nei limiti consentiti dagli stock che arrivano, i farmacisti e i collaboratori delle farmacie non perdano la loro legittima priorità ”.
Del resto, ricordano da Federfarma, durante tutta la prima ondata pandemica le farmacie sono state uno sportello di vicinanza sempre aperto al pubblico, pagando talvolta anche con la perdita di vite umane il loro servizio. Hanno funzionato come centro di informazione e ristoro psicologico per gli utenti, si sono attivate e organizzate per la consegna a domicilio dei farmaci. Quando autorizzato, hanno immediatamente riattivato i servizi come le prenotazioni Cup, gli screening per il tumore del colon, gli elettrocardiogrammi, l’applicazione degli olter, la misurazione della glicemia per combattere il diabete e tutti quei servizi ormai da tempo svolti. Ecco quindi che le farmacie non sono da considerare esclusivamente come luoghi per la dispensazione di farmaci ma sono vere e proprie sentinelle sul territorio del servizio sanitario.
Questo ruolo che talvolta viene riconosciuto alle farmacie in modo un po’ timido dovrebbe essere invece ricordato. E giacché la campagna di vaccinazione anti Covid-19 ha necessità di arrivare al maggior numero di persone nel minor tempo possibile le farmacie potrebbero essere usate anche come luoghi di somministrazione. In particolar modo con i nuovi vaccini in arrivo, più semplici da gestire rispetto a quello di Pfizer, per aumentare il numero di vaccinazioni contro il Covid.
“Sfruttate le farmacie – prosegue Fullone - sono un alleato validissimo e presente in modo capillare su tutto il territorio”. E poi aggiunge: “Dobbiamo mettere in campo tutte le forze che abbiamo, che si tratti di allestire spazi momentanei nelle piazze, usare le farmacie o gli spazi culturali come i teatri, se ci sono le condizioni perché ciò avvenga, dovremmo farlo”.
Intanto permane l’attesa per l’autorizzazione del vaccino di Astrazeneca da parte di Ema e Aifa, prevista per il 29 gennaio prossimo. Per l’Italia sono previste 8milioni di dosi nel primo trimestre di quest’anno.
“Abbiamo molto apprezzato l’intervento dell’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco e del dottor Vito Montanaro, direttore del Dipartimento promozione salute, per l’inserimento dei farmacisti tra gli operatori sanitari di prima linea in questa campagna vaccinale regionale – commenta il dott. Francesco Fullone, presidente di Federfarma Bari e Puglia – tuttavia i tagli delle consegne di Pfizer hanno inevitabilmente causato uno slittamento della chiamata dei farmacisti al vaccino. E questo ci preoccupa. La richiesta è, quindi, quella che, nei limiti consentiti dagli stock che arrivano, i farmacisti e i collaboratori delle farmacie non perdano la loro legittima priorità ”.
Del resto, ricordano da Federfarma, durante tutta la prima ondata pandemica le farmacie sono state uno sportello di vicinanza sempre aperto al pubblico, pagando talvolta anche con la perdita di vite umane il loro servizio. Hanno funzionato come centro di informazione e ristoro psicologico per gli utenti, si sono attivate e organizzate per la consegna a domicilio dei farmaci. Quando autorizzato, hanno immediatamente riattivato i servizi come le prenotazioni Cup, gli screening per il tumore del colon, gli elettrocardiogrammi, l’applicazione degli olter, la misurazione della glicemia per combattere il diabete e tutti quei servizi ormai da tempo svolti. Ecco quindi che le farmacie non sono da considerare esclusivamente come luoghi per la dispensazione di farmaci ma sono vere e proprie sentinelle sul territorio del servizio sanitario.
Questo ruolo che talvolta viene riconosciuto alle farmacie in modo un po’ timido dovrebbe essere invece ricordato. E giacché la campagna di vaccinazione anti Covid-19 ha necessità di arrivare al maggior numero di persone nel minor tempo possibile le farmacie potrebbero essere usate anche come luoghi di somministrazione. In particolar modo con i nuovi vaccini in arrivo, più semplici da gestire rispetto a quello di Pfizer, per aumentare il numero di vaccinazioni contro il Covid.
“Sfruttate le farmacie – prosegue Fullone - sono un alleato validissimo e presente in modo capillare su tutto il territorio”. E poi aggiunge: “Dobbiamo mettere in campo tutte le forze che abbiamo, che si tratti di allestire spazi momentanei nelle piazze, usare le farmacie o gli spazi culturali come i teatri, se ci sono le condizioni perché ciò avvenga, dovremmo farlo”.
Intanto permane l’attesa per l’autorizzazione del vaccino di Astrazeneca da parte di Ema e Aifa, prevista per il 29 gennaio prossimo. Per l’Italia sono previste 8milioni di dosi nel primo trimestre di quest’anno.