Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Gaetano Granieri

VITTORIO POLITO – Gaetano Granieri (1862-1930), uomo poliedrico, poeta dialettale, inventore e decoratore, dopo Francesco Saverio Abbrescia (1813-1852), è stato il primo poeta a tentare un poema nel nostro dialetto, poema che risente della scarsa cultura di Granieri, non paragonabile, in ogni caso, a nessuno dei poeti noti, come pure la lingua che è da considerarsi strettamente popolare.

Egli si dedicò alla scultura, eseguendo molti lavori a stucco, in legno e cartapesta. Collaborò alla realizzazione di opere nei nostri teatri Petruzzelli e Piccinni, in forma anonima, e si dedicò con successo anche alla poesia dialettale barese, scrivendo tra l’altro “La fine du munne e ’u gedizzie nneversâle” (La fine del mondo e il giudizio universale), in 12 canti (F.lli Pansini 1912), “Versi dialettali baresi” (1924) e molte poesie nella lingua di Bari.

È suo il merito dell’invenzione dell’elicottero. Infatti, anche se la paternità è attribuita a Enrico Forlanini, un ingegnere italiano, che nel 1877 costruì solo un modellino di elicottero a due eliche, una delle quali azionata da un motore a vapore, ma per il progetto di un elicottero munito di pilota bisogna riferirsi a Granieri che ottenne anche il brevetto.
È arduo stabilire con esattezza chi possa essere considerato il reale inventore dell’elicottero, anche se il merito è riconosciuto a Forlanini. Bisogna attendere il 1907 quando Paul Cornu (1881-1944), ingegnere francese, realizza un marchingegno munito di pedali ed eliche rotanti che riesce a sollevarsi da terra di trenta centimetri.

Granieri, emigrato in Francia a soli 34 anni, brevettò a Marsiglia “un apparecchio aereo dirigibile, applicabile all’industria, avente lo scopo di rimpiazzare gli aerostati”. Il brevetto (n. 254194), conseguito nel 1896 a Marsiglia, suscitò subito la curiosità e l’interesse da parte della “Union des Inventeurs”, della “Societé des Inventeurs Modernes di Parigi” e del “Bureau des Brevets”, che offrirono a Granieri la collaborazione per la diffusione e commercializzazione dell’apparecchio. Ma, Granieri, ingenuo ed inesperto, non dette alcun peso alle allettanti proposte, soprattutto perché avrebbe voluto cedere il brevetto all’Italia. Ma la sua patria ingrata non ascoltò e non apprezzò il nobile gesto.

Morì nel 1930, quando di elicotteri si cominciava appena a parlare, come ricorda Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nel suo libro “Storie di Bari” (Adda), quando il brevetto passò nelle mani del figlio Amleto, che lo incollò sopra una tavoletta di legno, per esibirlo insieme alla relativa documentazione, orgoglioso della gloria paterna, che rimase solo tale.

Negli ultimi anni della sua vita fu anche invitato da Enzo Tortora (1928-1988), conduttore della famosa trasmissione “Portobello”, a presentare al pubblico televisivo, l’originale invenzione, ma per motivi di salute dovette rinunciare.

Con la sua morte scomparvero anche i preziosi documenti necessari che documentavano la paternità dell’elicottero, inventato nel 1896 da Gaetano Granieri, barese doc.

Bari gli ha dedicato una strada al quartiere San Paolo.

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