Roberta Di Laura (intervista): "Turismo e danza si legano"


PIERO CHIMENTI
- Ospite del Giornale di Puglia è la ballerina tarantina Roberta di Laura, artista internazionale che vive a Stoccarda, in Germania, dove insegna danza classica. La Di Laura, classe 1992, nonostante la sua giovanissima età, può vantare di essere membro della "International Dance Council" di Parigi, oltre a riconoscimenti in tutto il mondo che le sono valsi l'apparizione nel 2020 su "Pages of Celebrities and socialites” di “STARS” Illustrated Magazine New York.

Nella nostra intervista, la bella ballerina pugliese ci ha rivelato cosa le fa arrabbiare delle sue allieve, ed ha analizzato il periodo particolare dei teatri chiusi a causa della pandemia, oltre a rivelarci come turismo e danza si legano.

In cosa è cambiato il tuo modo di vivere la danza in questo periodo caratterizzato dal Covid?


È cambiato tanto poiché da quasi un anno non c'è più la possibilità di danzare in eventi con la presenza di pubblico ed inoltre per quanto riguarda l'insegnamento si va avanti solo con la didattica online. Il contatto umano è azzerato o quasi ma la speranza di tornare presto alla normalità spinge a non scoraggiarsi.

In un'intervista hai dichiarato che le tue allieve ti rimproverano che sei severa. Su cosa non transigi durante le tue lezioni?

Non tollero la disattenzione mentre spiego un esercizio o una coreografia perché è mancanza di rispetto nei confronti del lavoro dell'insegnante e degli altri allievi che a loro volta si distraggono e la lezione rallenta, perdendo così tempo prezioso.

Stai seguendo il corso post-laurea di Management dei sistemi turistici, dalla gestione d'impresa al marketing territoriale". Quale legame si può creare tra turismo e danza in una realtà come quella di Taranto?


Turismo e danza si legano molto bene in molte realtà. È indubbio che la potenza comunicativa della danza offra un valido supporto a tutte quelle attività di promozione e valorizzazione di un territorio. A tal proposito il progetto "Wunderbar Taranto" realizzato nel 2018 in collaborazione con il fotografo tedesco Renè Bolcz mi sembra un esempio esplicativo della possibilità di promuovere e valorizzare attraverso fotografia e danza i luoghi più belli di una città. Aver posato nei punti più caratteristici della città mi ha dato l'opportunità di fondere la mia arte con i paesaggi tarantini più belli e di racchiudere il tutto in degli scatti da presentare in occasione dei Congressi promossi dal CID - Parigi di cui sono membro dal 2013. Chissà che qualcuno tra i presenti dopo aver visionato il mio lavoro non decida, Covid permettendo, di venire proprio a Taranto per una vacanza?!

Il Covid ha chiuso i teatri di tutto il mondo. Secondo te come bisognerebbe ripartire nel mondo della danza?


Bisognerebbe ripartire dal concetto che i teatri sono luoghi sicuri in cui è possibile rispettare tutte le regole di igiene e di distanziamento. Andare a teatro non è più pericoloso di fare la fila al supermercato. E se naturalmente procurarsi viveri è una necessità primaria, anche l'arte per noi artisti e per il pubblico non è da meno in quanto "nutrimento" per l'anima.

Cosa vorresti realizzare una volta che il Covid ce lo saremo messi alle spalle?

Vorrei tornare presto a danzare di fronte ad un bel pubblico numeroso, trasmettere emozioni e ricevere quel calore che nessuno schermo, nessun meeting online può dare.

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