VINCENZO NICOLA CASULLI - Non sarà il cinema Showville il luogo deputato ad ospitare il processo per il crac della Banca Popolare di Bari. Ad ostacolare l'inizio del processo l'impossibilità di reperire degli spazi da adibire ad aula di udienza, per il procedimento in cui a fronte di due imputati si sono costituiti parte civile circa 2.300 azionisti, assistiti da almeno 250 avvocati.
Nella provincia di Bari e di Bat non è stato possibile individuare un luogo sufficientemente grande ed attualmente inutilizzato, poiché l'aula bunker di Bitonto è troppo piccola e quella di Trani è interessata da lavori di ristrutturazione. L'ipotesi Showville, invece, è tramontata dopo che le verifiche effettuate dal Ministero della Giustizia hanno portato alla luce alcuni problemi burocratici non superabili. Per tale ragione anche l'udienza fissata per lunedì 15 febbraio sarà di mero rinvio, come ha avuto modo di comunicare agli avvocati il presidente del collegio Marco Guida.
La storia del processo sul crac, del resto, va avanti così da giugno. Già ad aprile il procuratore vicario Roberto Rossi e i sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano depositarono la citazione a giudizio per Marco e Gianluca Jacobini (padre e figlio, ex presidente ed ex condirettore) i due uomini ritenuti responsabili del buco milionario della Banca. La prima udienza fu fissata per il 4 giugno, poi rinviata al 16 luglio, quando nel tribunale di Poggiofranco si presentarono decine di avvocati per costituirsi in nome delle associazioni dei consumatori e dei singoli azionisti, accalcandosi nei corridoi dell'ex Telecom e scontrandosi con le norme anti-Covid che ne impedivano l'accesso in aula.
La sospensione dell'udienza per motivi di sicurezza comportò il rinvio al 24, 25 e 26 settembre, con scaglionamento delle parti in tre sessioni e divisione per gruppi in base all'ordine alfabetico. Quel giorno, il numero delle parti civili arrivò a 1.500 e poi continuò a crescere tanto che anche le udienze del 19 novembre, del 10 dicembre e del 7 gennaio sono state rinviate per l'impossibilità di trovare un metodo per fare partecipare tutte le parti. Lo stesso accadrà il prossimo lunedì, nella speranza di riuscire a trovare una sede utile per la prossima udienza, che si terrà a marzo.
Nella provincia di Bari e di Bat non è stato possibile individuare un luogo sufficientemente grande ed attualmente inutilizzato, poiché l'aula bunker di Bitonto è troppo piccola e quella di Trani è interessata da lavori di ristrutturazione. L'ipotesi Showville, invece, è tramontata dopo che le verifiche effettuate dal Ministero della Giustizia hanno portato alla luce alcuni problemi burocratici non superabili. Per tale ragione anche l'udienza fissata per lunedì 15 febbraio sarà di mero rinvio, come ha avuto modo di comunicare agli avvocati il presidente del collegio Marco Guida.
La storia del processo sul crac, del resto, va avanti così da giugno. Già ad aprile il procuratore vicario Roberto Rossi e i sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano depositarono la citazione a giudizio per Marco e Gianluca Jacobini (padre e figlio, ex presidente ed ex condirettore) i due uomini ritenuti responsabili del buco milionario della Banca. La prima udienza fu fissata per il 4 giugno, poi rinviata al 16 luglio, quando nel tribunale di Poggiofranco si presentarono decine di avvocati per costituirsi in nome delle associazioni dei consumatori e dei singoli azionisti, accalcandosi nei corridoi dell'ex Telecom e scontrandosi con le norme anti-Covid che ne impedivano l'accesso in aula.
La sospensione dell'udienza per motivi di sicurezza comportò il rinvio al 24, 25 e 26 settembre, con scaglionamento delle parti in tre sessioni e divisione per gruppi in base all'ordine alfabetico. Quel giorno, il numero delle parti civili arrivò a 1.500 e poi continuò a crescere tanto che anche le udienze del 19 novembre, del 10 dicembre e del 7 gennaio sono state rinviate per l'impossibilità di trovare un metodo per fare partecipare tutte le parti. Lo stesso accadrà il prossimo lunedì, nella speranza di riuscire a trovare una sede utile per la prossima udienza, che si terrà a marzo.