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La pandemia ha imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo – sottolinea Coldiretti – che ha avuto effetto anche sulla bilancia, dove la tendenza a mangiare di più, spinta dal maggior tempo trascorso fra le mura di casa, non è stata compensata da una adeguata attività fisica per la chiusura delle palestre e all’attività sportiva.
In aiuto degli italiani viene la dieta mediterranea che festeggia – continua la Coldiretti – il decennale dell’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre 2010. Non è un caso che all’estero in netta controtendenza con il crollo degli scambi commerciali cresce la domanda dei prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy nel mondo dove nel 2020 si registra un valore record nelle esportazioni con un aumento medio del 9%, dalla frutta alla verdura, dalla pasta all’extravergine fino alle conserve di pomodoro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In Italia peraltro il lungo periodo di caldo in pieno inverno ha favorito la presenza sui banchi dei mercati delle primizie con un mese di anticipo, con la raccolta di zucchine e fragole nel Lazio già avviata, ma anche l’arrivo degli asparagi in Campania e delle fave in Sicilia molto prima del tradizionale appuntamento del primo maggio. Una primavera anticipata che ha ampliato le opportunità di scelta di frutta e ortaggi che rappresentano la componente base della dieta mediterranea insieme a pane, pasta, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari.
Un vero toccasana per il 44% degli italiani che sono aumentati di peso secondo l’analisi di Coldiretti su dati Crea.