'Lolita Lobosco': la recensione

FREDERIC PASCALI - Negli ultimi anni nel panorama della fiction televisiva italiana, e in specie in quello programmato sulle reti Rai, si è andato prepotentemente affermando il genere del dramedy poliziesco.

A grandi linee si configura di una parte drammatica, mai predominante o in grado di intaccare le possibilità di una conclusione a lieto fine, e di una in commedia che avvolge l’intero corpo del racconto e può più o meno essere significativa a seconda delle scelte autoriali. Quest’ultima assicura ai protagonisti principali una speciale immunità che consente loro di superare indenni tutte le traversie dei vari episodi salvo, nel peggiore dei casi, registrare la perdita di qualche persona a loro cara.

Da domenica scorsa, su Rai 1, ha preso avvio l’ultimo prototipo del genere, “Lolita Lobosco”, una miniserie di 4 puntate liberamente tratta da un romanzo di Gabriella Genisi e diretta da Luca Miniero. Le vicende narrate riguardano la vita e le indagini di un’avvenente vice questore che da Legnano fa ritorno a Bari per prendere servizio nella sua città natale.

Lo sviluppo del personaggio è affidato all’interpretazione di Luisa Ranieri che come attrice conferma pienamente il suo valore. Tuttavia, la sua bravura nulla può contro lo scoglio dell’accento barese che il copione prevede resti impresso nella cadenza espressiva della poliziotta originaria della città vecchia. Operazione che pecca di naturalezza e come tale finisce per ritorcersi contro soprattutto perché accentuata dalla medesima espressione di tutto il personale in servizio nella stessa Questura.

Caso più unico che raro che trasforma la fiction in avanspettacolo con le parti in commedia che si amplificano, abbondano macchiette e caratteristi, a scapito proprio della trama poliziesca. Di essa non resta poi tanto se non qualche inquadratura e un profilo criminale molto flebile arricchito da scampoli d’azione con un inseguimento farcito da qualche frame al rallentatore.

Non incorrono in miglior fortuna i dialoghi che stentano terribilmente fino a superare in più occasioni il forse non temuto confine della banalità. Alterne le prove degli interpreti con Lunetta Savino, “Nunzia”, sugli scudi mentre la fotografia di Federico Angelucci illumina la scena con estrema accortezza. La Bari gossipara in scala Montalbano non convince affatto ma raccoglie un successo di pubblico notevole, oltre 7 milioni di spettatori.

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