ALTAMURA (BA) - Ambientalisti, agricoltori, studenti, esponenti di associazioni, sindacati e delle categorie del mondo produttivo, del turismo, istituzioni hanno animato le cinque piazze di Puglia e Basilicata (Altamura, Gravina in Puglia, Matera, Laterza e Oppido Lucano) che si sono mobilitate questa mattina, con altrettanti sit-in, per informare i cittadini e protestare contro l’individuazione, anche nelle due regioni, di 17 aree come possibili siti del Deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari. Le manifestazioni sono state organizzate dal comitato “No scorie Puglia e Basilicata” costituito dopo che il 5 gennaio scorso è stata pubblicata, dalla società Sogin, la Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, che comprende complessivamente 67 località del territorio italiano.
I sit-in, organizzati con l’opportuno distanziamento fisico, sono stati caratterizzati dai classici colori giallo e nero delle storiche battaglie antinucleari. A Matera hanno rispolverato una vecchia bandiera risalente agli anni ’80 e alle lotte contro le centrali, poi sfociate in un vittorioso referendum, mentre ad Altamura è ‘sceso’ in piazza anche un trattore a simboleggiare l’opposizione del mondo agricolo a quella che viene definita “una scelta scellerata” per le prospettive di sviluppo economico e turistico. I comitati di base delle associazioni e dei movimenti delle due regioni stanno preparando le osservazioni alla Carta soffermandosi, tra le altre cose, sulle analisi tecnico-scientifiche e sui documenti su cui essa è basata che il comitato ritiene superficiali e non aggiornati, ad esempio riguardo la sismicità o il profilo idrogeologico dei territori individuati. E’ stata una delle prime mobilitazioni in presenza organizzate finora a livello nazionale sulla questione.
“Abbiamo aderito al Comitato come distretto agro-ecologico delle Murge e del Bradano, costituitosi un anno fa, poiché guardiamo a una nuova gestione, più sostenibile, del territorio”, ha detto in piazza ad Altamura Tonia Dileo. “E’ un modello, quello a cui puntiamo, incompatibile con una discarica per rifiuti radioattivi”.
Proprio negli ultimi giorni, a seguito dell’approvazione del decreto Milleproroghe, da parte prima della Camera e poi del Senato, il termine per presentare le osservazioni alla documentazione in consultazione pubblica è stato allungato da quello di 60 giorni, inizialmente previsto (a partire dallo scorso 5 gennaio) a 180 giorni.
I sit-in, organizzati con l’opportuno distanziamento fisico, sono stati caratterizzati dai classici colori giallo e nero delle storiche battaglie antinucleari. A Matera hanno rispolverato una vecchia bandiera risalente agli anni ’80 e alle lotte contro le centrali, poi sfociate in un vittorioso referendum, mentre ad Altamura è ‘sceso’ in piazza anche un trattore a simboleggiare l’opposizione del mondo agricolo a quella che viene definita “una scelta scellerata” per le prospettive di sviluppo economico e turistico. I comitati di base delle associazioni e dei movimenti delle due regioni stanno preparando le osservazioni alla Carta soffermandosi, tra le altre cose, sulle analisi tecnico-scientifiche e sui documenti su cui essa è basata che il comitato ritiene superficiali e non aggiornati, ad esempio riguardo la sismicità o il profilo idrogeologico dei territori individuati. E’ stata una delle prime mobilitazioni in presenza organizzate finora a livello nazionale sulla questione.
“Abbiamo aderito al Comitato come distretto agro-ecologico delle Murge e del Bradano, costituitosi un anno fa, poiché guardiamo a una nuova gestione, più sostenibile, del territorio”, ha detto in piazza ad Altamura Tonia Dileo. “E’ un modello, quello a cui puntiamo, incompatibile con una discarica per rifiuti radioattivi”.
Proprio negli ultimi giorni, a seguito dell’approvazione del decreto Milleproroghe, da parte prima della Camera e poi del Senato, il termine per presentare le osservazioni alla documentazione in consultazione pubblica è stato allungato da quello di 60 giorni, inizialmente previsto (a partire dallo scorso 5 gennaio) a 180 giorni.