BARI - “Nel 2019 chiedevo la chiusura del siderurgico e l’adozione di un passo diverso sulla questione ambientale a Taranto. Due anni più tardi, una sentenza del Tar di Lecce ribadisce questa urgenza e apre una nuova pagina per la definitiva riconversione ambientale ed economica del capoluogo ionico.
La decisione del Tribunale amministrativo, infatti, conferma lo stato di pericolosità degli impianti dell’area a caldo per i cittadini di Taranto e per gli stessi lavoratori. E impone provvedimenti consequenziali nell’ottica del superamento delle criticità". Così in una nota il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd).
"Le preoccupazioni e le istanze della comunità ionica - prosegue Di Gregorio - devono trovare ora accoglimento nell’esecutivo nazionale guidato dal Presidente Draghi che ha istituito il nuovo Ministero della Transizione Ecologica. Preoccupazioni che arrivano da lontano e che trovano supporto in un importante atto giudiziario. Secondo i giudici della prima sezione del Tribunale Amministrativo, infatti, “lo stato di grave pericolo in un contesto abitativo come quello della città di Taranto, aggravato proprio dal sempre più frequente ripetersi di emissioni nocive ricollegabili direttamente all’attività del siderurgico, deve ritenersi permanente ed immanente”. Il Tar riconosce, inoltre, la piena legittimità del provvedimento adottato dal sindaco di Taranto sancendo che l’ordinanza “costituisce applicazione del principio di precauzione, che risulta nella specie correttamente applicato e rispettoso del principio di proporzionalità”. Non ci sono più alibi adesso. Per nessuno”, conclude Di Gregorio.
"Le preoccupazioni e le istanze della comunità ionica - prosegue Di Gregorio - devono trovare ora accoglimento nell’esecutivo nazionale guidato dal Presidente Draghi che ha istituito il nuovo Ministero della Transizione Ecologica. Preoccupazioni che arrivano da lontano e che trovano supporto in un importante atto giudiziario. Secondo i giudici della prima sezione del Tribunale Amministrativo, infatti, “lo stato di grave pericolo in un contesto abitativo come quello della città di Taranto, aggravato proprio dal sempre più frequente ripetersi di emissioni nocive ricollegabili direttamente all’attività del siderurgico, deve ritenersi permanente ed immanente”. Il Tar riconosce, inoltre, la piena legittimità del provvedimento adottato dal sindaco di Taranto sancendo che l’ordinanza “costituisce applicazione del principio di precauzione, che risulta nella specie correttamente applicato e rispettoso del principio di proporzionalità”. Non ci sono più alibi adesso. Per nessuno”, conclude Di Gregorio.