VITTORIO POLITO – Giuseppe Bozzi (1786-1862), giurista, patriota, giornalista, professore di diritto nel Regio Liceo delle Puglie di Bari, la cui carriera culminò nel famoso raduno liberale barese denominato “Dieta di Bari”.
Di che si tratta? Il 2 luglio 1848 si tenne a Bari un Convegno dove convennero i delegati dei Comuni con lo scopo di frenare la malvagità ed i soprusi del malgoverno. Il Comitato barese di ispirazione liberale, invitò nel capoluogo una delegazione di cittadini di ogni ceto, investiti della piena rappresentanza del loro Paese e scevri da ogni divergenza di opinione personale. Lo scopo era quello di istituire una forza per la conservazione dell’ordine sociale e per la conservazione dei diritti acquisiti dal popolo. Bozzi, come docente di diritto penale, pur consapevole dei pericoli a cui andava incontro con la sua partecipazione al raduno, partecipò ugualmente.
La reazione del governo a tale iniziativa, che non aveva precedenti, non si fece attendere, infatti inviò truppe che avevano il compito di sopprimere questo movimento per la costituzione, e così fecero.
Il 12 agosto entrava in Bari una colonna mobile costituita da molte migliaia di uomini con artigliere e cavalli, comandata da Marcantonio Colonna, detto il “Brigadiere”, erano le truppe punitrici che avrebbero troncato ogni movimento liberale e ripristinato il più rigido assolutismo borbonico.
Il Convegno, ebbe ovviamente esito infausto e i membri furono arrestati come cospiratori e processati dalla Gran Corte Criminale di Trani per “Cospirazione contro lo Stato”. Bozzi fu condannato a 24 anni, ma stette in carcere fino al 1860 e la detenzione lo rese cieco e malandato. Abbandonò quindi ogni cosa e si ritirò a Taranto dove morì due anni dopo, forse ricordando il suo forbitissimo “Discorso sulla libertà ” pronunciato in quei fatidici giorni della “Dieta”.
Al nome e alla storia di Giuseppe Bozzi è legata una via di Bari al quartiere “Madonnella”, menzionati da Pasquale Sorrenti (1927-2003) nei suoi libri “I Baresi” (Tipolitografia Mare) e “Le strade di Bari” (Levante), che lo ricordano meritatamente ai posteri.
Di che si tratta? Il 2 luglio 1848 si tenne a Bari un Convegno dove convennero i delegati dei Comuni con lo scopo di frenare la malvagità ed i soprusi del malgoverno. Il Comitato barese di ispirazione liberale, invitò nel capoluogo una delegazione di cittadini di ogni ceto, investiti della piena rappresentanza del loro Paese e scevri da ogni divergenza di opinione personale. Lo scopo era quello di istituire una forza per la conservazione dell’ordine sociale e per la conservazione dei diritti acquisiti dal popolo. Bozzi, come docente di diritto penale, pur consapevole dei pericoli a cui andava incontro con la sua partecipazione al raduno, partecipò ugualmente.
La reazione del governo a tale iniziativa, che non aveva precedenti, non si fece attendere, infatti inviò truppe che avevano il compito di sopprimere questo movimento per la costituzione, e così fecero.
Il 12 agosto entrava in Bari una colonna mobile costituita da molte migliaia di uomini con artigliere e cavalli, comandata da Marcantonio Colonna, detto il “Brigadiere”, erano le truppe punitrici che avrebbero troncato ogni movimento liberale e ripristinato il più rigido assolutismo borbonico.
Il Convegno, ebbe ovviamente esito infausto e i membri furono arrestati come cospiratori e processati dalla Gran Corte Criminale di Trani per “Cospirazione contro lo Stato”. Bozzi fu condannato a 24 anni, ma stette in carcere fino al 1860 e la detenzione lo rese cieco e malandato. Abbandonò quindi ogni cosa e si ritirò a Taranto dove morì due anni dopo, forse ricordando il suo forbitissimo “Discorso sulla libertà ” pronunciato in quei fatidici giorni della “Dieta”.
Al nome e alla storia di Giuseppe Bozzi è legata una via di Bari al quartiere “Madonnella”, menzionati da Pasquale Sorrenti (1927-2003) nei suoi libri “I Baresi” (Tipolitografia Mare) e “Le strade di Bari” (Levante), che lo ricordano meritatamente ai posteri.