Identità multiple a rischio
(Pixabay /pixundfertig) |
Ma cosa succede, oggi, ai bambini, compresi anche gli adulti che nel cuore sono in stato regressivo come essere tornati bambini, sotto il dominio di Re Covid-19? Cosa succede a coloro che si vaccinano anti Re Covid-19?
Il rimosso emerge: nella "Psicopatologia della vita quotidiana" Sigmund Freud analizza gli elementi che riguardano le vicende apparentemente banali della quotidianità, vale a dire le dimenticanze e i lapsus che si radicano in una memoria immemorabile, ma sempre pronta ad affiorare sul piano della realtà. Tale dimensione, però, può inscriversi tra il sonno e la veglia, e cioè in quella area in cui la realtà si fonde con il sogno. Interessante la citazione di Freud tratta dalla “Scena di Mezzanotte” del Faust che così recita: "Ora l'aria è sì piena di fantasmi, che nessuno sa più come evitarli". Mi sto riferendo alla situazione difficile che attanaglia tutti e a tutte le età in questo periodo davvero oscuro della storia umana. Navigando su internet ho letto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che sui 4.000 suicidi l’anno registrati nel nostro Paese, riferisce ISTAT, oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni. Con il Covid 19 sono aumentati vari disturbi del comportamento, suicidi, angoscia, insonnia. Ciò che si rileva è una alterata situazione psichica, tra l’altro trattata da M. Klein quando si accorse del profondo bisogno del bambino desideroso di cure ed attenzione da parte della madre.
Ma le madri dove sono oggi? Il femminile come tale dov’è? Della Artemisia Gentileschi, la grande pittrice seicentesca, figlia di Orazio Lomi e ahimè abusata e usata dalla storia per molti motivi, compreso un processo di stupro ad opera di Agostino Tassi, detto lo Smargiasso, suo maestro di prospettiva, il Giovanni Baglione riferendosi alla sua indiscussa maestria così ebbe ad esprimersi: “..e per esser una Donna assai bene si portava". Il femminismo invero ha trovato la sua ragion d’essere nell'assenza "di vero rispetto per la donna". Magari, anche, sempre e soltanto oggetto di desiderio e non già in egual misura soggetto desiderante. Il "Corpo" femminile esibito, violentato, strumentalizzato, vilipeso, falsamente amato e desiderato, il corpo quale contenitore di aspetti psichici scissi è il segno della negazione della Corporeità quale organizzazione più vasta e complessa. Il dolore femminile ha attraversato la storia e ancora in molti casi l’attraversa in alcuni luoghi del pianeta, per una inconsapevole e forzata introiezione di un destino di donna, fatto di accettazione e di silenzio...
Riteorizzare, però, serenamente la cosiddetta questione femminile alla luce dei nuovi sviluppi storici non è cosa facile, ma ci appare urgente e necessaria. La forzata clausura dovuta al Virus che è entrato innanzitutto prima nella mente e poi ha cominciato a serpeggiare nel mondo contagiando tutto e tutti in modo incontrollato e talora mortale, sia per le persone che per l’economia, ha evidenziato quanto fragili siano le fondamenta e delle famiglie d’oggi e dei sistemi economici alla mercé dei potenti della Terra.
Alla luce di vari recenti eventi sembra che l’ampia genitorialità materna oggi si sia trasferita in un altrove. Le donne, da tempo ormai, hanno cancellato Hestia, cioè l’antica dea custode del fuoco, del focolare intorno al quale le madri, le nonne, le zie, l’essere femminile trasmettevano tradizioni e cultura, raccontavano le fiabe, narrazioni fondamentali per insegnare, senza traumi, ai bambini simboli, metafore, pericoli della vita e così via. Le madri, intese nella più ampia accezione del termine, insegnavano innanzitutto a giocare facilitando lo sviluppo dell’autonomia, del pensiero creativo e divergente. Oggi ci si illude di vivere nell’ “hic et nunc”, in un mondo in cui le bocche fameliche del consumismo hanno annientato ogni pensiero che non sia quello binario con la preclusione ai piani simbolici e metaforici, senza rendersi conto che l'"hic et nunc" ha comunque radici nella dimensione del "lì ed allora".
Dove è andata a finire la dimensione ludica capace di aprire spazi transizionali in grado di poter incontrare la realtà? Di troppa realtà, infatti, si può morire (D.W. Winnicott) se questa non viene sostenuta da una quota di illusione, di gioco. Non è un caso che le varie “ chiusure“ (i famosi e anche famigerati lockdown) abbiano determinato molte separazioni di coppie che in qualche modo compensavano il loro taciuto malessere: l’incapacità di tenere fede all’inconsapevole “patto segreto” che sostiene “ab origine” ogni unione, la difficoltà conseguente di dialogo, del mantenere la piccola illusione degli inizi è emersa in modo pregnante se non prepotente. Quella illusione (dal latino “illudere” composto dalla particella in e da ludo, gioco) o dimensione ludica che sospende spazio e tempo in cui sia la coppia che il bambino( se pur diversamente) imparano a giocare creando e scoprendo le interne risorse, il proprio progetto di vita.
Alla luce di vari recenti eventi sembra che l’ampia genitorialità materna oggi si sia trasferita in un altrove. Le donne, da tempo ormai, hanno cancellato Hestia, cioè l’antica dea custode del fuoco, del focolare intorno al quale le madri, le nonne, le zie, l’essere femminile trasmettevano tradizioni e cultura, raccontavano le fiabe, narrazioni fondamentali per insegnare, senza traumi, ai bambini simboli, metafore, pericoli della vita e così via. Le madri, intese nella più ampia accezione del termine, insegnavano innanzitutto a giocare facilitando lo sviluppo dell’autonomia, del pensiero creativo e divergente. Oggi ci si illude di vivere nell’ “hic et nunc”, in un mondo in cui le bocche fameliche del consumismo hanno annientato ogni pensiero che non sia quello binario con la preclusione ai piani simbolici e metaforici, senza rendersi conto che l'"hic et nunc" ha comunque radici nella dimensione del "lì ed allora".
Dove è andata a finire la dimensione ludica capace di aprire spazi transizionali in grado di poter incontrare la realtà? Di troppa realtà, infatti, si può morire (D.W. Winnicott) se questa non viene sostenuta da una quota di illusione, di gioco. Non è un caso che le varie “ chiusure“ (i famosi e anche famigerati lockdown) abbiano determinato molte separazioni di coppie che in qualche modo compensavano il loro taciuto malessere: l’incapacità di tenere fede all’inconsapevole “patto segreto” che sostiene “ab origine” ogni unione, la difficoltà conseguente di dialogo, del mantenere la piccola illusione degli inizi è emersa in modo pregnante se non prepotente. Quella illusione (dal latino “illudere” composto dalla particella in e da ludo, gioco) o dimensione ludica che sospende spazio e tempo in cui sia la coppia che il bambino( se pur diversamente) imparano a giocare creando e scoprendo le interne risorse, il proprio progetto di vita.
Nelle produzioni creative e delle “poetiche” infantili (dal greco Poiesis: plasmare, fare poeticamente…) e in quelle adulte la realtà si fonde all'irrealtà del sogno: uno stato nel e con il quale si costruisce, se pur ciascuno con la propria peculiarità, "Sua Maestà l'IO" capace poi di resistere a eventuali Re Covid, senza la necessità di provare esperienze estreme sia tramite giochi virtuali totalmente alienanti rispetto alla realtà, sia per effetto emulativo di situazioni altre. Ogni gioco e eventi che accadano nella dimensione della realtà con l’interazione di tutti i sensi, in presenza come oggi si suol dire, svela le profondità della mappa psichica e non solo del bambino, ma di ciascun essere umano. D’altra parte, riflettendo, non a caso si usa il termine in “ presenza “cioè in “corpo e psiche” vivi e palpitanti in interazione: si ricorda che con la “corporeità” come tale bisogna sempre fare i conti se non si vuol assistere alle “impiccagioni” dovute alla assoluta alienazione del non sentirsi in un corpo per cui è come se non si dovesse mai morire pur con una corda al collo. Ma in questo grande, complesso e talora inquietante scenario mi chiedo ancora una volta: ma le madri dove sono? Quelle madri in grado di osservare il proprio bambino nei suoi comportamenti prevenendo seri e talora drammatici accadimenti? Sono, siamo, tutti in un delirio smisurato di onnipotenza?
E a proposito di tutto questo che include il difensivo umano sentimento di “non dover mai morire”, perché così il virtuale lascia fantasticare pericolosamente negli adulti negando la realtà della morte e dunque della vita e anche nei bambini che non comprendono per la loro stessa condizione che cosa significhi morire, mi sto chiedendo, per altri aspetti osservati, se i Diritti umani siano negoziabili.
I DIRITTI UMANI NON SONO NEGOZIABILI: vi saranno “venti milioni” di vaccinati contro Re Covid entro l’estate, se non ho letto male. E gli altri? Quali sentimenti affioreranno negli uni e negli altri ( i non vaccinati e i vaccinati)? In questi giorni ho avuto modo di osservare il cambiamento di comportamento, se pur minimo ma reale, in coloro che per varie ragioni si sono sottoposti alla vaccinazione. Da un atteggiamento quasi timoroso di relazionarsi per paura della “ morte imminente“, come se si morisse solo di Covid-19, ad una sorta di sottile sfrontatezza come se il pericolo di “morire“, tra l’altro abbandonati a se stessi, non li riguardasse più.
Un oscillare tra senso di impotenza e senso di onnipotenza... Cosa si andrà a strutturare nel tessuto sociale già abbastanza lacerato? Persone di serie A e persone di serie B? Inviterei coloro che tutto possono, coloro che governano il Paese, a riflettere sulle modalità di vaccinazione quanto più rapide possibili in modo da non ingenerare ancor più odio e rancore e rabbia e distruttività. Sospetto. Così come mi permetto di ricordare, innanzitutto a me stessa, che Sorella Morte non usa solo Covid 19 per sottrarre giorni preziosi a tutti e in modo particolare a coloro che sono avanti negli anni e che il Virus 19 sta privando di preziosi momenti sereni al punto da essere diventati “mendicanti del tempo”, ma usa tanti altri sistemi per far la sua improvvisa apparizione. Usa per i più giovani, per i piccoli, finanche i giochini virtuali.